Evitare l’annientamento
Credici che puoi tirar fuori il massimo, investi. Se non investi non cambierà mai nulla. Provaci, nel qui ed ora, perché le cose possono cambiare dall’oggi al domani, da un istante all’altro, come uno switch mentale. Cerca l’elemento che frena l’emancipazione, che crea un senso di colpa. Qual è quell’autorevolezza, quell’ autorità a cui noi siamo sempre rinviati? Ognuno di noi può cambiare questi meccanismi, queste istituzioni mentali.
Riconoscere ciò che si contrappone tra sé stessi e il raggiungimento dei propri obiettivi, permette di essere presenti nel qui ed ora, di imparare a disattivare “il pilota automatico”, per sospendere i pregiudizi e riconoscere i propri pensieri nella realtà.
Possiamo introdurre così il concetto di “Mindfulness”, in italiano consapevolezza, presenza mentale. La Mindfulness si riferisce alla disposizione delle proprie risorse esclusivamente nel qui ed ora, in modo consapevole e non giudicante, all’osservazione dei propri stati emotivi e fisici, cambiando ciò che è possibile cambiare e accettando ciò che non è possibile cambiare.
Per fare ciò è importante anche rivalutare ed affrontare tutti quegli stati emotivi etichettati come “negativi” e “deleteri”, che ci fanno scappare, aumentare il ritmo.
L’ansia, la paura, l’incertezza, la mancanza di controllo, la rabbia.
Ma, perché corriamo? Perché questo tentativo incessante di occupare il tempo?
Rallentare nella frenesia, permette di vivere la pienezza dell’istante, di accettare le incertezze e rinunciare al controllo, di non temere il presente e le possibili vittorie o sconfitte.
A volte, l’incapacità di fronteggiare la propria emergenza emotiva si proietta in un’apparente iperattività. La dipendenza all’azione è un modo per evitare il confronto con noi stessi, per non ascoltarsi nel profondo. La frenesia continua ci pone a distanza di sicurezza e ci illude di avere il controllo sulla realtà.
Dunque, è opportuno domandarsi: cos’è che non vogliamo sentire? Da cosa sto sfuggendo e con che cosa non voglio un confronto?
Correre costantemente, senza essere mai veramente presenti, determina uno stato perenne di tensione e allerta, producendo alti livelli di ansia e stress. In questo modo il respiro si fa corto, i muscoli sono contratti e l’addome e teso. Il tentativo di fuggire dai propri mostri e/o di avere il controllo della realtà, fa perdere il controllo di quella che è la propria realtà.
“L’ansia anticipatoria o l’ansia per la perdita del fondamento dell’esistenza, è la paura della paura, della perdita di sostegno, della caduta nel nulla“.
Gli stati d’ansia e di agitazione si attivano alla percezione di una situazione potenzialmente pericolosa, in cui l’individuo mette in discussione il proprio “poter essere”. Dal punto di vista esistenziale l’ansia deriva dalla consapevolezza e dal timore di un possibile “annientamento”, dalla perdita delle proprie certezze ed istituzioni mentali. Vi è paura di “non poter essere”.
Come detto precedentemente, quindi, è importante cambiare ciò che è possibile cambiare, ma soprattutto accettare ciò che non è possibile cambiare. Essere presenti nella nostra quotidianità e assaporare la bellezza e il piacere nel frenare.
La facilità e la velocità nel fare una cosa non danno al lavoro durevole solidità né la precisione della bellezza.
— Plutarco
Francesca SCALERÀ
Laureata in Psicologia clinica e della riabilitazione- Tirocinante presso Studio BURDI
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