SIGNIFICATI
Questo argomento, pone molte domande sull’ universo del senso della vita, su quale senso si orientando i nostri istanti, le nostre giornate, l’ esistenza. Attraverso queste righe, non vogliamo avere la presunzione di orientare verso dei significati, ma indicare che il senso o il non senso che diamo, ha un impatto notevole sulla nostra qualità di vita.
Ci domandiamo che senso ha, essere presi da un’ altro, o essere innamorati, la noia, ,essere vispi ed accelerati, allegri, spenti, gioiosi, affranti, indifferenti, come mai ci accerchiamo senza desiderarci o ci circondiamo di presenze nulle o assicuriamo e ci garantiamo alla solitudine. Tutte queste modalità hanno sempre un punto di lancio, un intenso involontario significato motivazionale. Volere o nolere, tutto ha un significato, o siamo continuamente orientati nel cercarne sempre uno.
Una vita senza significati, non lascia speranze e nemmeno trasparire la vita stessa, essa viene percepita come, un non senso, non avere un percorso ed un progetto, una mancata missione. Il senso della vita, è voler comprendere quale è la propria missione, non quale è il nostro lavoro, ma quale è il più profondo piacere di esistere. La vita è una chiamata a lasciare un segno, lasciare un modo che aiuti a vivere meglio e bene in questo tragitto. Questo può accadere, attraverso una attenta ricerca introspettiva, interrogando il proprio numero uno, i propri talenti e la propria attitudine, si dispiega una strada maestra. La scoperta della propria attitudine genera slancio, serenità e sorriso, lascia trasparire la solarità, testimone di quanto sia davvero bello ed entusiasmante esistere.
L’ esperienza quotidiana ci pone sempre in un processo di cambiamento continuo pianificato o accidentale, lasciando cambiare i nostri significati, gli obiettivi, con le circostanze diveniamo normalmente incoerenti, perché cambiano i nostri punti di vista e le riflessioni, le prospettive e gli angoli del bel vedere, cambiano i modi di percepire, si trasformano le modalità di scelta e di azione.
Un tramonto, un filo d’ erba, un panorama, potremmo osservarlo dall’ alto o dal basso, di striscio, di sbieco, storto, sotto sopra, di lato, in una piroetta, a stretto giro, da vicino, a contatto, in lontananza o a giro giro tondo, comunque sia, se osservassimo in questo modo, riceveremmo migliaia di informazioni tutti differenti nell’ osservazione di un solo punto di veduta, avremmo migliaia di dati , di dettagli delle situazioni, vedere una realtà da pluri prospettive darebbe una realtà accresciuta, un allargamento dei suoi significati.
Quando non troviamo la via, è solo perché osserviamo poco, ci ostiniamo nell’ unico senso obbligato, nel verso delle nostre abitudini strutturate. Le abitudini si comportano come delle ossessioni, delle griglie a maglie strette di lettura che filtrano tutte le più grosse informazioni utili, le griglie ci permettono di guardare solo ciò che vogliamo vedere, e non ci permettono di emancipare. Guardare dai diversi punti di veduta, allarga le maglie, illumina L’ esperienza e pertanto le soluzioni. La griglia di lettura della realtà, è davvero il vero problema.
La realtà è infinita, è tanto di più ricca e profonda rispetto a quella che normalmente consideriamo, guardare in questo modo la realtà significa guardarla in profondità ed in prospettiva.
Una buona prospettiva risolutiva è considerarci prigionieri dei filtri, essi sono onnipresenti, li possediamo tutti e sono tanti. Chi sta male, deve ammettere a se stesso, che è imbrigliato in essi e deve darsi la necessità di guardare oltre il proprio limite. Questa è la peculiarità fondamentale dell’ analisi o della psicoterapia, ancora più di quella gruppo analitica, guardare oltre i propri schemi, per liberare se stesso.
Ogni situazione possiede carati di notizie e di significati, a volte incontenibili, da quelli più disparati a quelli disperati, o scontati, ma sembriamo non esser pronti a tanta bontà, ci sconcerta. Il più delle volte ci comportiamo come se la vita non fosse la nostra, ne prendiamo le distanze, diveniamo pubblico di noi stessi fin tanto che non prendiamo un palo, una sbandata o un fuori strada.
Di fronte all’ eventualità di una realtà schietta che si sbatte in faccia i fatti, ci comportiamo da distratti ed impacciati. Siamo imbarazzati e timidi, di fronte a tante informazioni, sgomenti, diveniamo increduli, accesi sostenitori negazionisti della realtà, neghiamo l’ evidenza, ci negandoci l’ esistenza di determinati tesori.
Chiediamo tanto agli altri, ma molto poco a noi stessi. Ci meravigliamo di quell’ amico che dopo anni ha cambiato atteggiamenti, che ci ha voltato le spalle, freddo e si è allontanato. Durante gli incontri con lui, molto probabilmente abbiamo solo filtrato poche informazioni sul suo conto, le informazioni migliori, quelle vere, le abbiamo perdute e il vero, non è semplicemente qualcosa, è il tutto, esso risiede innanzitutto sul pianeta dell’ indicibile nel quale risiede il significato fondamentale delle relazioni.
Magari ci comportiamo come se non volessimo sapere in più, per sola forma di pudore difensivo o per auto protezione, nascondiamo tanto e facciamo finta di nulla. Ma quando decidiamo di vedere e dire, il sonno veglia finisce, ci svegliamo o con un problema che brama risposte, veniamo svegliati dalle capocciate di una forte delusione, inizia in quell’ istante, una seconda vita, la chiamata a parlarne e a dare una svolta.
Pensa ad una situazione in particolare, fissa quel punto e chiediti, è solo questo ? Cosa altro c’è ? Cosa non voglio vedere ? Cosa mi sconcerta ? Cosa mi da gioia o tutto da temere ? Cosa sto combinando? Cosa sto scartando ? Perche non voglio scegliere,? Perché procrastino ? È lecito avere dubbi, ma è suggeribile imparare a vedere sempre e comunque a qualsiasi condizione, costi quel che costi ? È molto faticoso fare così, ma è rivoluzionario e molto risolutivo.
Non distrarti da ciò che sfuggi, sbriglia l’ attenzione, da voce da cui vorresti distoglierla. Fissa negli occhi il tuo turbamento o ciò che è doloroso o meraviglioso, anche se la soluzione non è immediatamente attuabile o velocemente risolvibile, vivi tutta la sua intensità, la troverai più leggera. Concediti ogni istante per quello che è, tutto è fondamentale, fa parte della tua vita, ascolta il tuo numero uno, ti parla ininterrottamente, vedi, non temere, agiscilo.
Se solo riuscissimo a guardare in faccia tutto ciò che nascondiamo, il sommerso, l’ occultato, lo strapiombo, l’ indicibile, sarebbe più accelerata la selezione, la pianificazione, si spianerebbe la risoluzione, la serenità, magari la felicità. Quando non guardiamo, seppelliamo il benessere, posticipiamo la vitalità, l’ impossibile ritarda, se lasciamo accadere, defluire i ruscelli, avremmo a valle cascate di energia, risparmieremmo in tempi di inutile sofferenza.
Quanto interminabile potremmo esprimere, sentire, ma ci raccontiamo in bisbìgli mentali, raccogliamo e ci accontentiamo di briciole, piegàti in due a fissarci su un dispiacere, su una delusione o una favola felice, ci soffermiamo alla scorza, ma una pesca la mordiamo per la sua polpa. Osare è vibrare. Non temere l’ emozione di ogni istante, ciò che è vivo è lî dentro, se ti chiudi, riabiliti l’ ansia, i sintomi sono il sacrificio di tutte le verità. Ogni pensiero possiede una parte sopra, un cognome, ed una parte dentro, il tuo nome, si chiama INDICIBILE. Tra i due, quale è la parte più autentica, ciò che appare o l’ invisibile? Decidi, autorizzati nel guardare più da vicino ciò che non si dice, a malapena si pensa, ciò che è nascosto, custodito nei tuoi fondali, ove si nascondono relitti, tesori e porpori coralli.
Nei nostri sotterranei sono presenti le nostre origini primordiali dei quali la nostra memoria interpellabile ne è depositaria. Ma il nucleo centrale della nostra intima riservatezza , dei nostri segreti, risiede sempre nell’ indicibile. Si può avere il coraggio di sfoderarlo, di vederlo, di chiedere e ridomandare .
Il nostro percepito lo sa, ha intuito, è arrivato, dagli ascolto e decidi ammetterlo, di chiarire, di giocare a carte scoperte. È necessario essere seri con se stessi, piantarla di nascondersi, fare un percorso per autentificarci con se stessi e per relazioni più significative.
Siamo reduci e profughi di costrutti post bellici. La ricerca scientifica per potersi emancipate e progredire, prevede l’ abbandono momentaneo di teorie precedenti. Si deve arrivare nudi, spogli di substrati predecessori, perdi tempo, per aprirsi a nuove scoperte.
Il senso delle cose, lo sacrifichiamo con gli stereotipi , i pregiudizi, i tabù e in luoghi comuni, abbiamo necessità di acque pulite che risciacquino e stimolino nuovi slanci di vita; senza stimoli c’è noia e bisogno di solitudine, di persone trasparenti, affini, intraprendenti, e se connesse alla vita, connesse a a noi da un sottile filo d’oro.
I significati sono doti non ereditabili, il vero valore è solo l’ uomo, col suo ascolto, il suo rispetto, il suo piacere, col metterci la faccia per difenderlo, col togliervi la maschera per riportarlo alla sua natura è dignità.
I significati vengono dati dalla verità, dal coraggio che abbiamo di poter essere sempre diversi, senza sentirsi umiliati, dalla parola che permette di non nascondersi mai . I significati, sono nelle passioni, che ci fanno stupire del niente e dell’ invisibile e fanno di ogni istante un film, un blasone, un dipinto, un’ icona di mille riflessioni dei tanti punti di vista. I significati sono lì dove esistono anime affini che si incontrano come quando ci si guarda in uno specchio.
giorgio burdi
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