Metodo di approccio di psicoterapia dello Studio BURDI
per
SUPERARE IL PERFEZIONISMO
Perfezionismo negazionista
Il perfezionista non si lancia, scalpita e attende, pregusta ma non osa, rimugina, in fervore come una pentola con l’acqua che bolle e attende che vengano calati gli spaghetti.
(Approfondimenti su pensiero focalizzato e azione “Pensa e arricchisci te stesso” autore Napoleon Hill).
Ama la pianificazione, nei minimi dettagli, l’attesa dell’azione, ma non l’azione in se: essa infatti potrebbe nascondere l’insidia dell’errore.
Ma non è per errori che impariamo, che iniziamo a camminare in posizione eretta, che scoviamo le nostre debolezze e le nostre paure che sappiamo celare con maestria, che sperimentiamo cose o azioni a noi sconosciute?
Strettamente connessi, vagano per la nostra mente due energumeni di nome “errore” e “giudizio”.
Costoro, andrebbero tenuti a bada e non lasciati liberi di inquinare il nostro giardino mentale a loro piacimento, facilitando la creazione di convinzioni negative.
(Approfondimenti sulle convinzioni “Psicocibernetica”, Maxwell Maltz). Infatti, questi, ingordi delle nostre insicurezze, non sono mai sazi: portano a farci sentire inadeguati, sbagliati, talvolta con ansia da prestazione. Sono sempre lì, in agguato, dobbiamo dunque imparare a conviverci.
Vedete non penso esista un assoluto negativo o positivo, ma ritengo vi siano molteplici sfumature. Se presi nel modo giusto, dunque, errore e giudizio possono insegnarci molto. Ma come?
Nella sua eccezione negativa nella nostra società il giudizio è parte integrante, consequenziale, dell’errore.
Ma se voi sbagliaste, ed oltre ad esservi messi alla prova e aver tracciato con sincerità i vostri confini – estendibili gradualmente tramite la pratica – apprendereste come migliorare ogni giorno, non diventereste forse persone migliori?
Secondo la Psicocibernetica, siamo predisposti per tendere a un fine autoimposto raggiungibile tramite tentativi, volti al perfezionamento graduale della tecnica, sino al raggiungimento del fine stesso.
Mentre scrivo, mi trovo nella periferia estrema di Barcellona, causa un errore organizzativo con i miei amici che mi hanno portato a cambiare alloggio, senza però trovare una zona migliore.
Meraviglioso! Da questo “errore” organizzativo ho trovato in me il meccanismo inceppato che cercavo di oliare più volte, senza però essermi trovato nelle condizioni ottimali per farlo.
Zaino in spalla, pronto ad andare all’avventura in cerca di una nuova sistemazione. Quante virtù sento scorrere in me ora, prima come assopite e arginate da una diga nella routine quotidiana, ora fluiscono in me come un fiume in piena. Intuito, intelligenza emotiva, caparbietà, le sento ora dentro come non mai.
Ditemi, vi entusiasmerebbe forse di più un viaggio organizzato nei minimi dettagli, con le attività pianificate ora per ora? Ma ciò, in fondo, non si ridurrebbe alla mera esecuzione di un piano?
Spegnete i telefoni e chiudete per un attimo le agende, lanciandovi alla riscoperta del vostro numero 1.
Non lasciatevi inquinare dai piani dell’amico del bar, dai capricci del vostro partner, dalle aspre frecciatine di una collega. Entrate in contatto con il vostro io primordiale, senza timore dell’inevitabile giudizio esterno, spesso riflesso delle convinzioni altrui proiettate ottusamente su di voi e non di un feedback oggettivo. Amate errare, perché – errare humanum est – e perché privarsi di una delle migliori espressioni di umanità, se esso nasconde potenzialmente i frutti di un vantaggio superiore o equivalente.
Chi è audace, sbaglia per natura, interpretando l’errore con la propria percezione volta alla fiducia personale come opportunità e non come tragedia.
Chi fa, spesso viene giudicato, ma sa selezionare dalla lista come si fa su di un tablet al ristorante giapponese, quello sotto casa dove si va la domenica sera, solo i giudizi oggettivi e costruttivi per trarne vantaggio.
Dunque, il perfezionista non avrà dubbi di essere il migliore nel suo acerbo mondo interiore, fatto di sovrastrutture e specchi, che riflettono la luce ma non brillano di luce propria. Difatti, da una porticina scorgerà una luce abbagliante, dietro la quale si celano le mille tonalità di colore della vita, come un prisma, che egli non ammetterà alla propria vista, poiché sprovvisto delle lenti giuste.
Entrate al di là della porticina, perché dietro di essa si celano i colori più belli e lucenti del nostro cammino. E se nel vostro personale cammino vi imbatterete in qualcosa che non sia perfetta per i vostri standard, sappiate che perfezione fa rima con percezione e non per caso, è soggettiva e fallace, poiché ogni cosa può essere vista da infinite prospettive.
Non precludetevi mai opportunità e siate pronti a coglierle, quando questo diviene possibile, la vita diventa un’ avventura.
Carlo MASTROIANNI
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