Abbiamo intorno a noi, nuvole di parole ballerine
PARLARE SEMPRE, TACERE MAI.
Abbiamo intorno a noi, nuvole di parole ballerine.
Noi siamo ciò che si vede, acqua nitida, pura di un ruscello, trasparenza cristallina, aria tersa.
Siamo, alito tra le verdi erbe, che non si può nascondere , fluisce tra i campi, incatturabile, ruota vorticoso nell’ immenso dei fili, fruscia escorre, come veli sfuggenti è inafferrabili,c’è e non puó nascondersi, nè barare,come raggi di sole che scalfiscono la notte, milioni di frecce di luceche disintegrano il buio.
La nostra natura e la veritàla bugia è pargola.Il bambino difende il suo territorio tramite la menzogna, perché non possiede quei processi linguistico cognitivi tali da tutelare i propri bisogni.
Lui deve barare per ottenere, rientra nel progetto del capriccio.
Se non mentisse non sarebbe bambino, gli è necessario per far crescere la sua autonomia rispetto ad un mondo che non lo considera persona, ma piccolo.
Per un adulto il nascondimento è occulto, è buio, il tramare è distruggere l’ autentico, rovinare un’ opera, ciò che negli anni avrebbe dovuto affermare in virtù della propria emancipazione .
L’ atto di verità è il coraggio di esistere come uomo.
La bugia è la contaminazione di un adulto che si difende dai propri fallimenti.
Quanto è fondamentale parlare, dire di se, della propria trasparenza, parlare, parlare e parlare sempre, dell’ impensabile dire, approfondire scavare, speleologi della profonda sincerità, luce dei rapporti.
Leggi, verbale o paraverbale, siamo un racconto senza fine, un flusso di sensazioni continuo, abbiamo intorno a noi nuvole di parole ballerine, basterebbe solo leggerle o fermarle su un foglio ocre senza righi,lasciarle cadere così come macchiano, disegnare di se.
La parola è perno dell’ onestà, deve poter vivere aldilà del dissenso altrui.
La parola innanzitutto, aldilà del consenso altrui, che vogliano o no, è necessario apprezzare le opere d’arte, considerarate a volte cencio per gli altri.
Di ciò che sei, non pretendere che ce ne sia un altro uguale, fa della differenza il tuo orgoglio, non nascondere, raccontati la tua storia a testa alta, hai i tuoi meriti e tanti ne usufruiranno, se sai ciò che sei, saprai cosa dare.
Non c’è nulla che non possa essere risolto se non attraverso la parola.
Quando non si riesce, non si vuole, esistono interessi più grandi da difendere.
Parlare è comunque parecchio complicato, ma è anche autorealizzarsi nell’autenticità, non è facile, tanto meno essere se stessi, ma inequivocabilmente dovuto, un atto di sincerità è un atto necessario, di giustizia per se e per gli altri.
Occultare e mascherare è scivolare verso la sofferenza, genera grande malessere. Le parole non dette, esplodono dentro, diventano i precursori della malattia psicosomatica.
Il parlare accentua le differenze, il tacere appiana, equipara. Il parlare allontana soggettivamente per poi avvicinare su un piano oggettivo.
Nel parlare, il rispetto di se inizia dove sembrerebbe finite quello dell’ altro, ma la parola fa da confine e da ponte.
Il rispetto per l’ altro è come il rispetto per parole differenti, che possono essere confuse, ma hanno un confine delineato ed un tono di colore complementare.
Stabilità ed intelligenza è percepire le differenze tra le parole come tra persone differenti.
Ognuno di noi è una parola diversa ed insieme facciamo sensi e storie differenti, non esistono luoghi comuni e convinzioni omologate, ma storie assolute nella loro unicità.
Parlare sempre è rivelarsi ed imparare ad essere presente a se e agli altri, tacere è nascondere a vantaggio dell’ assenza di se.
giorgio burdi
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