LA VITA È UNA PAUSA TRA
DUE BATTITI CARDIACI
Tra due battiti cardiaci c’è una pausa, la essa è la vita tra due pulsazioni, senza i battiti non ci sarebbe ritmo, pensiero, respiro, sensazioni, cammino, ballo, festa, tempo; i battiti sono propulsioni che iniziano al tempo, alla storia, ai natali, ai tuoi compleanni, alla tua prima, sono l’ esordio sul palcoscenico della vita.
La nostra vita è la sommatoria e la congiunzione continua di tutte le pause tra i battiti. Una vita dura quanto le pause. È un dono meraviglioso, la vita nasce attraverso il Big Bang tra due battiti ed una pausa, essi sono i sono detonatori della luce che osserviamo. Senza battiti c’è il buio. Sei il tuo spazio immenso e finito tutto da progettare tra una sequenza di pulsioni cardiache.
Che speco doversi cristallizzare sul passato o nebulizzarsi verso il futuro.
Il battito è solo presente, non esiste un battito passato, tanto meno uno futuro, è solo hic et nunc. Ci sei o meno, esso è sempre inesorabilmente presente.
Il battito è lo start and go del tempo, è l’ attivazione del cronometro che spalma il tempo su una pellicola di fotogrammi. L’ eternità è la pausa finita tra i tuoi battiti cardiaci e il Big Bang del cosmo, che ci estende verso la pausa infinita ed eterna.
La vita dell universo inizia da un Big Bang e continua tra i battiti umani e riprende e continua verso la sua origine, nel buco nero del battito dell ‘ universo.
La vita è come la musica, il suo primato non è nelle note, ma nelle pause tra le sue note, una musica senza pause sarebbe un rumore con variazioni tonali, le note combinate con le pause generano miliardi di costellazioni di melodie, come nella vita.
Dire ho poco tempo, mi manca il tempo troviamo degli incastri, non ce la faccio, vediamo un attimo, non ci riesco, fai in fretta, sono espressioni isteriche del non vivere il proprio tempo, del non poter godere dei flussi continuativi che il ricco quotidiano ci regala.
Ogni istante ci impone di essere presenti a noi stessi e a tutto ciò che ci scorre dentro ed accanto, di far riferimento li dove abbiamo i piedi piantati in quel territorio. Ogni istante di vita ci fa l’ appello, e quando non rispondiamo e non lo ascoltiamo, risultiamo assenti, non ci ricordiamo di noi, risultiamo essere lontani da noi. Essere assenti nel presente è come non essere mai nati, intrappolati in un incantesimo irreale, trasparenti, fuori dal mondo.
Quante volte risultiamo impreparati nelle risposte ? Siamo altrove, lontani, staccionati nel nostro gregge di preoccupazioni e di pensieri. La risposta è frutto della presenza, è data dalla aderenza alla realtà. Quanto più siamo presenti, tante più risposte e domande riceviamo e facciamo nell’ Olimpo della curiosità . È la curiosità che ci rende vivi come bambini, la sua assenza ci rende apatici e degli ebeti indifferenti. La realtà ci insegnerebbe tantissimo se solo fossimo dentro di essa, come dei diretti interpellati ed interessati, come degli osservatori, spettatori e protagonisti. La presenza è ricchezza e riempimento, è coinvolgimento, è curativa, la presenza è terapeutica, l’ assenza è isolamento, impoverimento, rimuginazione, è vuoto, prigionia mentale, è malattia.
Tra spettatore e protagonista, la differenza è nell’ azione; il protagonista osserva, interagisce e modifica la realtà, si diverte, va in conflitto, lotta, sbraita, agisce e reagisce e gli piace, lascia un segno, il proprio contributo, migliora; lo spettatore subisce, auto sabota, si auto celebra, si auto predestina ad un orientamento che lo chiamerà destino, si sente succube, inerme, incapace di azione e protagonismo, di riconoscere priorità e decisioni, si rimescola nelle sabbie mobili della sua introversione pessimistica.
L’ assente non ha mai tempo, perché deve recuperare quello che ha perso mentre era assente, è sempre in ritardo ed in condizione, è in estenuante recupero, deve recuperare e capire quello che non ha vissuto prima, e diventa ladrone del proprio tempo, perché, per recuperare serve altro e lo ruba in quello presente, vive un debito continuo nei confronti di se stesso; il ritardatario è debitore e creditore di se stesso, deve pagare il debito del tempo che non si è concesso con il credito del tempo rimasto che gli resta, destinato a non essere mai vissuto. Il presente serve per ripagare il passato è i suoi errori. Il tal modo, il presente ha lo scopo di recuperare un passato non vissuto.
Una vita fatta di soli impegni, doveri, obblighi e responsabilità, rende automi, esauriti ed assenti. Il piacere e il desiderio, ridanno il senso delle cose e le forti motivazioni verso, essi ci rendono presenti in attimi profondi ed interminabili.
Dobbiamo ricoprirci di giustificazioni e menzogne per il sol diritto di decidere e far esistere il proprio tempo, del quale saremmo i legittimi proprietari, giungiamo a sentirci attanagliati dal senso di colpa di essere in casa nostra, come fossimo estranei.
È un crimine verso se stessi, dover attendere le altrui deleghe e autorizzazioni per decidere di noi di noi e dei propri spazi. Si deve giustificare sempre tutto a tutti ? Dove è il diritto ad esistere ?
La discrezione è evoluzione, è intelligenza, gli indiscreti sono animali insicuri, si rendono a stampelle, per darsi certezze.
Prendi la tua vita tra le mani, non c’è nulla di così tanto prezioso, diventi sicuro di te se non confondi la tua sensibilità e a quella altrui, tutto è bello perché siamo differenti e liberi di esserlo; non chiedere permessi e non lasciarti inquadrare, millantando di conoscerti, per poi manipolarti, e tanto più, non lasciarti dare consigli, o peggio ancora non lasciar decidere per te, chi agisce in tal modo ignora, cura i propri interessi, oscura ed occulta te, è ridicolo, il saggio gioisce per la crescita e la diversità altrui, le tutela, sa attendere, è concentrato sulle proprie attitudini e non mostra fili di invidia, è rispettosissimo, è entusiasta di tutto ciò che è dissimile da se, non è ne invidioso, ne competitor, vive gli altri come un aiuto, come un’ estensione delle proprie potenzialità.
L’ irrispettoso è borioso, saccente senza scrupoli e ne titoli, si erge a genitore, è un critico adolescente adultizzato.
Il rispetto è adulto, è colto, tiene al confine sacro tra le identità differenti. Le persone rispettose sono sincroniche, si attraggono e si adorano, sono in un ingranaggio di uno stesso motore, vanno ingranati, non fanno dell’ altro il meccanismo della propria vita.
Come il respiro e la pulsione del cuore non si lasciano autorizzare da nessuno, vivere dovrebbe essere la stessa cosa.
Imita il tuo cuore, che batte non curante e a prescindere da tutto, è un prepotente propulsore, una turbina che ti fa volare, attraversa il tuo sangue che scorre irrefrenabile, sei su un Kaite, libero di lasciarti portare dalla corrente della bonaccia. Osserva i flussi delle tue parole mentali, i tuoi pensieri, le sensazioni, le tue fantasie, fa quadri delle tue immagini, fa della tua vita la tua pinacoteca, riscaldati al braciere delle tue sensazioni, immergiti nei suoni dell’ orchestra della tua anima.
Rispetta il tempo ricevuto, non ne esiste un altro, è solo questo, è un dono gratuito, non ha chiesto i permessi; vivi come la natura fa, come un filo d’erba, che spacca il cemento, un raggio di luce che ti brucia la pelle, un germoglio che esplode, una cellula che diventa bambino, non chiedono carte da bollo o permessi per esistere; ciò che l’uomo blocca, imprigiona ed impedisce, è contro natura, la natura vince è libera. L’ autocratico, l’ autoritario, il dittatore, vincola, impedisce, frustra ed impone regole, controlla, autorizza a vivere su perverse proprie e precise direzioni.
giorgio burdi
Potrebbero interessarti...
Significati
SIGNIFICATI Questo argomento, pone molte domande sull’ universo del senso della...
Le dipendenze sessuali e il Ciber Sex
Se mio marito telefona alle escort, alle chat line erotiche o vede molta...
Dalla Sofferenza, alla Serenità, al Desiderio: un Tragitto verso la Felicità
Sofferenza, Serenità e Desiderio. un tragitto verso la felicità....
INNO ALLA PUGLIA
La Puglia Terapia, lasciarsi amare dai sapori INNO ALLA PUGLIA La Puglia...