
Gli psicofarmaci curano il sintomo, le parole le cause e i cambiamenti.
Le parole che curano
E la cura delle parole
Gli psicofarmaci devastano la mente, le parole agite ci cambiano.
La parola è logos, è pensiero, verbo, azione, È la rappresentazione di uno stato mentale, di una esperienza e delle sue sensazioni .Tradurre i pensieri e le sensazioni in parole è per l’ uomo l’ operazione più complessa al mondo poter dire ciò che ha e ciò che vuol fare e come vorrebbe farlo.
Serve proprietà di linguaggio, intuizione, intelligenza ed esperienza. Non serve nemmeno avere un curriculum, quanto invece esperienza di comunicazione, una elevata dose di attenzione e perspicacia. Infondo, dentro, siamo un po’ tutti psicologi.Serve essere un attento osservatore, arguto,brillante, con un ingegno acuto, penetrante, sottile, mordace e vivace nella risposta.
La parola fa l’ esperienza e questa si traduce in parole. L’ esperienza lascia traccia neuro biologica che diventa schema mnemonico che traduciamo in parole.
Le parole rievocano, riprogettano e diventano azione, l’ azione viene riformulata in pensieri e nuovamente in parole.Esattamente questo é il processo analitico di una psicoterapia: dall’ esperienza alla parola, dalla parola all’ azione riformulata in senso funzionale .
La vita è una continua giostra tra esperienza parola e viceversa Non è magnifico ? A volerlo e a prenderne coscienza, potremmo cercare le parole sempre nuove e riformulare esperienze e conoscenze rinnovanti.
È semplicemente geniale chi impara infinite parole e le usa appropriatamente, apre nuove galassie e geometrie aldilà dei propri perimetri.
L’ esperienza o la cambiamo con gli psicofarmaci che hanno azione rapida e devastante, o con la Parola che agisce lentamente ma con efficacia verso la propria direzione .
Io In quanto uomo e psicoterapeuta, prediligo la parola.Magia ? No, empirismo: lettura e conoscenza dei sotterranei della propria anima e riformulazione agita con determinazione neurobiologica.
Ecco come avviene il cambiamento attraverso e tramite la parola.Riattiviamo con la parola le naturali industrie cerebrali, ri diventiamo gli industriali di noi stessi.
Le parole sono prigioni o porte di uscita, le parole profonde appartengono ai sentimenti, alle sensazioni e alle emozioni, riempiono e danno un senso compiuto alla propria essenza ed esistenza se poi divengono empiriche.
Fare ciò che si è, è la messa in atto della parola racchiusa nel proprio nome, è la traduzione della parola in azione. Ogni volta che viene agita la parola del nome che portiamo, viene assicurato il proprio benessere.
giorgio burdi
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