SUPERARE L’ ANSIA
Metodo di approccio di psicoterapia dello Studio BURDI
per
SUPERARE L’ ANSIA
Cos’è l’ansia?
L’ansia è un insieme di reazioni che si manifestano quando il nostro organismo percepisce una minaccia, un pericolo, una situazione di allerta e paura. È una risposta innata, istintiva e naturale di attivazione: l’attenzione e la vigilanza aumentano per affrontare il pericolo percepito con una risposta di attacco o fuga. Scappare dal pericolo o combatterlo attaccando è una reazione automatica che si innesca quando ci troviamo di fronte a pericoli esterni reali; tuttavia, non sempre l’ansia è dettata da questi pericoli, molto spesso dipende da situazioni “interne” all’individuo, lotte, tensioni presenti e non ancora risolte. L’ansia può essere fisiologica oppure patologica. Se fisiologica è positiva e funzionale perché consente di affrontare in modo adattivo situazioni difficili o di pericolo, se patologica, invece, risulta disfunzionale ed interferisce con la prestazione. L’ansia patologica insorge spesso senza una reale motivazione, senza una reale minaccia e molto spesso è caratterizzata da attacchi d’ansia intensi.
Cause
Diversi sono i fattori che contribuiscono all’origine dell’ansia:
– fattori genetici: maggiore probabilità di soffrire di un disturbo d’ansia se almeno un familiare ne soffre;
– fattori biologici: alterazioni di alcuni neurotrasmettitori, squilibri di noradrenalina e serotonina;
– fattori psicologici: conflitti interpersonali, pensiero disfunzionale, traumi, esperienze di vita…
Sintomi
È fondamentale riconoscere i sintomi dell’ansia, possono essere sia psicologici che fisici:
– eccessiva apprensione
– preoccupazione persistente
– pensieri negativi
– stato di agitazione
– angoscia
– timore
– insicurezza
– confusione
– difficoltà di concentrazione e/o memoria
– nervosismo
– affaticamento
– palpitazioni e tachicardia
– fame d’aria e iperventilazione
– respiro corto e affannoso
– offuscamento visivo e capogiri
– eccessiva sudorazione
– dolore toracico
– tensione muscolare
– vertigini
– tremori
– formicolii
– cefalea tensiva
– pallore
– disturbi gastroenterici
– stimolo frequente alla minzione
– disturbi del sonno
L’ansia si può curare?
Quando l’ansia è generalizzata, è una situazione di tensione, preoccupazione costante ed eccessiva che permane nel tempo senza una concreta situazione di pericolo, quando i sintomi dell’ansia diventano invalidanti tanto da interferire con le attività quotidiane, con il lavoro, la vita privata e le relazioni, quando innesca il meccanismo di evitamento della situazione temuta perché si ha paura della paura, l’ansia diventa un disturbo, e in quanto tale è opportuno rivolgersi ad uno Psicologo-Psicoterapeuta. La Psicoterapia è fondamentale per curare l’ansia e i disturbi d’ansia. Lo Psicoterapeuta guida il paziente all’interno della sua storia personale, in un percorso finalizzato a migliorare la gestione delle risorse personali necessarie ad affrontare situazioni difficili e problemi, a fornire un aiuto concreto, efficace e duraturo.
La psicoterapia agisce a breve e a lungo termine: a breve termine fornendo strumenti e tecniche per gestire meglio le emozioni e il controllo di sé, a lungo termine eliminando le cause dell’ansia, accrescendo la conoscenza e il funzionamento globale della persona, generando un cambiamento.
Sintesi a cura di:
Dott.ssa Elisabetta Lazazzera
Tirocinante di Psicologia presso Studio BURDI
L’ ERRORE, È UNA EMOZIONE NEGATA
L’ ERRORE, È UNA EMOZIONE NEGATA
O urli l’emozione, o l’errore urlerà per te
L’ errore rappresenta il portavoce delle emozioni negate, inespresse, mute, mutate, tenute a bada, allontanate con la propria coscienza, vissute come fastidiose e ritenute imbarazzanti, rappresentative di un mondo vero ma inaccettabile. L’ errore è la rappresentazione e la negazione del giudizio sociale. Non esiste tregua per l’emozione, se predomina l’ etica, il moralismo, il giudizio sociale educativo.
Ciò che tradisce la socialità ed il moralismo, è l’ errore, che rappresenta la perdita del controllo, l’ emozione che non può essere tenuta, ne controllata dal controllo, essa è evacuativa, è fugace, è folle, è vera, autentica, parte da sola, è il magma della persona, è il suo sobbalzo, è l’ azione dentro che determina l’ unicità della scena del suo protagonista.
L’errore rappresenta l’ urlo liberatorio per una emozione imprigionata, è la liberazione dalle catene dei condizionamenti dei giudizi sociali, il diritto alla libertà di esistere in quanto diversi da chiunque. È l’ emozione che fa la differenza è ci diversifica ed è per questo temuta perché in un confronto con gli altri ci rende diversi ed incerti, bisognosi di consenso. Accettare di manifestarsi così come si è, senza il consenso altrui, ci fa sentire errati, ma potenti qualora ne recuperassimo la sua unicità emozionale, tale da non chiedere alcun consenso. Una forte personalità non chiede il consenso per far esistere le proprie emozioni, ma lascia vivere se. Noi erriamo, per esistere.
L’errore è l’ urlo e la rivendicazione dell’ emozione trattenuta, frenata ed implosa, che detona verso l’ errore. L’ errore è l’ esplosione dell’ emozione negata.
Esso è la detonazione del non detto e del non vissuto. Il sintomo è un dolore da malfunzionamento, un errore che esprime una verità negata. Sia l’errore che il sintomo rappresentano l’ invito di cambiare direzione, di accedere alla strada sterrata mai percorsa della novità emozionale. Ogni emozione richiede un fuori strada, una elasticità tale da poter rispondere alle novità della vita, in modo assolutamente nuovo e congruo.
L’ emozione è irrefrenabile, scalpita , nitrisce, strattona, ringhia, avanza come una slavina, muove quantità enormi di energia, è rapace, delicata, dolcissima, disgustosa, odiosa, sofferta, gioiosa. È incontenibile come il pianto di un bambino, come l’ urlo per un lutto e la felicità incontenibile per la propria laurea, per la propria sposa. L’ emozione si fionda ed oltrepassa il confine dall’ anima, si fionda verso la condivisione, verso il mondo e la relazione, ha sempre un carattere Relazionale, nasce dalle relazioni e torna verso di essa. La sua frenata determina l’ errore. Trattenere il trotto è commettere un incidente.
L’ errore, è il tradimento del non espresso, è il numero uno, che per svincolarsi, diventa matto, compie follie, è la ribellione verso il proibito, è la logica che resta tradita e crepata dall’ impulso.
L’errore nasce dalla mancanza di ascolto di se, dalla trascuratezza verso se, è uno yes man, che ascolta e si prodiga per chiunque, si consuma perché gli tornino i consensi, lo yes man risiede alla fine della lista delle sue priorità, non esiste fintanto che gli altri non lo fanno esistere con i loro consensi, fintanto da continuare ad errare, da accumulare, sbagli su sbagli, tali da derealizzarsi e depersobalizzarsi da non percepire più se stesso da.
L’emozione è la verità del nostro vissuto, è la quadratura del cerchio, è quell’ indicibile assurdo di essere espresso, è l’impossibile che può diventare possibile, è la malattia curabile, la scomparsa di un sintomo prepotente, è il buio che diventa sole è l’ imprevisto che diviene prevedibile, non esiste l’ emozione con la falsità.
L’ emozione è l’ urlo potente di una vita muta, è la rottura dell’ omertà, è la vita che chiacchiera continuamente dentro e non esce mai, che litiga con il lecito, il senso comune e l’ idiozia, con il senso di colpa, il perfezionismo e la ragione. Questa è la guerra dentro, è la guerra dell’ uomo scisso, incapace di mettersi d’accordo con se stesso, artefice di ogni guerra fuori.
L’ errore è il numero uno, perché spiana e raddrizza la via, scardina e toglie i massi delle emozioni sedimentate, incistite rimosse e rancorose. Esso è il preludio del miglioramento, è la tappa necessaria per avviare l’ evoluzione, dopo una sequenza interminabile. Non può esistere alcun miglioramento se non attraverso fallimenti ed errori ripetitivi. Il sintomo, il dolore, è un numero uno che disperato piange perché, il direttorio centrale delle sue alte sfere illuministiche della ragion pura, non ascolta, sua altezza emotiva dai colori sgargianti ed esuberanti, ingestibili negli impulsi, perché la vita è lì, ed è più potente da non poter essere facilmente imbrigliata.
L’emozione è ciò che fa la differenza, è follia, è contorta; è perdita del controllo; la ragione è noia e consuetudine, è nota, vita retta, La ragione è il numero due, è controllo, inquadramento, linearità. La ragione frena, inibisce è la causa di tutte le disfunzioni personali, può solo essere progettuale, ingegneristica, mai personologica.
L’ errore, il sintomo, il dolore, l’emozione, sono imprevedibili, spregiudicati, maleducati, trasgressivi, ingarbugliati, tornanti, irrispettosi, perversi, ribelli, sono dossi, montagne russe, essi se ne fottono, perché esistono e basta senza alcun permesso, spiazzano, rappresentano il direttorio della più elevata ed autentica vitalità, sono il nostro numero uno, rivelatrici di verità.
L’ errore non è mai un errore, perché è la rivendicazione della frattura mentecorpo, l’ errore si ribella alla scissione, al dualismo, alla separazione tra i due emisferi, rappresenta il corpo calloso che li tiene insieme; l’ errore pretende il dialogo tra destra e sinistra, sopra e sotto, dentro e fuori, contenuto e contenitore, esso è la moderazione e la mediazione tra due continenti complementari.
L’ errore ama la pace e la libertà, quando lo incontri è in atto un processo di crisi che brama la soluzione e l’ armistizio.
L’ errore indica il bisogno di fare pace con se stessi . Indica il bisogno di mettersi in discussione e di mettersi d’accordo .
Se nascondi l’emozione, nascondi la verità e sbagli, l’ errore ti toglie la maschera, ti sbatte in faccia la realtà tale che non puoi più nasconderla. È la crepa in una roccia che manda a valle tutto ciò che è vacuo ed effimero, retto da impalcature di sabbia dipinte di cemento.
giorgio burdi
ContinuaL’ ERRORE
L’ ERRORE
Una energia invisibile
Chi non si autorizza a sbagliare, sbaglia per tutta la vita, non vive perché vive per temere la paura, l’ errore, i conflitti, i dolori, i sintomi.
La perfezione ha come deposito l’ autorimessa degli errori, è il suo più alto scalino, è l’ ultimo gradino dele sottostanti cadute, la perfezione è appesa ad un filo, è fragile, è sempre precaria, è l’ ultimo anello della catena di errori.
L’ errore è potente, ha energia, è la condizione solida che sbraita e litiga con la perfezione di un istante, ogni successivo evento parte sempre da un movimento di incertezze, di insicurezze, di cadute e di ricadute, la perfezione viene sempre anticipata da processioni di inconsistenza, effimero e di dubbi, per celebrare a fine del percorso, una faticata perfezione per poi riprendere il giro in una situazione nuova, dall’ errare della partenza alla aspirato miglioramento. La perfezione è l’ apice delle molteplici sconfitte sottostanti.
L’ errore ci salva la vita aiutandoci con forza nel prendere, sia decisioni che la direzione, che la paura paralizzante ci impedisce. Il coraggio e la capacità di sbagliare sono delle attitudini potente, se lascia la piena consapevolezza dell’ errore, ci rendono propensi verso il superamento dei conflitti, mettono in discussione determinati sistemi e ci orienta verso la soluzione.
Il miglioramento è la laccatura e la finitura e la lucidatura oppure è la dell’ imperfezione grezza, avviene attraverso sequenze di nuove conoscenze e di nuoviapprendimenti. Tutto ha inizio attraverso l’ intuito che procede, se si da seguito, attraverso la curiosità, la prova, gli errori, la riprova e la lucidatura, esiste una procedura verso la perfezione come una filiera dell’ eccellenza orientata sempre piu verso il perfezionismo.
L’ errore consolida l’ intuizione, avvia verso un prodotto agito e continua e produce, attraverso la riprova, nuove informazioni e conoscenze, che nel miglior dei casi, si fanno progetto ed invenzione.
Gli errori però sono il precursore dei giudizi, dell’ oppositività, dell’ evitamento delle relazioni e della chiusura al confronto; sono un inibitore momentaneo della riflessione, rappresentano il freno dei processi di ragionamento e del pensiero e delle emozioni, gli errori terrorizzano, vengono perseguiti come bisogno umano del no limits, ma anche temuti, ti fanno toccare un fondo che più fondo non si può, ma che oltre il quale ti pongono la salita, con nuove rinnovate informazioni per cambiare e proseguire oltre l’ errore.
L’ errore rappresenta la negazione di se e allo stesso tempo rappresenta il divenire di se, l’ errore è la messa in scena iniziale del mancato protagonismo, pone il passaggio, con escoriazioni, dall’ inesistente all’ esistente, esso rappresenta il tentativo e lo strazio per far emergere, affiorare e partorire il proprio numero uno, l’ essenza di se.
L’ errore ti immerge e ti affoga, si pone come una bolla, tra la negazione del numero uno e la sua emersione.Nulla si può migliorare, se non attraverso ciò che non è migliore. Non può esistere perfezione senza imperfezione, l’ una richiama l’ altra, sono le facce di una stessa medaglia, sono un binomio indissolubile. L’ errore è formativo più della perfezione. Una vita costernata da errori, angusta, attonita, sfiancata, senza fiato ne parole, se non ti blocca, rende tanta forza e miglioramento e saggezza.
Gli errori vengono personalmente tollerati, ma umiliano se scoperti. Ci spengono la parola e la ricerca del dialogo, avviano quel processo di introversione sociale. Essi Mettono in condizione di essere bloccati ad un fermo biologico di morte.
Quando l’ errore è rimediabile o devastante ed irreversibile, malgrado tutto trae sempre risposte, è sempre formativo.
Comunque sia, l’ uomo non è mai l’errore che compie, ne il peccato che fa, essi non rappresentano la sua essenza specifica e la sua qualifica, non può identificarsi con l’ azione o il pensiero errante che fa, egli è un miliardo ancora di pensieri e di azioni che fa, l’ errore è nel percorso, a volte è lo stesso tragitto, ma l’ uomo è tanto di più, è il centro del suo creato, l’ universo esiste solo perché c’è lui a percepirlo, come se fosse lui stesso a crearlo, è tale perché capace di trascendersi e di superarsi dal suo status profano al sacro, dall’ errore al migliore di se, dall’ uomo a Dio.
Ma sacro e profano sono indissolubilmente le uniche facce che costituiscono un essere umano, sono il suo animale e il suo individuo, è l’ homo di Neandertal nell’ homo Sapiens è l’ analogico e il digitale, il sentimento e la ragione, la notte e il giorno.
L’ errore è come la notte nel crepuscolo che segna le sfumature con lo splendore perfetto della luce del giorno. Come non può esserci un giorno senza notte, è impossibile la perfezione scissa dall’ errore.
L’ errore non è mai tale quando viene vissuto, ma lo diventa attraverso le sue conseguenze. La metafora del rimettersi in piedi dall’ amalgama di fango, rimanda alla capacità di risollevarsi e di porsi sulle ginocchia da stesi a in piedi, rivedendo nei piedi la memoria della loro funzione primaria, che siamo nati per stare sul nostro asse, siamo onto geneticamente nati per stare in piedi, la nostra positività è insita nel nostro istinto di vita, siamo al mondo per stare sulla nostra perpendicolare, eretti, con la testa irta, verso l’ equilibrio, per riprendere sempre un altro nuovo cammino, ci
Sussurriamo un invito a riprovarci, a vivere ancora, attraverso la speranza fiduciosa di un cambiamento più arguto e piu forte, siamo orientati sempre comunque a vivere e a sbagliare.
L’ errore è energia, e l’ enegia come quella del vento, del sole, dell’ amore, della corrente elettrica, del magnetismo, dei pensieri, del sole, delle emozioni, non si vede, ma c’è, l’essenziale è sempre nvisibile agli occhi, esso è il detonatore della crescita e dell’ evoluzione, è
l’ abc delle metamorfosi, è insito nel processo dell’ evoluzionismo, come un filo sottile d’ acciaio portante della crescita, è la base dell’ umanizzazione.
Chi sbaglia vive, chi non si muove, muore. L’ errore è energia, perché è l’ abc del divenire non ancora divenuto, è l’ imbastitura che precede la cucitura del processo dell’ evoluzionismo.
Un embrione che diventa feto e poi nascituro, si puo nai considerare un errore ? Non è semplicemente completo, è solo in in un orocesso di attesa e di crescita lenta, ma inesorabile, prepotente e complesso. L’errore infatti è tutto un corpo con l’ embriogenesi e del progetto di vita e della perfezione.
La stessa ansia per l’ esame, per una relazione, per la ricerca di un lavoro, rappresenta la paura di cio che deve ancora avvenire, si presenta come paura del fallimento, per le sorprese e per il non ancora avvenuto, si oresenta come elemento di disturbo, come fastidio che spinge al superamento dell’ errore, ma necessaria per partorire un arrivo a tempo determinato, ma felice.
La perfezione non è mai tale, se non si erge su una catasta di uno sfascia carrozze. L’ errore per sua natura spinge al supersmento del suo stesso limite, per tanto non è mai. Per chi osa l’ errore, non esiste l’ impossibile, sa che per rendere le situazioni avverse, possibilità, dovrà confrontarsi con l’ errore opportuno.
Errore ed opportunità sono il binomio di una stessa equazione, quando il limite non arrende o stende, cede il passo alla sfida, è possibile il successo.
giorgio burdi
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