Faccio di tutto per compiacere, ma per la mia famiglia sono sempre inadeguata
Mi sembra di essere ferma allo stesso punto da sempre. Le sensazioni che provo non migliorano ma sono sempre negative e non fanno che consolidarsi. Ho tanta rabbia,tanta tristezza. Mi sento un fallimento,una persona non adatta a vivere la vita di ogni giorno.
Mi sento il risultato dell’indifferenza e dell’odio tra
due persone…un errore che loro hanno commesso in maniera superficiale,senza valutare le conseguenze. Sembrano vivere come se io fossi un banale effetto collaterale che ormai fa parte delle loro vite. Odio ogni centimetro di questa casa, non riesco più a essere serena qui,ho solo ricordi tristi e cupi e qui ho maturato i miei primi pensieri di autodistruzione.
Non provo amore per la mia famiglia,ho cercato di conservare faticosamente qualche residuo ma non è rimasto più niente. Sono due persone che mi hanno dato la vita ma che credono di avermi dato amore assicurandomi i beni materiali. ho sempre dovuto reprimere tutto il mio dolore e nonostante abbia chiesto scusa per il mio modo di essere, anche se in momenti di profonda depressione in cui avrei soltanto voluto non essere invisibile ai loro occhi, da parte loro non c’è mai stato un riconoscimento dei propri errori.
Ma il fatto che non mi venga riconosciuto l’impegno e lo sforzo fatto per cercare di essere una buona figlia,in una situazione familiare affatto ideale,mi disgusta. La freddezza con cui ignorano o evitano di notare la mia sofferenza mi disgusta. Piangono per amici o conoscenti affetti da una malattia,e non hanno mai versato una lacrima per una figlia che pur non essendo affetta da malattia era visibilmente morta dentro.
Ho sprecato troppe energie per contribuire ad un minimo equilibrio familiare (
inesistente ). Dopo una settimana di lezioni all’università e studio intenso, per anni ho dedicato i miei weekend alla pulizia di 2 piani di casa (che io non ho scelto) ma che erano causa di profonda stanchezza per mia madre.
Mi ha inculcato l’ossessione per la pulizia maniacale,per cui spesso non uscivo nel weekend perchè ero troppo stanca dopo aver passato ore ed ore a pulire ogni superficie ogni + piccolo oggetto,per darle un pò di sollievo,sperando che
questo si traducesse in un rapporto più sereno fra lei e mio padre,e d
conseguenza in una maggiore serenità per tutta la famiglia.
E tutto quello che avevo in cambio era l’esaltazione dei figli altrui,di quanto gli altri fossero più fortunati di lei.Lei che non aveva ricevuto affetto da piccola,da moglie e da mamma.E poi le sue lamentele con tutti,perchè si stancava a mantenere pulita da sola una casa così grande. Tante volte mi sono rifugiata in camera a reprimere la mia delusione e la mia rabbia,ho pianto in silenzio,mi sentivo soffocare,perchè qualsiasi cosa facessi non era mai abbastanza.
Ogni volta che l’esame si avvicina questi pensieri e tanti altri aumentano,mi
riempiono la testa fino a stordirmi,non riesco a leggere in maniera fluida una sola pagina.devo frenare i miei pensieri per poter concentrarmi,ma per ogni 5
minuti di concentrazione ritrovata,ne perdo 60 a cercare di frenare i miei
pensieri. è stancante,ho bisogno di mandare un messaggio a un’amica o sentire qualcuno per telefono,mi dico che non sono sola,che ho persone intorno a me che mi vogliono bene…ma non è sufficiente se io in primis non me ne voglio.
Quando parlo o quando scrivo di ciò che sento non provo sollievo,ma solo un
senso di vuoto. A volte temo di aver provato così tante emozioni negative,da
essere condannata a non provare la felicità vera o un senso profondo di amore.
Mi guardo vivere,mi osservo,mi critico,mi analizzo,e di conseguenza osservo
attentamente tutto ciò che mi circonda…e ciò che vedo non mi conforta:c’è tanta superficialità,poco rispetto per l’altro,egoismo e invidia. ho sempre
avuto la profonda convinzione che certe persone (come me) non dovrebbero
nascere,chiunque abbia un certo tipo di sensibilità, e quindi una maggiore
debolezza, non è adatto a farsi spazio in questo mondo. Fino ad alcuni anni fa
ero riuscita a reprimere la mia debolezza e la mia profonda insicurezza,avendo
sempre in mente il mio obiettivo.Poi l’ansia e la stanchezza di lottare contro
le mie paure hanno gradualmente preso il sopravvento fino a rendere invisibile
il mio obiettivo.
Martedì ho l’esame,ma le pagine da studiare sono ancora tante…vorrei
comunque provarlo,mi presenterò all’appello e vedrò se riuscirò almeno a
tentarlo,superando la paura del giudizio dei professori.
Michela
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