Sono Psicosomatico
Metodo di approccio di psicoterapia dello Studio BURDI
per
SUPERARE I DISTURBI PSICOSOMATICI
Cosa sono i disturbi psicosomatici
I disturbi psicosomatici sono reali disturbi corporei che si manifestano attraverso diversi sintomi percepiti a livello fisico, ma non direttamente riconducibili a patologie organiche o mediche.
I disturbi psicosomatici hanno origine nella nostra sfera emozionale, nel mondo affettivo, e riguardano la nostra psiche.
Alla base dei disturbi psicosomatici c’è la relazione mente–corpo e gli effetti negativi che la psiche riflette e trasmette al corpo. L’individuo è formato da entrambe le parti, psiche e soma, l’una influenza l’altra. In virtù di ciò una malattia organica può alterare la psiche e il funzionamento cognitivo, così come un disturbo psicologico può alterare il funzionamento dell’organismo. Trovare un netto confine tra corpo e mente può risultare spesso difficile data la continuità tra i due.
I disturbi psicosomatici, dunque, sono spesso risposte fisiche a disagi psicologici. Sono un ottimo campanello di allarme perché indicano la presenza di un disagio psicologico, di emozioni soffocate e dolorose. Essi nascondono un’interazione di problematiche fisiologiche, psicologiche, psicosociali e ambientali.
Attraverso i sintomi psicosomatici il corpo comunica quello che non si riesce a dire liberamente o ad accettare.
L’individuo che soffre di disturbi psicosomatici fatica a riconoscere che il problema sia legato ad una situazione emotiva compromessa e cerca solo risposte di natura medica e organica attraverso serie di accertamenti. Non riuscire ad individuare una patologia, un problema organico, non riuscire a dare un nome al malessere che si vive, genera ancora più ansia e stress.
Cause
Tutte le situazioni che mantengono il sistema nervoso simpatico in continuo stato di eccitazione e il protrarsinel tempo di situazioni stressanti non più ben tollerate e che affaticano il nostro organismo, genera sintomi fisici, provoca malessere. Tra le situazioni causa di sintomi psicosomatici:
I disturbi psicosomatici si manifestano quando la mente prova a controllare troppo.
Un’altra causa dei disturbi psicosomatici può essere riconducibile al legame disfunzionale del paziente psicosomatico con gli altri membri della sua famiglia così come sostenuto dallo psichiatra e psicoterapeuta Minuchin. Il legame disfunzionale è caratterizzato da relazioni non sane basate su eccessivo senso di protezione, eccessiva intrusione nelle questioni, rifiuto del disaccordo, conflitti irrisolti, mancato riconoscimento dell’individualità altrui.
Sintomi
I disturbi psicosomatici possono interessare diversi organi e apparati e manifestarsi con svariati sintomi:
apparato gastrointestinale
apparato muscoloscheletrico
apparato cardiocircolatorio
apparato respiratorio
apparato urogenitale
apparato tegumentario
sistema endocrino
Cura
Molto spesso i disturbi psicosomatici hanno un impatto negativo sulla vita dell’individuo condizionando la quotidianità e le relazioni.
Se i sintomi psicosomatici sono comuni nelle forme di depressione e dei disturbi d’ansia, essi sono presenti anche in assenza di disturbi di natura psicologica e questo rende più difficile per chi ne soffre attribuire il malessere fisico a un disagio psicologico anziché ad un problema organico.
Il primo passo per la cura delle somatizzazioni è riconoscere la loro natura. Sicuramente un approccio integrato tra discipline mediche e psicologiche risulta di grande supporto per il paziente.
La medicina aiuta a gestire i sintomi fisici e ad escludere problemi di natura organica, la psicoterapia ad ascoltare e accogliere i disturbi lavorando sull’individuazione delle cause.
La psicoterapia aiuta a guardare nella grande sfera delle emozioni, della paura, della rabbia e del dolore. Permette di individuare i pensieri ricorrenti, gli schemi rigidi di ragionamento e di ristrutturarli.
La psicoterapia, inoltre, permette di ristrutturare il modo di interpretare gli eventi negativi attraverso un lavorosulla consapevolezza delle proprie risorse. Molto spesso le reazioni emotive sono esagerate perché la nostra mente non valuta le proprie capacità e sopravvaluta la minacciosità e pericolosità degli eventi.
Il lavoro terapeutico aiuta a riconoscere la presenza di una componente emotiva che causa il sintomo fisico, riporta l’attenzione sulla parte emozionale e relazionale del problema.
Trovare la forza di lavorare su sé stessi scoprendosi, permette di migliorarsi, di trovare un proprio equilibrio emotivo e il proprio benessere.
Sintesi a cura di:
Dott.ssa Elisabetta Lazazzera
Tirocinante di Psicologia presso lo Studio BURDI
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LE SOMATIZZAZIONI
Quando la testa nasconde, il corpo parla e reagisce sempre
“Per cambiare il tuo corpo devi prima cambiare la tua mente”
“Mi sono svegliato di notte, all’improvviso, sentendo una fitta così forte vicino al cuore. Facevo fatica a respirare. Da lì, una corsa estenuante tra visite e analisi. Ma, nulla. Sono sano come un pesce, eppure ho pensato al peggio! Eppure, i sintomi li ho avuti! Come è possibile?”.
“Lo scorso anno, durante la quarantena, un giorno mi è saltato il ciclo, pensavo ad un ritardo dovuto dall’improvvisa perdita di peso o dall’insonnia. Uno, due, 7 giorni. Nulla! Allora ho pensato che la superficialità nel non usare precauzioni con il mio, da poco, ex ragazzo abbia avuto i suoi frutti.
Ma dopo mesi ancora nulla.
Eppure i sintomi pre e mestruali ogni volta erano presenti! Per questo ogni mese ero convinta che tornasse.
Così, mi sono fatta visitare e dopo tante analisi del sangue, tutto nella norma. TUTTO NELLA NORMA? Ma il ciclo non c’era! Oltre ai danni che può provocarne l’assenza, mi sentivo anche meno donna, come se mancasse qualcosa.
Mi è stata assegnata lo stesso una cura ormonale per cui inizialmente il ciclo è tornato (a stento).
Dopo un anno, però, sono di nuovo da punto a capo. Perché? Ho ripreso peso, dormo e mangio adeguatamente. Sto bene fisicamente ed emotivamente, credo. Poi, mi sembra di non passare un periodo stressante.
E allora che c’è? Dovrei rimandare dal medico!?!.”
Mente e corpo sono due realtà che non possono essere pensate in modo assoluto, bensì come parti integranti. Nonostante per decenni si è creduto nel dualismo tra mente e corpo, ad oggi, è noto, come questi siano strettamente legati.
Il corpo è la mente e la mente è il corpo.
Il corpo è lo strumento di comunicazione perfetto, ha un suo linguaggio, a volte ricopre il ruolo di “messaggero” e soprattutto non può mentire.
Laddove la mente non riesce ad elaborare o a riconoscere un disagio psicologico, il soggetto non può far altro che far parlare il corpo attraverso il ricorso alla somatizzazione. In questo caso il sintomo fisico si manifesta come un campanello d’allarme e costituisce un invito ad occuparsi di sé e del proprio mondo interno.
“Di emozioni si vive, ma ci si può anche ammalare”
Come sostiene Galimberti nel Dizionario di Psicologia (1992) la malattia si manifesta a livello organico come sintomo, e a livello psicologico come disagio.
Molte volte le persone che presentano sintomi somatici nel momento in cui si rivolgono allo psicoterapeuta o allo psichiatra si sono sottoposti già a svariati esami medici e, spesso, sono gli stessi medici che non trovando alcuna causa organica suggeriscono il consulto di uno psicologo.
Di norma, quando una persona sente di stare male o presenta manifestazioni fisiche si rivolge al medico e si sottopone, di conseguenza, a controlli, analisi o day hospital. Dai referti però non sempre viene riscontrata una patologia specifica. A questo punto il soggetto inizia, con ansia e preoccupazione, a destreggiarsi tra un esame ed un altro, sempre senza trovare alcuna causa ai sintomi, perlomeno di natura medica.
I sintomi fisici dunque, nonostante suggeriscano l’esistenza di un disturbo organico, sono il segnale di un disturbo somatoforme. Questi non derivano da una condizione medica, bensì dalla presenza di un disagio mentale.
Ciò che non si vede fa più paura di ciò che si vede.
Il soggetto si trova in una situazione nuova, alla quale non riesce a dare un significato. Alla sofferenza fisica si accompagnano anche difficoltà nelle attività di tutti i giorni. I sintomi influenzano non solo l’aspetto organico ma anche la sfera sociale, intrapersonale e lavorativa.
È doveroso specificare infatti, come i disturbi psicosomatici sono spesso associati alla presenza di un’altra condizione psicopatologia, quale l’ipocondria. Dati i sintomi lamentati il soggetto vive in uno stato di paura, di preoccupazione eccessiva e di ansia. Il soggetto non riconosce la natura psicologica del proprio disturbo, continua a cercare una motivazione medica e avendo il timore per il proprio benessere fisico, a volte, non crede neanche alle rassicurazioni mediche.
Dal punto di vista psicosomatico, l’ipocondria esprime la necessità del soggetto di occuparsi del proprio mondo interno, di comprendere ciò che accade nel proprio inconscio, ciò che la coscienza vede come un mostro.
In quest’ottica, l’elevata preoccupazione ed attenzione per il benessere fisico esprime il desiderio di conoscere se stessi.
Come è stato già sottolineato quindi, il nostro corpo ci racconta, traduce quanto accade nel nostro inconscio e da voce alla nostra sfera emotiva. Ogni sintomo riguarda anche il nostro mondo interno, per cui è possibile pensare al disturbo come un simbolo, un linguaggio, un modo di pensare e di stare al mondo.
Gli eventi passati, la rabbia, l’ansia, i propri desideri o opinioni per esempio, si trasformano in atteggiamenti con cui affrontiamo la vita. Gli atteggiamenti che assumiamo si riflettono nel tono di voce, nella postura, nel modo di camminare, ma anche per esempio nella sessualità, determinano il modo di agire ma anche di relazionarsi.
Per affrontare i disturbi psicosomatici quindi, è importante spostare la propria attenzione dal piano fisico a quello più profondo, identificare (grazie allo psicoterapeuta) gli eventi, le paure e le fantasie che la persona sta cercando di gestire senza esserne consapevole, i mostri che la coscienza si rifiuta di portare a galla.
Francesca Scalera
laureata in psicologia clinica e della riabilitazione – Tirocinante Presso lo Studio BURDI
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