La sana distanza dalla famiglia d’origine
Ognuno di noi è la sintesi complessa della comunicazione e dell’influenza di diversi sistemi, da quelli culturali di cui facciamo parte, alla nostra famiglia d’origine in cui siamo nati e cresciuti.
La famiglia d’origine è un elemento fondamentale della nostra vita, con tutte le sue particolarità e unicità è la parte fondante, il luogo in cui apprendiamo tutte le regole, gli schemi e i comportamenti che utilizzeremo nella vita.
Tutto ciò che viviamo sin da bambini in seno alla nostra famiglia d’origine, le esperienze emotive e i bisogni vissuti, diventa la base del nostro essere. Nonostante ognuno di noi abbia una predisposizione genetica differente, quello che ci accomuna è che tutti apprendiamo dai nostri sistemi di appartenenza; la genetica è dunque influenzata notevolmente da tutte le esperienze di vita vissute fin dai primi istanti della nostra esistenza.
L’ambiente che ci circonda ha un impatto notevole sulla nostra vita, immaginiamo quanto possa essere influente sulla nostra esistenza l’ambiente familiare che è l’ambito prevalente della nostra esperienza relazionale.
Molto spesso in famiglia viviamo esperienze importanti, alcune estremamente positive, altre difficili, altre ancora ci portano a vivere grande sofferenza.
La maggior parte delle volte questa sofferenza rimane impressa, facendoci del male e tenendoci legati a modelli di pensiero e azione che ci limitano nella vita.
All’interno del nostro sistema familiare apprendiamo automaticamente e inevitabilmente dei modelli, alcuni sono consapevoli e funzionali, altri sono inconsapevoli e disfunzionali.
Quest’ultimi ci portano a reiterare modelli nei quali siamo identificati, convinti che siano parte strutturata del nostro carattere. Sono modelli che ci fanno stare male, ci mettono in difficoltà e ci portano a riproporre schemi di comportamento e di pensiero che ci inducono alla sofferenza.
Osservando fin da bambini i nostri genitori, apprendiamo e impariamo da loro modi di fare, abitudini e consuetudini che inevitabilmente andremo a replicare. Con l’osservazione assorbiamo modalità di funzionamento che riconosciamo come nostre, costruiamo progressivamente negli anni tracce di memoria che tenderemo a seguire.
Gran parte di questa osservazione avviene, però, in un momento della vita in cui non abbiamo strutture cognitive adeguate a comprendere cosa realmente stia accadendo, a discriminare cosa sia giusto o sbagliato, utile o inutile.
Con l’età adulta, invece, il processo evolutivo che tutti noi siamo chiamati ad attraversare per diventare persone consapevoli, autonome e in grado di determinare il proprio destino, è quello di rileggere la storia familiare, comprendere cosa sia accaduto e riuscire così ad emanciparsi non tanto fisicamente dai nostri genitori, dalla nostra famiglia d’origine, quanto mentalmente.
Emanciparsi dalla propria famiglia d’origine non significa abbandonare i propri cari o non prendersi cura di loro nel momento del bisogno, neanche allontanarsi definitivamente, bensì consiste in un processo evolutivo di ognuno di noi per trovare sé stessi.
Nel processo evolutivo dobbiamo riconoscere ciò che abbiamo appreso nella e dalla nostra famiglia d’origine e decidere cosa vogliamo portare avanti nella nostra vita e cosa invece vogliamo trasformare.
Riuscire a comprendere quali sono i comportamenti che per antitesi si sono strutturati in noi o per analogia e modellamento come più frequentemente accade.
Un passaggio fondamentale nella vita di ognuno è riuscire ad individuarsi, rispetto al sistema familiare di appartenenza e all’ambiente che ci circonda. Individuarci rispetto al nostro sistema familiare d’origine significa riuscire grazie a un percorso di consapevolezza e trasformazione a riconoscere tutti i modelli, i modi di pensare e fare che abbiamo acquisito all’interno del nostro sistema familiare fin da bambini.
È fondamentale che ognuno di noi si fermi ad osservare i propri modi di fare e di pensare, i modelli di relazioni, e capire quanto essi possano essere riconducibili a sistemi appresi e interiorizzati.
Maggiore sarà la nostra consapevolezza, maggiori saranno le possibilità di lavorare su modelli e condizionamenti radicati, superandoli.
Emanciparsi non vuol dire dimenticarsi delle nostre origini, ma esplorarle, conoscerle, comprenderle e decidere cosa di esse ci è utile mantenere e portarci nella vita e cosa invece non lo è.
È come se dovessimo fare un trasloco e decidere cosa sia davvero utile mantenere e portarci dietro. Superare tutti i condizionamenti che non riteniamo più utili e funzionali per la nostra vita ci permette di focalizzarci su noi stessi e trasformare la nostra esistenza.
Differenziarsi dalla propria famiglia di origine significa riconoscere la propria unicità. La differenziazione del Sé è secondo Bowen, pioniere della Teoria dei Sistemi Familiari, la variabile della personalità più importante per il raggiungimento della salute psicologica e della maturità emozionale.
Molto spesso quando le relazioni familiari sono disfunzionali a causa di famiglie troppo invischiate o troppo disimpegnate, la crescita emotiva si blocca creando anche forme di dipendenza affettiva.
Attraverso il processo di maturazione, l’individuo sviluppa un senso del Sé differenziato da quello della famiglia di origine. Questo permette di integrare pensiero ed emozioni, e una maggiore capacità di relazionarsi agli altri.
Questo processo di trasformazione e crescita è un processo di individuazione fondamentale dell’essere umano, permette di vivere con maggiore tranquillità le relazioni.
È un obiettivo evolutivo importantissimo su cui ognuno deve imparare ad interrogarsi per vivere una vita più serena, piena di soddisfazioni e appagante.
Il grado di differenziazione dalla famiglia di origine, inoltre, incide notevolmente sulle relazioni, in particolare sulla coppia che ognuno di noi andrà eventualmente a creare. Non è possibile unirsi in modo soddisfacente con il partner se prima non ci si è separati dal contesto familiare d’origine.
Sintesi a cura di:
Dott.ssa Elisabetta Lazazzera
Tirocinante di Psicologia presso Studio BURDI