Storia di una depressione, una donna che non vive di se, concentrata sul sentire e il vivere altrui, sottomessa, marginalizzati i propri bisogni e le proprie apsirazioni a vantaggio di quelle degli altri
Caro dottor Burdi, oggi ho avuto una forte crisi di ansia e di paura. piangevo come una disperata. Per calmarmi ho dovuto prendere le gocce di lexotan.La mia testa non riusciva a fermarsi, sono tornati tutti i pensieri negativi, vedo di nuovo il buio davanti a me, ho paura che non riuscirò mai ad avere una vita normale, ho la sensazione di essere inadatta a vivere, tutto mi appare come un ostacolo insormontabile, anche le cose da fare in casa mi mettono agitazione. Credo di avere una forte depressione, sono inappetente, non mangio più, non ho voglia di nulla, oggi la mia bilancia pesava 40 kg, temo di andare in anoressia, ho bisogno di lei e sento che mi sta facendo già bene la sua psicoterapia.
Mi sento fragile e in balia di me stessa. Sono tornata a osservare la vita degli altri e mi sembra che tutto quello che gli altri fanno con gioia, gusto, grinta, ecc… per me è solo fonte di paura, di angoscia. Ho inoltre un forte senso di colpa verso tutti coloro che stanno soffrendo per me e con me, in particolare provo un forte senso di colpa e di dispiacere per lui: la mattina mi sveglio e mi rendo conto che sto pensando a lui che, anche se per cena viene dai miei, poi passa il resto della serata da solo con i suoi pensieri, penso che lo sto trascinando giù con me, penso che lui potrebbe vivere una vita normale e che con me sta solo perdendo del tempo prezioso. Io non so quanto durerà questa mia situazione e che risvolto avrà la mia vita (e quindi il mio matrimonio), e lui nel frattempo? Posso io essere così egoista da tenerlo in questa trappola, in questo limbo ? Lui non sta soffrendo meno di me…E voglio sottolineare che lui in nessun modo mi sta facendo pesare la situazione tanto meno il fatto che sono a casa dei miei. Sono tutti pensieri che sto facendo da sola: probabilmente vedo il tempo passare e se da un lato il pensiero di tornare a casa mia mi fa venire l’ansia e la paura, dall’altro sento l’obbligo di ritornarci .HO PAURA, TANTA PAURA, non riesco nemmeno a respirare, trattengo il respiro.Eppure nei giorni scorsi, grazie alla psicoterapia, ho preso più di una iniziativa: sabato scorso sono stata a casa mia per circa tre ore per fare le pulizie senza sentire il bisogno di scappare via, domenica lunedì e martedì ho avuto iniziative culinarie, mi sono sentita più attiva e diversa, ho pensato: posso farcela con l’ aiuto del mio psicologo .Poi giovedì ad un certo punto ho iniziato a sentire un pensiero pungente: forse sto meglio solo perché sono a casa dei miei, sento meno responsabilità, ma quanto tempo potrò andare avanti così, una decisone la devo prendere prima o poi ecc… questo pensiero evidentemente si è fatto più forte fino a farmi scoppiare. Lui dal canto suo sta cercando di fare del suo meglio. Sta cercando di comunicarmi le sue necessità, le sue opinioni, in un modo molto diverso da come faceva prima: sta cercando in tutti i modi di farmi capire che lui la pensa in un modo ma non per questo io devo pensarla come lui, ma che come io non posso vivere senza essere me stessa la stessa cosa vale per lui. Quindi sta cambiando le modalità di dirmi le cose ma con riguardo ai contenuti no. Semplicemente poi alla fine entrambi capiremo se ci sono punti di contatto o meno e sulla base di questo prenderemo le opportune decisioni. Grazie
Isabella
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