E la matematica dell’ equilibrio
DETERMINARE i cambiamenti
E la matematica dell’ equilibrio
A vantaggio del benessere è necessario che le situazioni stiano in equilibrio, per poter dire di stare Bene. Non può esserci un equilibrio egoico, solo personale, ma del sistema, come in una tenso struttura. Se cede un tirante tra mille, tutto flette.
Il proprio benessere è il benessere e l’ equilibrio del sistema, esso potrebbe perdere anche di valore, metterebbe in crisi anche l’ essenza, se l’ equilibrio non lo tieni, cede, crolli, ti trascina, come un’antenna senza tiranti, flette, si spezza, rischi di non vedere, perché ondeggia al vento, fluttuano le onde, l’ immagine si fa neve.
Un mare in tempesta esubera, teme il pericolo, frizza la paura, se i suoi tornanti d’acqua che si innalzano e sprofondano nell’ abisso, sfrena il cardiopalma, lascia il fiato in gola, la traversata si fa sgomento.
Si puo essere esteti, fanatici dell’ equilibrio, ma se non lo tieni davvero, deragli. Fissa il range, la matematica del benessere, il caos è polvere di cristalli, l’equilibrio è il cristallo dalla polvere, trova l’ identità .
L’ equilibrio viene dato dallo spostamento del proprio baricentro, dagli altri a se, una sola inclinazione persistente del suo asse verso gli altri, sovvertirebbe la propria gravità, sballottotterebbe al suolo.
Le nostre cadute o cedimenti derivano notevolmente dalla sproporzionata dedizione agli altri, dallo svuotamento delle proprie risorse, togliendo ogni tassello di se per ricomporre i mosaici altrui.
È incompatibile una serenità senza l’ equilibrio o viceversa, senza, la felicità sarebbe una mera illusione.
Le scienze sono portatrici di equilibri, il loro punto di partenza è sempre il caos, l’ indefinito, il tentativo di definire, rappresenta già la cura, l’ organizzazione del puzzle è già una terapia, nel tentativo di ristabilire l’ omeostasi ed eliminare i dolori.
Le geometrie e le matematiche dell’universo hanno meccanismi autonomi rispetto a tutti gli altri meccanismi, ognuno di essi ha la sua logica e il suo ritmo, ogni ingranaggio funziona di suo.
L’ equilibrio soggettivo è sinonimo di Autonomia, affettiva innanzitutto, è frutto di quei processi di attaccamento sviluppati in famiglia.
La modalità dell’ attaccamento sicuro, produce autonomia affettiva e inclinazione alla quiete, un attaccamento evitante, instabilità, fuga dall’ identità, incapacità di sofferenza e di compiere scelte.
Perché funzioni un sistema, bisogna che funzioni bene l’unità soggettiva, esonerata da turbamenti, da interferenze esterne, abbiamo un sistema autoconservativo che ci riporta in equilibrio sempre, se l’impostazione iniziale è corretta.
La cura per l’ altro è tenere prima a se stessi, si è altruisti se ci si tiene a se. Questo può avvenire se un genitore ha condotto per mano il proprio figlio, in tenera età, così il figlio potrà reggere gli altri se avrà imparato a reggere se, scevro da egoismi.
Il meccanismo dell’ egoismo, per sua natura, chiede ripetibilmente presenze, che non risultano essere mai soddisfacenti, l’ egoista prende tutto, non si riempie mai, svuota e disintegra l’altro come non abbastanza, fino al suo sfinimento , perché il suo vuoto antico da ricolmare, risulta essere molto più grande di qualsiasi presenza ed amore dato.
giorgio burdi
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