LA SVOLTA
Al civico numero 1
Quando parliamo di svolta, parliamo di bisogno di cambiamento, di metamorfosi. Chi entra in analisi desidera solo questo, non un assistenzialismo o un supporto o il consulto, ma il cambiamento, uno stravolgimento verso di se; esso rappresenta il benessere, stupisce e coincide col non sentirsi più sbagliati.
Non esiste una svolta senza la paura e chi affronta la paura, lusinga, ma anche terrorizza. La svolta subisce il giudizio più spregiudicato, viene disprezzata, isola, allontana, crea imbarazzo, fa incazzare, delude le aspettative, smarrisce e devia la solita immagine e l’idea di chi l’agisce, rappresenta lo yes man in pensione, l’ imperterrito, il no a mitraglia; la svolta è cinica perché non fa compromessi, non si fa manipolare, non agisce per interessi, ma per meriti e valori propri; non si aspetta nulla, è in grado di prendere seriamente se stesso, sa fare da se. La svolta è schietta, non fa lavora a stento o a metà, se inizia, persegue, si ostina, è caparbia o lo diventa, spara in faccia la verità, non ha mezze parole, mezze misure, ne fiato da sprecare o parole soffocate, non è tiepida, ma è ghiacciata o bollente, non ha mezze misure o mezze cartucce o mezzi uomini. La svolta ogni volta che c’è, ha un solo obiettivo, perseguire se stessi.
La svolta convive con l incapacità di operare dei cambiamenti, si pone sulla stasi di voler cambiare, ma di non riuscirci, di voler guardare negli occhi la novità e di incontrare lo spavento. La svolta siamo noi, rappresenta il punto di contatto più prossimo a noi stessi dal quale prendiamo ripetute distanze sabotatrici. Bisogna toccare sempre il fondo prima di iniziare la svolta, tutto accade esattamente quando non ci credi più, inizia lo svincolo. La svolta è sentire, pensare ed agire verso il proprio numero uno, verso il vero, verso se stessi.
La mancata svolta avviene per attraverso perverso estenuante dialogo interiore attraverso il quale ci giustifichiamo col mondo intero, perché non converrebbe cambiare, per non infierire sofferenze sugli altri e per non stravolgere la propria vita. La non svolta è legata alla recitazione del mantra dell’ impossibile, coniugato dalle proprie incertezze. La svolta, quando avviene, rappresenta il recupero e la consapevolezza del piena del rispetto per se stessi. Essa non prevede quasi mai il consenso altrui.
La svolta non conosce compromessi, dura, cova e frena da una esistenza intera, ma poi esplode. Quando si attiva, sono in pochi ad esserne partecipi, lascia attoniti, sgomenti. Fa esordire con un, sei cambiato, sei diventato un egoista, un matto, è sempre colpa di qualcuno, sei in preda alla follia, rinsavisci. La verità è un altra, la svolta avviene indipendentemente ed imprevedibilmente, da chiunque,
ai limiti dell’impossibile equando si è toccato il fondo o la piena illuminazione della consapevolezza.
Con la svolta decade il chiedere i permessi o le autorizzazioni, a vantaggio dell’ autotorizzarsi e dell’ autodeterminarsi, tagliando gli ormeggi dei desideri e delle volontà altrui, dei loro condizionamenti. La svolta non riconosce più i ma, i dove, i perché o con chi o i però, è assoluta e stravolgente, è l’ espressione della propria follia, che si contrappone alla normalità, ai luoghi comuni, li disattende, li tradisce per non tradire se, la svolta rappresenta la delusione più grande che si possa dare, è non aspettarsi più nulla se non da se, essa accompagna sempre il non me lo sarei aspettato.
La svolta è controcorrente, è una contraddittoria ed incoerente, è la delusione al mondo circostante. È anima che da sconfusionata si fa decisionale, desiderio e sogno che prende consistenza. La svolta è un macete, una roccia, un palo in faccia, una sciabolata, una doccia fredda, un pugno scioccante sul volto che sveglia l’ esistenza della sovranità dell’ uomo.
La svolta è laica non ha partito, religione, associazione, famiglie o amici che tengano , è diretta, spregiudicata, immorale , la più grande moralità che possiede è quella della cultura dell’uomo, della sua coscienza e della la sua umanità, la svolta è umanistica, litiga con i moralisti, i regolatori, i fanatismi dogmatici, che marginalizzano l’uomo ai propri costrutti; senza il rispetto dell’umanità e della sua libertà, rutto è fatiscente ed effimero, un falò di idiozie, di chiacchiera e di cazzate.
È umano ciò che promuove la libertà e l amore per l’uomo e la sua auto realizzazione che non può esserci senza una svolta . Tutti i moralismi o le politiche sono riduzionistici e confinamento nel gregge di un infinito ne considerato, non osservato e non rispettato. La svolta non è l eversione della regola comune è l’ eccezione al servizio del benessere e della libertà dell’ uomo.
giorgio burdi
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