LA VITA PERFETTA : La perfezione è partire dalle cose “sbagliate”
LA VITA PERFETTA
La perfezione è poter partire dalle cose “sbagliate” . Una grazia imperfetta o un perenne conflitto?
Alla base delle nevrosi e al vertice di certi malesseri c’è la prospettiva della perfezione. Miriamo in una certa direzione e la vita quotidiana ci presenta tutt’ altra. Ci impegnano a non sbagliare e ci ritroviamo punto e a capo.
La responsabilità è soltanto nostra, ma ci accettiamo per quello che siamo, o siamo accaniti in un processo autodistruttivo ? Se spesso sbagliamo, non sarà infondo che siamo umani e cerchiamo esattamente ciò che poi definiremmo “errore” ?
Nell’ errore c’è una prospettiva di cambiamento, paradossalmente lo cerchiamo, ma per cambiare. Perché allora lottarci contro ? Non è un invito a sbagliare, ma quando lo reiteriamo, vogliamo solo cambiare, esclusivamente cambiare.
La vita ci offre continuamente delle prove e, alcune meraviglie imperfette, che accettiamo come balsamo per quelle prove, attraverso le stesse meraviglie, imperfette, veniamo riportati alla grazia di noi stessi, ma la sua imperfezione ci rende vulnerabili.
Rischiamo di rimanere eternamente in conflitto, crogiolati dalle nostre nevrosi. Allora, sarebbe più giusto accettare uno stato di grazia imperfetto o una vita perfetta tardiva a venire ? Punti di vista significativi per fare della propria vita, una vita di dolori, o una vita più leggera, più serena, di grazia, di meraviglie, ma imperfetta.
Ci meritiamo il meglio dalla vita, indubbiamente, ma il meglio è sempre opera di edificazioni faticate e tortuose. La vittoria di un secondo è frutto di fatiche e sconfitte di anni. Ma la vita di grazia imperfetta non sarebbe ugualmente tortuosa ? Sicuramente, ma molto meno di una perenne nevrosi senza alcuna grazia.
Allora, non sarà che le meraviglie e le grazie imperfette, intrise anche esse di imperfezioni ed errori, possano essere il tramite balsamico, che noi scegliamo, come rampicata verso la perfezione ?
La perfezione può essere possibile ed esistere, accettando di essere sbagliati, come rampicata attraverso le meraviglie imperfette.
È indispensabile accettare l’ imperfezione e il delirio di questo periodo per Impegnarsi nel recuperare, senza accettazione ci sarebbe il vero delirio e la psicosi sociale.
giorgio burdi
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