Padrone del tempo altrui, poco del proprio
Il Ritardatario
Padrone del tempo altrui, poco del proprio
A che ora ci vediamo ? Ti va di incontrarci ? Non vedo l’ ora, è la più elevata espressione tra due che desiderano far coincidere le loro attrazioni speculari.
Una coincidenza spazio temporale di due eventi in un incontro. Un punto per due in un tempo limitatamente infinito.
Nell’ attrazione tutto coincide, è sintonico, in assenza, il punto e il tempo diventano per i due, asincroni, quasi inesistenti, più ridondante nella relazione affettiva.
Nella realtà esistono due punti lontani e due fusi orari differenti, ognuno ha il suo e la sua allocazione esperienziale distante.
La diversità è lontananza, è figlia del ritmo del pensiero e della vita divergente di ognuno.
Per contro, l’ attrazione e gli interessi sono il motore della coincidenza.
La coincidenza dei tempi e degli spazi, in una convivenza, allontana, ma viene recuperata nel continuo recupero degli spazi e dei tempi singoli soggettivi.
La dimensione Relazionale esiste sulla base di questa danza tra io prima, tu poi, noi in fondo.
Il desiderio del noi non può anticipare la dimensione individuale, così come l’individuale non sopravvive a discapito del noi.
Il ritardatario è colui che ha perso la sensazione di se, avverte di essere inserito in un noi impositivo, sempre onnipresente, dal quale prende le sue distanze ritardando in modo coattivo per tentare di recuperare il proprio se.
Il ritardatario tarda perché possiede un sottile senso di onnipotenza, pensa sempre di farcela, mai è troppo tardi.Diviene padrone e manipolatore del tempo altrui, ma di fatto lo è poco del proprio.
Il ritardo è un atto mancato, una scala senza fine, una resistenza al noi, la proclamazione di un disagio non esplicitamente ammissibile, è una paura, un no taciuto o un malessere latente.
Ritarda chi è stanco, se premonisce una gap, se è saturato da un target di relazioni stressanti ritenute vuote o se è solo svuotato di se, resiste al tempo dell’ incontro, è convinto sempre di poter recuperare il tempo andato, perchè di fatto di tempo ne ha perso, ma il vero tempo che perde nel presente è esattamente solo il suo.
La sfera dell’ incontro espande il se, non rappresenta mai una perdita se ognuno è presente a se stesso.
Il noi, è sempre una risorsa, ma solo se ognuno è risolto ed è inserito nel proprio soddisfatto presente.
giorgio burdi
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