Ognuno si schianta nei bui altrui
Quando parliamo di “schianto”, inevitabilmente, ci viene in mente uno scontro automobilistico in cui l’impatto improvviso è dato dall’assenza di misure di sicurezza.
Nelle relazioni non esiste un dispositivo o una spia che ci avverte quando siamo di fronte ad un pericolo, ma siamo in grado di percepire ciò che ci fa stare bene o male, attraverso la nostra percezione, i segnali inviati dal corpo, o ancora la nostra vocina interiore. Ma cosa porta ad uno schianto?
La proiezione è il meccanismo più frequente. I desideri, la voglia di un rapporto, gli stessi schemi mentali, le nostre fragilità irrisolte, vengono proiettate sulla realtà che viviamo. Un po’ come fossimo al cinema, vediamo un film creato da noi stessi che non ci permette di capire con obiettività ciò davanti cui ci troviamo.
Tutto diventa edulcorato, mediante un’interpretazione senza filtri. Esci, due chiacchiere, uno scherzo e si sta bene.. e in alcuni momenti, male.
Cosicchè d’improvviso ci troviamo in un luogo sperduto e senza via d’uscita. Il buio dell’altro.
L’altro, colui che non vediamo, problematico quanto basta, accartocciato su se stesso, intriso nei suoi dolori, crocevia di pensieri intrusivi e sensi di colpa, ruba le nostre energie,portandoci a soddisfare una richiesta continua di amore di cui noi non siamo i diretti responsabili.
Persistiamo, perché ce la possiamo fare. Ignoriamo il nostro sentore e deturpiamo l’unica opera originale, la nostra, per rincorrere incessantemente quel sentimento che crediamo essere unico e dal quale non ci accorgiamo essere intrappolati o giàdipendenti.
La nostra vitalità svanisce, la pulsione di vita va in detumescenza. Il vuoto dell’altro diventa l’oggetto d’amore condiviso a caro prezzo. Abbiamo perso la bussola della nostra vita.
Meglio ancora quando mettiamo in atto un comportamentoossessiva in cui riteniamo che l’altro possa cambiare.. e ci chiediamo senza sosta cosa poter fare. Nulla. L’unica soluzione valida: il nulla, meglio, lasciarlo nel suo vuoto.
L’altro non cambia se non è lui a volerlo. La peggiore delle consapevolezze. Il momento in cui effettivamente percepiamo si esserci schiantati.
Non rimane che una profonda tristezza, alienazione, cadiamo in una valle di lacrime, parole delle nostre più accese speranze e illusi rimaniamo attoniti in uno stato di confusionale, nel tentativo di dare una spiegazione a ciò che è stato.
Quel film che stavamo vedendo si spegne davanti ai nostri occhi e la sala diventa buia. Non rimane più nulla, sedie vuote. Anzi, qualcosa ancora sosta ed è dentro di noi.. Quella vocina che non abbiamo mai ascoltato, balza alla nostra mente e quei sintomi di malessere hanno modo di trovare una spiegazione.
Nel finale, un pensiero, “ tutto dipende da noi, relativamente”.
silvia V.
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