CHI VIVE, SBAGLIA, MA CAMBIA, CHI NON SI MUOVE, MUORE
CHE SENSO HA L’ ERRORE ?
CHI VIVE, SBAGLIA, MA CAMBIA, CHI NON SI MUOVE, MUORE.
Tutto ha un senso quando decidiamo o ci lasciamo andare nel vivere una qualsiasi situazione.
Nessuno può giudicare ne comprendere i motivi per i quali compiamo certe scelte.
Sembrerebbe non giusto, né ottimale, oltre gli altri, noi stessi siamo i nostri migliori giudici e censori, lì dove l’ impossibile diventa inevitabilmente attraente, più forte e più prepotente di noi, non conosce altre ragioni, per questo acquisisce la sua fondamentale importanza, sembra che certe direzioni rappresentino direttrici scontate, più giuste e migliori, quelle più sensate, come fossero un ruscello che segna e segue un tratturo che va da se verso la valle.
Ognuno di noi dinanzi alle opportunità di conoscere e sperimentare l’ infinito di se, riformula nuove meridiane, longitudini e latitudini.
Ci sono momenti in cui abbiamo bisogno di essere e di fare in quel unico modo, spesso non condivisibile da nessuno, ma logico solo per se.
È come scoprire all’ improvviso inaspettatamente, che nel proprio appartamento ci siano nuove stanze inesplorate, buie, nascoste, ombrose, per le quali si avverte una inarrestabile attrazione nel varcarle. Chi vorrà estendersi, sa che nel buio potrà farsi male e sbagliare i suoi passi, inciampare.
Il nuovo, concilia l’ esplorazione e pertanto lo sbaglio potrebbe essere lì, in agguato, dietro l’ angolo. Chi teme di sbagliare, non va oltre il proprio monolocale. Ogni situazione nuova avvenente, vorticosamente passionale, avrà a che vedere inevitabilmente con gli sbagli, se rappresenta l’ inverosimile assoluto inesplorato.
Certe situazioni esterne ci esprimono, rappresentano l’ emancipazione e l’ esplosione di noi stessi, per questo ci lasciamo andare e siamo responsabili di certe attrazioni.
Sensi unici, ztl, o divieti di accesso, diventano inevitabilmente varchi aperti, blocchi inesistenti.
Si avverte la necessità ineliminabile di conoscere ciò che vorticosamente attrae, all’ improvviso ci si trova dentro, immersi in una spirale senza fine, fatta di luce e buio, nutriti, ma anche affogati.
L’ emozione prepotente ci risucchia al suo interno e il fascino di perimetri inesplorati ci seduce, delinea la nostra vera zona abitativa da sempre desiderata.
Alcuni altri, rappresentano per noi, l’ opportunità di esplorare i nostri mondi, sono la nostra stessa anima ed essenza, la nostra immagine riflessa.
Parte di ciò che è la realtà, al di fuori di noi, ci rimanda, come dinanzi ad uno specchio, a ciò che intimamente siamo, e ciò ci attrae inesorabilmente.
Esploriamo e restiamo concitati, incantati, ubriachi, meditativi, silenti in preghiera , entusiasti per sensazioni date da territori nuovi, da cunicoli che dispiegano nuove prospettive tridimensionali, fresche e colorate che esprimono l’ assoluto di noi.
La nostra grotta cieca diviene illuminata, diviene un palazzo regale, da sentirci, in essa, all’ improvviso, re o regina.
Quando si vive così, non ci sembra mai uno sbaglio che tenga, pensiamo di non errare mai, difronte all’ incanto dell’ i universo che scopriamo in quegli istanti infiniti.
Qualsiasi vissuto denso di attrazione, che ci concediamo, è un vissuto che ci permette di accedere a noi, ai mille vani del nostro sottosuolo.
È un tortuoso percorso, fatto di entusiasmi e di sofferenze, ma gratificato dalle scoperte delle mille stanze che si pensava di non possedere, e increduli per le mille azioni che si pensava di non commettere mai.L’ errore per accedervi è di chi vive, ma è solo ciò che ti cambia la vita.
Ci chiediamo se fosse mai possibile evitare di sbagliare, nonostante la massima attenzione, comunque accade, sarebbe perfetto il suo contrario.
Ma se ha un tale potere l’ errore, lo si potrà chiamare sempre, errore ?
L’ errore ha un ruolo nel processo interminabile di crescita, sembra essere connaturato al conoscere situazioni dense di significati, serve per conoscere maggiormente quando siamo difronte a significativi e nuovi territori, serve per capire come non commetterlo ancora.
Noi siamo tanto più di ciò che immaginiamo di essere, siamo sbalorditivi, inesplorati, molte volte meravigliati, e solo chi sbaglia può saperlo con certezza, e volere o nolere, lo si può ammettere, e se fosse possibile, rimediare, e andare avanti.
giorgio burdi
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