Per modellare la tua vita, disponi dei tuoi o dei pollici altrui ?
LO SCULTORE
Avete mai provato a modellare l’argilla? Ad affondarci dentro le mani, percependone la morbidezza, la plasticità e l’ umidità propria della materia informe? É malleabile se é umida, puoi creare tutto ciò che vuoi, puoi trasformare, con le mani, le tue idee in scultura. Se è secca e rigida come la mente, non ci ricavi nulla.
La metamorfosi delle forme plastiche architettoniche della materia, attraverso la metamorfosi e la malleabilità mentale mentale .
Puoi fare di te ciò che vuoi, se lo vuoi, sotto i tuoi pollici .
Chi cambia é un artista, rimette a nudo la materia e rincomincia, rimpasta riprende ed rincolla idee, acqua, intuito e fango, si sporca, si lava, si imbratta, si terge il sudicio, si asciuga e ammira come la propria vita assume forma, l’ appropriata plasticità e gestalt, se l’ Artista sei tu di te stesso.
Chi non da nuova forma alla propria vita , non vive.
Noi siamo gli scultori di noi stessi, quel pollice affondato nella malleabile plasticità della materia della nostra vita, delinea il il nostro percorso.Percorso che il piu delle volte prende la strada dei pollici altrui.
C’è qualcosa di magico in questo: poter creare dal nulla, solo con la tua mente, attraverso le tue mani.
È un po’ come vivere. Scegli tu come farlo, come plasmare la tua vita, dal nulla. Inizialmente non hai niente, un pane di argilla, un nome, e poi ti ritrovi tra le mani una scultura, la tua vita.
Capita che a volte non è esattamente come l’avevi pensata, che quei precisi pensieri e desideri non hanno trovato realizzazione, hai modellato nel modo sbagliato, forse a causa di mani ancora poco pratiche nel gioco della vita.
Ma l’arte ci insegna che l’errore e l’imperfezione conferiscono bellezza e autenticità alle nostre opere, e allora cosa c’è di più bello del creare qualcosa di proprio ed unico, inimitabile, spesso imperfetto, ma gelosamente nostro, quale l’opera d’arte della nostra vita ?
“Ti ho plasmato dal fango e ne ho fatto il mio capolavoro”: Nella Genesi Dio si pone come l’ Artista che plasma se stesso nel capolavoro della sua creazione, l’Uomo. Lo creò a Sua immagine e somiglianza, come la rappresentazione speculare di sé.
Noi siamo e dovremmo essere quel pollice che affonda nella malleabile plasticità della materia della nostra vita. Non lasciare che altri pollici la deturpino.
Non permettere agli altri di derubarti dell’opera d’arte che sei e di plasmare i tuoi tratti al posto tuo, ma soprattutto non giustificare la loro volontà o l’ incidente di farlo.
Adesso prova a sperimentare quello che ti ho detto.
Prendi un pane di argilla e, a tuo piacimento, plasma ciò che vuoi. Mentre lo farai, ti accorgerai di poter fare altrettanto con la tua vita, perché solo tu sai quali solchi le tue dita vogliono scavare.
Sei l’artista della tua vita!
giorgio burdi
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