
Lettera all’ex amante di mio marito
Non posso dirti grazie per il tanto dolore del tradimento, ma posso ringraziarti per la forza che ho trovato in me.
Quella che per te è incominciata come un’avventura, per me è stata la devastazione di tutte le mie certezze, del mio mondo, dei miei valori, di me stessa come donna, della mia famiglia, della mia serenità soprattutto come mamma.
Tutti i miei più dolci sentimenti sono stati spazzati da tanta rabbia, odio disorientamento, rancore e ho dovuto lottare per ritrovarli in me.
Tu non conosci l’Amore.
L’Amore è costruire e quando costa molta fatica, significa Amare di più, ed è ancora più intenso quando ti dà la Forza di Ricostruire sulle macerie.
L’Amore per Claudio come uomo, l’Amore per tutti i momenti belli e difficili trascorsi insieme in 20 anni, l’Amore per un Figlio sono la Forza che ti fa lottare contro tanto dolore, tanta delusione, tanta cattiveria.
Ti sei mai chiesta Tu a ormai 40 anni cosa hai costruito e preservato nella tua vita? Io sono ancora in psicoterapia per liberarmi di te, perché con mio marito per via dello psicologo di roma ho risolto, con te non ancora, mio malgrado, insignificante onnipresenza nella mia mente, che con tanta leggerezza ha cercato un’avventura !! Povera e non lo sai.
Chissà che soddisfazione avrai provato quando lui è capitolato!Un manager, uomo affascinante, spiritoso, sicuro di se, carismatico, curato nell’ aspetto, ammirato e stimato da tutti, una bella macchina, la moto, un proficuo stipendio… quanto fascino!!
OPS!!! È sposato con una figlia! Ma che ti importa, tu non volevi costruire niente. Volevi prenderti solo i frutti, qualcosa di già costruito con fatica e sfruttarlo e magari dopo un po’, quando saresti stata stufa lo avresti cestinato come hai fatto con tuo marito e le tue precedenti relazioni.
E’ più facile scappare da se stessi e dai problemi piuttosto che affrontarli. Non hai avuto neanche rispetto di un bambino. Non dimenticherò mai la tua sfida nel parcheggio davanti a mia figlia. Il tuo gesto parla da solo, non trovo le parole per esprimere il mio disprezzo per quel gesto.
Tu sapevi e io non ancora. La mia bambina era un innocente.Ma hai perso e hai accumulato un altro fallimento nella tua vita vuota di Amore.
Oggi sono seduta in un parco a Parigi ed ho realizzato quello che per me e Claudio era un sogno e un progetto. Chissà forse anche questo Grande Progetto mi ha dato la forza di credere che si potesse superare questo problema.Non è un successo scoparsi un manager o l’uomo sposato.Il successo è aver conosciuto quel manager quando aveva 15 anni, averlo amato e sostenuto per 20 anni, aver superato questo Tzunami e aver realizzato un sogno insieme. Successo è Amare nella gioia e nel dolore.
Con il mio sorriso ti ho ucciso e mi hai fatto sapere che noi eravamo due illusi e che tu non te lo meritavi!! Cosa non ti meritavi?? Che io e Claudio potessimo essere di nuovo felici??Tu sei stata un illusa, hai creduto di amare Claudio , invece hai conosciuto la parte meno bella di Claudio . Come si può amare una bugia ? Perché lo hai vissuto in una bugia. Mentre lui viveva in quella bugia io ho visto la parte più brutta di quella splendida persona.
E’ stato un inferno durante e dopo, ma oggi Io ho il paradiso.Tu cosa hai? La presunzione di conoscere l’amore se adesso non lo hai ?
Io credo che un uomo/donna sposato può CREDERE di essere innamorato dell’amante e magari persino di non amare più la moglie/marito… , la verità secondo me è che l’uomo/donna che tradisce l’amante con la moglie/marito e la moglie/marito con l’amante, è solo una persona che in realtà non sa amare proprio nessuno: eccetto Se Stesso e che il tutto è poi in fondo una scusa, voler tornare solo a Casa.
E’ un semplice cacciatore di emozioni, che lascia dietro di sè solo tanto vuoto, illusione e dolore. Perché non sa esprimere le emozioni che ha dentro di se a chi vorrebbe realmente e non è in grado di viverle e coltivarle nella sua quotidianità.
Se un giorno imparerai ad amare forse ti renderai conto della bastardata che hai fatto. Ho lottato tanto per spazzarti via dal mio profondo Io, ma non ancora del tutto, perché per ritrovare la completa serenità devo “perdonarti” e per farlo, ahimè dovrò comprenderti e accettarti.
E questo per me è molto difficile, perché non ti conosco e perché non ho mai avuto sentimenti positivi nei tuoi confronti e mi domando come potrebbe il mio narcisismo ferito farsi alleviare le ferite proprio dalla comprensione di te in questo destino comune di persone sofferenti d’ amore.
Da una parte provo pena per te che hai creduto di trovare l’amore in Claudio, dall’ altra tu sei stata un mezzo perché, grazie al suo percorso di psicoterapia, lui ritrovasse se stesso ed io la mia relazione con lui più rinsaldata.Oggi mi dispiace che ho sofferenza ancor per te, ma il dolore più grande immagino sia tutto tuo, generato per opera tua e per il quale piangi te stessa.
In questo comune dolore forse riuscirò ad annullarlo e ad annullarti.
Continua
I Rancori che fanno la nostra Storia
Cronologia dei rancori: L’ aiuto dello psicologo per rivederli e per risolverli. Il nostro quotidiano continuamente viene turbato da una continua cronologia di rancori mai risolti che compromettono e determinano la nostra serenità presente e ci fanno
parcheggiare in un eterno passato.
Cronologia dei rancori
Parte Prima
Caro Dottor Burdi, le scrivo per illustrarle la cronologia del mio rancore nei confronti di Margherita, la persona verso cui in questo preciso momento provo questo sentimento.
I rancori hanno iniziato a svilupparsi subito dopo pochi giorni dalla nostra conoscenza. Sin da subito sono iniziati una serie di atteggiamenti di Margherita che hanno instillato in me l’insicurezza e il dubbio.
Vengo da una situazione familiare che di insicurezza, rabbia e rancore me ne aveva fatta già sviluppare a iosa.
Dal secondo giorno ha iniziato ad accampare scuse, non poteva uscire perché doveva fare i servizi in casa, e poi la mattina dopo la becco con l’amica del cuore in giro per la città.
L’affronto e la saluto senza battere ciglio. Katia, un personaggio importantissimo in negativo, che dopo pochi giorni iniziò a portare sempre con sé, e così facevamo delle uscite a tre.
Questo per alcune settimane credo, (poi le ho coinvolte nel mio gruppo di amici anche per impegnare Katia, visto che non uscivano più con i loro di amici) fino a quando una sera lei inizia a fare il gioco se resistevo senza baciarla, ci riesco.
Il giorno dopo mi chiede la pausa, di punto in bianco, senza aver litigato, senza motivo. Lei non mi ha mai dato una spiegazione di questo. Nel frattempo, non ricordo l’ordine esatto, prima invia per sbaglio (pare fosse indirizzato alla zia o ad un’amica) un sms con un bacio ad un suo ex che è anche il bulletto che mi tormentava a scuola in quel periodo, e in più invece di chiarire il malinteso, alla richiesta di spiegazioni da parte del tizio, risponde con “un omaggio per te”.
Il giorno dopo quell’idiota, che già mi sfotteva, mi fece nuovo nuovo: ricordo ancora nel corridoio della palestra “Mi son fatto la tua ragazza, mi manda i baci via sms. ..”ecc., . Sempre in quei giorni Margherita va ad una festa di compleanno e fa un lento con uno che le andava dietro perché forzata dalle amiche. Dico io ma sempre colpa degli altri è?
Capacità decisionale zero o perlomeno ha sempre pensato a quello che dicono gli altri e non a come mi potevo sentire io! Poi una freddezza che si è portata anche dopo che ci siamo rimessi, lei diceva per imbarazzo ma ormai il virus dell’instabilità e del rifiuto nei miei confronti era stato inoculato in me.
A circa un anno o due quasi, iniziai a suonare con un gruppetto di amici, la prima volta che ci andai tornai alle 21.30 e mise il muso, si lamentò per l’orario. Le volte successive è venuta lei ma poi ho smesso. Quindi in un certo senso, anche lei come mio padre, mi ha ostacolato nella mia passione per la chitarra, quando lei invece per la musica e il canto ha fatto prove con il gruppo e pure viaggi fuori con solo maschi.
Fino ad allora, cioè fino ai primi 4-5 anni avevamo avuto un rapporto molto chiuso, sempre molto soli, ma poi pian piano ho iniziato a reagire e a cercare di far capire ad entrambi che così non andava e che dovevamo anche concederci maggiori libertà. Cosa che a lei è stata concessa sin da subito ma non a me. Nel 2008 è andata a Sanremo, invitata dalla mamma di Serena.
Una settimana fuori, che si somma ad un’altra settimana fuori in Francia, libertà che non mi sono preso tutt’ora io! Ma quella di Sanremo è stata una settimana chiave. Innanzitutto non dovevano essere sette, ma tre o quattro i giorni inizialmente. Poi causa problemi con il treno del ritorno, è rimasta fatalmente bloccata lì e i giorni sono diventati una settimana.
Quando è tornata abbiamo fatto per la prima volta l’amore, quando fino a quel momento aveva sempre avuto difficoltà ad avere un rapporto completo. La settimana lì ha fatto il miracolo! Lì poi ha conosciuto un gruppo musicale piuttosto famoso, i Sonhora, due ragazzi della nostra età più o meno, con i quali è nata una bella amicizia condita da viaggi fuori fino a Verona per incontrarsi, e foto che non ho mai visto, ho sgamato solo una in cui uno di loro le dava un bacio sulla guancia.
Finisce su un giornale di gossip con il fratello di Serena, c’era una foto che li ritraeva mentre passeggiavano. Il paese è piccolo e la gente mormora, pur sapendo come funzionano certe cose. Ma tant’è la figura di merda l’ho fatta, per quanto abbia mantenuto la mia pia fiducia nei suoi confronti, sempre e comunque.
Tra l’altro quel periodo frequentava un’ amica che si è rivelata una persona di merda e che ci ha messi pure contro. Cominciarono a spargersi anche voci di persone che l’avevano vista con un ragazzo di Anagni.
Poi la sua amica ha iniziato a calunniarmi, dicendo che io avevo espresso la volontà di lasciare Margherita, avevo parlato male di lei con un mio caro amico. Alla fine a chi ha creduto, a me che stavo con lei da cinque anni o all’amica? All’amica! Abbiamo discusso, e ancora una volta mi ha messo in dubbio e destabilizzato senza motivo, perché tra l’altro la sua insicurezza e i suoi problemi da sempre li ha fatti diventare problemi miei e pretesti per mettere in dubbio me. In più una sera preferì uscire con lei, invece che chiarire con me, pur sapendo che ero molto amareggiato per la questione, ma non poteva bidonarla: infatti mai sia, era più importante farsi un giro con lei che poi si è rivelata una pessima persona, che a me non è mai piaciuta e ho dovuto pure essere complice suo per farle incontrare tra loro, quando sua madre non voleva perché non si fidava di questa stronza.
Poi ha accettato, credo sempre in quel periodo, la richiesta di amicizia del suo ex, il bulletto, chattando qualche volta con lui, che iniziò a fare il fesso, a farle complimenti sulle sue foto, dandogli ancora una volta la soddisfazione di mettermi i piedi in testa, con la sua complicità. Il 2009, l’anno della mia esplosione. Ero arrivato ad una depressione acutissima, non andava bene per nulla l’università, ero insoddisfatto, il rapporto con lei dopo tutte le botte che aveva preso e per il logorio degli anni, si era avvitato su se stesso, sull’abitudine e sull’insicurezza . Sono scoppiato e ho cominciato a cercare affetto altrove, cosa che non è nel mio bagaglio etico e comportamentale e che non avevo mai fatto prima, anche quando dopo anni insieme, e ne avevo già 23, non facevamo ancora l’amore!
Pure questa cosa ho dovuto sudarmi fin troppo! Da quei contatti con una mia vecchia amica successe un casino, perché il mio profilo fb fu rubato e da lì iniziò uno sputtanamento e una persecuzione da un presunto stalker, che inviava a lei e a me sms minatori.
Prima ricevette una pietra in testa mentre era per strada con un amico o con la sorella, non si sa bene con chi, svenne! Poi la rapirono, stando agli sms del maniaco e mi ritrovai costretto a correre via dalla Fiera, per fiondarmi lì e ritrovarla solo la sera verso le 20 circa, dopo esser riuscito con fatica a mettermi in contatto con lei con il cellulare, era quasi esanime, aveva una voce rotta, a mala pena riusciva a parlare.
Lei era uscita di casa presto quel giorno, e nonostante fossimo già sotto assedio e le avessi consigliato di non scrivere nulla su fb, scrisse che stava uscendo per un caffè e proprio quel giorno pochi passi dopo il portone di casa sua, finiscono i suoi ricordi. Di questi misfatti non si sa ancora granché, lei non ricorda quasi nulla e prima di fare la denuncia, era settembre, si è decisa solo a gennaio sotto la mia pressione. Un giorno di quel periodo, ricevetti un sms in cui lo stalker mi diceva che l’aveva seguita fino a Foggia dove lei stava facendo volantinaggio, la osservava dalla macchina e come ogni volta minacciava di farle del male. Chiamo sua madre e mi dà conferma di Foggia e le spiego un po’ la situazione invitandola a contattare Margherita.
Verso ottobre ci riavviciniamo, e le molestie spariscono quasi del tutto e per magia. Alla fine il persecutore, tra varie contraddizioni, voleva farci tornare insieme..
Tornare insieme, come immaginavo, dopo essere stato con un’altra ragazza è stato un cammino verso il baratro: lei ha riversato su di me carichi ancora maggiori di insicurezza e dubbio, pur dicendo che era tutto ok, era tutto superato, potevamo prenderci le libertà che volevamo, di cui più volte avevamo discusso: era giusto prendersi i propri spazi. Insomma, sembravano concetti condivisi da entrambi e discussi più volte, frutto anche di una rottura forte e traumatica come quella di tre anni fa. E invece siamo arrivati agli ultimi mesi, a vivere di ansia immotivata, sempre sul chi va là, perché ha sempre fatto un lavoro certosino, forse involontario o forse no, per farmi sentire a disagio, non sentirmi libero di dedicarmi agli altri perché poi aveva i crolli e si sentiva messa da parte. Con una mano mi dava e con l’altra mi toglieva, sempre così, lo stesso schema dei miei genitori, di mio padre in particolare.
Mi diceva spesso, ultimamente, che lei è sola ,come se stesse parlando con una sagoma di cartone, e io non fossi nessuno, inesistente! Lei era sola?! E io che cazzo sono stato a fare lì per nove anni a sorbire e a smussare tutti i suoi angoli, i suoi problemi per risultare ora la bella persona che emerge dai test?! Non voglio prendermi meriti oltre quelli che mi competono, ma Margherita non era quella di oggi, tutt’altro: la mia intuizione, la mia costanza, e forse farei meglio a dire il mio amore ostinato, mi hanno portato a ingoiare tutto.
Mi sono quasi ostinato a vedere il bello, forse dove non c’era o dove non era così spontaneo.
Fino alla rottura ultima, per cause di salute: mi ha indotto coscientemente a lasciarla, perché voleva proteggermi dalla sua malattia (una cisti alla testa di cui sapevo già qualcosa, mostrandole sempre sostegno) e ha fatto di tutto per rendersi insopportabile, mettendomi in crisi senza un vero motivo, ansia anche nel semplice vedersi la sera.
Solito schema, fare di me il capro espiatorio, far diventare le sue questioni problemi di coppia o miei problemi personali, andando ancora una volta, a minare la mia già precaria situazione, facendomi sentire una merda, mettendomi in discussione su tutti i fronti, anche quello sessuale e del desiderio..
Temo che si ripresentino sempre gli stessi schemi con lei, perché è già successo nel corso degli anni. Per farle aprire gli occhi e capire quale fortuna avevamo in mano, son dovuto andare dallo psicologo qui a Roma, ancora un mio piccolo grande sacrificio per cercare di farle capire il mio amore.
In questi ultimi giorni, ho provato a rivedermi con lei, sembrava possibile riprendere il cammino e invece mi ritrovo a distanza di pochi giorni, punto e a capo, con una rabbia che non riesco a placare.
Mi ha intossicato la vita questa persona, per quanto possa tenerci a lei, è così. E l’ha fatto più subdolamente di chi ti impone le cose con la violenza, usando la dolcezza e la fragilità, che da persona sensibile quale mi ritengo di essere, mi hanno fregato alla grandissima.
Ho provato a fare pace col passato, magari è prestissimo ancora, ma adesso proprio non riesco a stare con lei senza ricadere nella rabbia e nel rancore
Non posso vivere così, a rimuginare le cose di nove anni fa come se fossero successe ieri, mi fa vivere malissimo, come se avessi sempre 17 anni e con tutto questo rancore nei suoi confronti quale futuro posso costruire? Perché magari al prossimo episodio mi viene fuori tutta la bile nuovamente. E poi Margherita ha iniziato un percorso con uno psicologo psicoterapeuta a Roma Eur, e quindi il cambiamento è solo all’inizio, facile è che possa ricadere nel suo schema di distruzione del nostro rapporto.
Un ultima cosa: durante tutto il “percorso di cura” con lei, non mi sono mai sentito libero di avere un problema, perché i suoi superavamo sempre i miei. Si è aggrappata sempre a me e non potevo lamentarmi altrimenti la sua fragilità la induceva a stare peggio, abbattersi di più. Questo significava anche non poter fare lite perché aveva anche reazioni eclatanti: crisi isteriche, fughe da casa, rincorse per le vie della città, minacce di suicidio. Una solo parola mi viene in mente: ingiustizia.
Un’ingiustizia a cui forse non solo non troverò soddisfazione, ma anche uno straccio di spiegazione, caro dottor Burdi, la vedo proprio amara! Confido nel Suo aiuto .
Vito
Continua
Come procurarsi gli attacchi di panico: istruzioni per l’ uso
Individua in queste storie le cause dell’ insorgenza della sindrome più diffusa: gli attacchi di panico.
Storia Seconda
Dottore stamattina ho avuto di nuovo un attacco di panico….come una anno fa’….è venuto il momento di affrontarlo e non cercare di aggirare l’ostacolo con tante scuse.
l’attacco di panico è dovuto alle paure che mia sorella mi ha messo addosso quando ho conosciuto Lucia, la mia ragazza, ricordo che nello stesso momento in cui mi disse che Lucia era stata male dopo essersi lasciata col suo ex, l’ansia mi salì a dismisura perchè avevo paura che un giorno io potessi procurare questo in lei e farle rivivere tutto
da quel momento invece di condurre il rapporto spontaneamente e vivermi il rapporto in tutta libertà ho cominciato ad aver paura fino a quando sono entrato in psicoterapia qui a Bari….
una volta entrato ho cominciato a non pensare più a quelle paure ed ho cominciato a godermi il rapporto ma ho commesso l’errore di non parlarne subito forse perché non me la sentivo o forse perché vedevo che tutto migliorava e ritenevo che non avesse importanza parlarne perché i sintomi, pian piano che davo meno importanza alla questione, sparivano…..,
oggi la calma mi è tornata quando ho accolto l’attacco di panico invece di respingerlo per la paura…, oggi voglio affrontare le motivazioni del mio attacco di panico per ritornare a programmare la mia vita che ho lasciato quando forse il mio inconscio ha capito che era giunto il momento di sconfiggere il mostro perchè l’avevo messo in standby,
e non pensadoci più, la vita mi ha dato uno squarcio di quello che potrà essere dopo aver sconfitto le paure…. oggi voglio VINCERE e non temere che parlandone mi venga negato qualcosa o tolto qualcosa, perché proprio quando cominci ad aver paura cominci a rinunciare a quello che ti da la forza di andare avanti .
Riccardo
Storia Prima
Il 15 sett 2010 raggiunsi il sospirato traguardo: la laurea in giurisprudenza. Inizialmente una gioia immensa. Poi compresi che si era aperto dinanzi a me un mondo nuovo, il mercato del lavoro, dove, oggi più che mai, è difficile realizzarsi (specie per la professione forense, visto l’elevato numero di avvocati che ci sono in giro).
Ero incerto su quale strada professionale intraprendere. Offerte di lavoro non ce n’erano e allora decisi di fare pratica forense in uno studio legale per poter diventare avvocato.
Dopo il primo anno di pratica iniziai a coltivare il sogno di potermi specializzare nel diritto penale per diventare un avvocato d’affari e lavorare in uno di quegli studi legali internazionali che troviamo solo a Roma o a Milano.Ritengo di essere ambizioso anche se a volte prevale la pigrizia.
Lo studio legale in cui ho fatto pratica mi stava stretto. Volevo qualcosa di meglio, qualcosa che potesse permettere a me e alla mia futura famiglia di vivere come mio padre ha permesso di vivere a me e alla mia famiglia. Per me lui è un esempio di vita!
Così iniziai a cercare su internet. Scelsi il master del sole 24 ore. Il Master prevedeva un impegno full time per sei mesi più stage finale. Ciò avrebbe comportato ovviamente un mio trasferimento a Roma per sei mesi. Ne parlai con la mia ragazza e devo ammettere che non mi hai mai ostacolato.
Diceva che per lei non c’erano problemi se mi fossi trasferito a Roma per sei mesi e ci fossimo visti solo nel fine settimana.A suo dire il problema era un altro. Abbiamo discusso tantissime volte perché a lei non stava bene che dopo il master io lavorassi a Roma.
La realizzazione del mio sogno (lavorare in uno studio legale internazionale a Roma) avrebbe comportato dei cambiamenti nel nostro progetto di vita poiché ciò avrebbe successivamente costretto lei a trasferirsi a Roma. Lei mi diceva sempre di essere legata alla sua famiglia e che non avrebbe voluto allontanarsene.
Fatto sta che ad aprile 2010 andai a Roma per sostenere il test di ammissione al master. Test di ammissione superato. Da lì in poi i primi dubbi. Mi iscrivo o non mi iscrivo???….
Alla fine decisi di iscrivermi. Così a maggio 2011 andai a Roma con un amico, che avrebbe partecipato come me ad un master, per cercare una sistemazione ad entrambi. Sono stato lì due giorni.
Il primo giorno non so cosa è successo dentro di me ma non volevo più partecipare al master. Non volevo più stare a Roma. Il giorno successivo infatti mi recai alla sede del sole 24 ore per disdire l’iscrizione.
Una volta rientrato, piansi molto perché la situazione mi aveva fatto soffrire tantissimo. Da un lato avevo il sogno del master dall’ altro non so cosa mi è preso ma non volevo più trasferirmi a Roma.
Ho avuto paura di non so cosa. Ho pensato che forse non era il momento opportuno per fare quella esperienza e che magari in futuro si sarebbe ripresentata l’occasione.A febbraio 2011 scoprimmo che la malattia di cui soffriva mio suocero si era ripresentata. Mesi dopo iniziò nuovamente a fare la chemioterapia.
La mia ragazza stava malissimo e a me dispiaceva un sacco vederla così. Più volte sono stato con lei in ospedale.A settembre 2011 ero molto insoddisfatto dal punto di vista professionale. All’ improvviso ero stanco di studiare. Non avevo più stimoli.
Probabilmente perché anche in vacanza avevo studiato per prepararmi ad un concorso. Desideravo un posto di lavoro fisso. Cominciai ad avere la tachicardia. Ricordo che piangevo spesso.
Ero molto triste e infelice. Ricordo che stavo male. Mio padre un giorno mi disse di stare tranquillo, che il lavoro lo avrei trovato, che avrei potuto nuovamente iscrivermi anche al master ma io risposi che al solo pensiero del master stavo male. Non volevo più studiare né sentir parlare di master….
Poi ad ottobre 2011 ricominciai a frequentare lo studio dove facevo pratica e mi sembrava di stare bene nuovamente. Sempre ad ottobre andai dal cardiologo, che mi segue perché dalla nascita ho un soffio al cuore, per parlargli di un formicolio che avevo cominciato a sentire ad agosto alla spalla, proprio in direzione del cuore.
Il cardiologo mi suggerì di sottopormi ad un esame per verificare se avessi o meno una comunicazione tra i due atri. Ricordo che ero agitatissimo quando feci l’esame. L’esito fu positivo e ovviamente questo non mi fece piacere.
Il cardiologo mi suggerì di fare un altro esame. La risonanza magnetica all’ encefalo. Un esame semplicissimo. Ma anche in quel caso ero agitatissimo a tal punto che riuscii a sottopormi a quell’ esame . A dicembre 2011 è capitato due volte che mi sentissi male in studio.
Avevo giramenti di testa. Tornato a casa mi misi a letto ma in una delle due occasioni ricordo che, provando ad alzarmi dal letto, ebbi un forte giramento di testa e mi agitai tantissimo. Avevo il cuore a mille.
Sempre in quel periodo mi uscirono delle bolle in bocca e io avevo paura che fosse qualcosa di grave visto che non riuscivo a risolvere il problema sino a quando ho scoperto che dovrebbe trattarsi di una forma di herpes labiale interna.
In quel periodo stavo male anche se sentivo semplicemente parlare al telegiornale di malattie ,tumori, ecc… Nel frattempo decisi finalmente di iscrivermi ad un master a Roma.
Sapevo che non era un scelta facile per me visto quanto successo a maggio 2011 ma decisi di iscrivermi ugualmente perché volevo superare le mie paure (forse la paura di stare da solo, di cavarmela da solo, non so….).
A gennaio 2012 per due volte mi è capitato di svegliarmi in piena notte col cuore a mille. A tal punto che nei giorni successivi avevo addirittura paura a mettermi a letto la sera perché temevo di sentirmi nuovamente male.
A febbraio 2012 inizia finalmente il master. Ricordo che sin da alcuni giorni prima la partenza ero agitato, ansioso. Mi svegliavo addirittura con la tachicardia. E anche a lezione ero agitato. Ciononostante per tutto il mese di febbraio sono riuscito a cavarmela da solo.
Ai primi di marzo la situazione è peggiorata. Ero a Roma e prima di mettermi a letto all’ improvviso ebbi la tachicardia. Quella notte rimasi sveglio sino alle 3 col cuore a mille senza chiudere occhio e con la paura.La settimana successiva ero nuovamente a lezione. Avevo la tachicardia.
Cominciai a sentirmi strano. Avevo la testa tra le nuvole. Non mi sentivo bene. Mi agitai ancora di più. Entrai in panico. Non capii più nulla e chiamai prima un amico poi mio padre dicendo di venirmi a prendere da Roma perché volevo andare via da lì.Poi sono mancato per due settimane a Roma e mi ero ripreso. Ero di nuovo sereno.
Decisi di andare con mio padre a Roma la settimana successiva ed andò tutto bene.La settimana dopo invece è stato un disastro. Stavo guidando. Ero in macchina con mio padre. Appena arrivati a Roma cominciai ad avvertire un calore dentro di me. Capii che mi stavo agitando e che l’ansia aumentava. Non dissi niente a mio padre sino a quando non mi sentii proprio male. Avevo paura di svenire.
Il giorno successivo ebbi altre due crisi, una più brutta dell’altra. Non mi sono mai sentito così. La botta finale è stata la notizia della morte di mio suocero in piena notte.
Descrivere quei momenti è impossibile. Sono stato con la tachicardia e l’ansia per giorni.
Poi mi sono rivolto a lei dottore e col mio psicologo a Roma Eur penso di aver capito diverse cose: ho avuto ed ho paura di sentirmi male come già successo, anche se ora ho capito che non è dipeso da un malessere fisico ma psicogeno.
Questa paura si manifesta quando sono a Roma anche se ora va meglio. Ho notato anche di avere paura ad andare a Roma, o comunque sia, in città grandi che non conosco, da solo. Vorrei diventare nuovamente sicuro di me, essere autonomo e indipendente, potermi muovere liberamente in ogni grande città e affrontare serenamente qualunque tipo di viaggio, anche all’ estero, sentirmi soddisfatto.
La storia con Sara
I primi due anni di relazione con Sara sono stati fantastici. Non discutevamo mai ed era tutto fin troppo bello.Nell’ultimo anno invece abbiamo discusso a causa del suo ex in un paio di occasioni.
Un giorno ero a casa di Sara, lei mi disse di cercare una cosa su internet dal suo computer. Involontariamente nella ricerca scoprii che visitava il profilo facebook del suo ex. La scoperta mi lasciò perplesso e ferito però non le dissi nulla.
Lei notò però che ero scuro in volto e mi chiese cosa non andasse. Le dissi con molta calma (giuro!) che avevo scoperto che visitava il profilo del suo ex e le dissi ciò che pensavo: e cioè che se lo faceva evidentemente era ancora interessata a lui.
Ma lei ha sempre detto di no. La seconda volta, invece, io e Sara fummo invitati ad una festa di laurea di una sua amica, alla quale sapevamo avrebbe partecipato anche il suo ex con la nuova ragazza (che, tra l’altro, era una ragazza che io conoscevo perché aveva frequentato il mio gruppo negli anni passati).
Sara mi chiese se ci fossero problemi per me e io le dissi di no. Infatti durante la festa andò tutto bene. Alcuni giorni dopo commisi un errore gravissimo (in senso ironico), chiesi l’amicizia su facebook a questa ragazza che io conoscevo.
L’ex di Sara che evidentemente mi odiava, cominciò a minacciarmi tramite messaggi. Io gli feci sapere che lo avrei querelato. Così cominciò a cercarmi per strada perché voleva picchiarmi. Lo incontrai e mi fermai. Mi minacciò ed insultò ancora e poi andò via. Alla fine non lo querelai perché altrimenti non sarebbe mai più uscito dalla mia storia con Sara.
Tutto ciò succedeva a maggio dello scorso anno.Da ottobre-novembre in poi, da quando il padre di Sara iniziò a curarsi, cominciammo a discutere per cose inesistenti. Per natura sono un tipo che sopporta all’infinito però arriva il momento in cui non sopporto più nulla: ora non sopporto più che lei si lamenti sempre (non c’è una cosa di me che le vada bene, ha sempre da ridire e lo fa su tutto, qualunque cosa), è spesso contraddittoria, sfoga la sua rabbia su di me, durante le discussioni mi offende pesantemente e da quando ho cominciato a stare poco bene non mi è stata per niente d’aiuto (lei diceva per la situazione del padre) anzi….
Mio caro psicoterapeuta, Sono in viaggio per Roma, stamattina scopro che la mia ragazza mi definisce un uomo debole e che uno così non lo vuole accanto. Che rabbia mi fa questa persona.
Scopro ora che lei è la causa dei miei malesseri e mi giudica pure in quel modo. Siamo all’assurdo .
La mia relazione con Sara era arrivata a un punto morto. Non facevo altro che sopportare e sopportare. Ormai ingoiavo, ingoiavo da mesi e mesi qualunque cosa non mi andasse bene.
Nelle varie liti legate al suo ex ho dovuto sopportare qualunque cosa. Mai che lei mi sia venuta incontro, mi abbia difeso. Mai. Da quando poi è cominciata la malattia del padre mi ha praticamente messo in secondo piano. Decisione che posso anche accettare. Ma le attenzioni sono completamente venute a mancare.
Mi ha completamente messo da parte nonostante io abbia fatto di tutto per lei e per la situazione che stava vivendo. Col tempo è diventata più aggressiva, sfogava con me la sua rabbia. Lei cercava sempre di discutere. Invece di condividere con me il dolore e cercare il conforto, sono sempre stato l’unico col quale ha sfogato la sua rabbia.
Rabbia che io, invece, non ho mai sfogato giustificando i suoi momenti, la sua rabbia nei miei confronti, la mancanza d’affetto e di attenzioni con la situazione di dolore che viveva. Siamo arrivati all’assurdo. Ogni cosa che facevo non andava bene. Aveva sempre da ridire su tutto. Un giorno tramite messaggio mi dice addirittura di vestirmi sportivo. Ma io mi vesto come mi pare e piace. Oppure mi ordina di salutare come fossi un bambino.
Un’altra volta ancora mi dice di non mettere dei jeans che avevo perché a lei non piacevano. Poi ogni volta nei momenti di debolezza mi attaccava. Ho saputo che mi ha definito uomo debole. Sarà stato anche vero, ma che amore è ?
Dottore, la storia di quell’uomo che aveva la pancreatite e che giorno dopo giorno ha recuperato la forza e la fiducia in se stesso sommata alla rabbia che ho verso la mia ragazza per avermi definito uomo debole (uomo debole che lei accanto non vorrebbe), nonostante la causa di tutto sia stata lei,
mi hanno portato a pensare a me.
Cosa che non facevo da moltissimo tempo. Ora sto già meglio, anche se di poco. Sono a roma da 4 giorni e per ora a parte un piccolo momento critico le cose vanno per il verso giusto. 🙂
Sto recuperando la sicurezza, la fiducia in me stesso. Tutte cose che avevo messo da parte per una persona che ora non sopporto più.
Questa lontananza da lei non potrà che farmi bene.
Rapporto con i miei genitori
Credo di avere un buon rapporto con i miei genitori. Anzi, da quando sono affiorati i primi sintomi del mio malessere, è anche migliorato. Prima non parlavo moltissimo. Non confidavo niente di personale. Invece da settembre scorso parlo di più, soprattutto con mia madre.
Quando avevo diciotto anni diciamo che erano un po’ restrittivi con l’orario. Ma credo il giusto. Se non mi avessero dato quell’ educazione che ho ricevuto magari mi sarei perso come tanti miei coetanei.
Ho scelto liberamente la facoltà di giurisprudenza dopo il liceo scientifico. Nei momenti in cui volevo mollare, dopo la laurea, e lavorare con mio padre in azienda mi hanno dato la forza per andare avanti. Adoro i miei genitori.
Spero di potermeli godere il più a lungo possibile. Non mi hanno mai fatto mancare niente.Il fatto che a quasi 28 anni io non abbia ancora una indipendenza economica mi pesa tantissimo. Il fatto che i miei genitori mi diano ancora i soldi per vivere mi pesa. Per questo a volte provo vergogna nel chiedere i soldi. Ho un profondo rispetto verso di loro.
Le uniche cose negative che mi vengono in mente, facendo riferimento al rapporto con i miei genitori, sono le seguenti:- non sopporto il tono di voce aggressivo che a volte ha mia madre;- non sopporto il fatto che mia madre a volte sia ripetitiva e mi chieda la stessa cosa più e più volte;- mio padre non parla quasi mai, sono rari i casi in cui racconta la sua giornata o viceversa chiede come sia andata la mia giornata, anche se da quando ho avvertito i primi sintomi e sono a Roma, mi chiama per sapere come sto;- non parlo quasi mai con loro dei miei problemi. Come già detto da quando sto male, parlo un po’ di più con loro perché in genere mi porto i problemi dentro senza esternarli.
Achille
Tutta la storia di Achille permette di intravedere quanto è diventato realmente intollerabile verso le piccole e grandi frustrazioni, sicuramente perché ha attivato continui e ripetuti compromessi con realtà relazionali non chiarite fin dalle prime contrapposizioni e poi trattenute ed implose.
Gli attacchi di panico hanno detto, sotto forma sintomatica, tutto ciò che Achille non è riuscito a dire verbalmente e comportalmente, sotto forma di verità, a Sara e al suo mondo delle relazioni circostanti.
Continua
Il Garante
L’insicurezza nasce dal desiderio di essere portati mano nella mano sempre da qualcuno. Crescere coincide con il diritto di poter sbagliare per andare avanti da soli, invece che delegarsi sempre nelle mani di qualcuno.
Sembra che nel corso del tempo piu diventiamo adulti e piu abbiamo tutti bisogno di garanti… coloro che ci assicurano e rassicurano nelle scelte e nei cambi di vita, negli investimenti di cuore nelle relazioni d amicizia nel campo lavorativo..
invece che essere individui autonomi pendiamo dall’ avvallo di altri esseri che probabilmente hanno solo il ruolo di garante e di equilibrio conferitogli da noi!
Mi chiedo può la nostra esistenza essere a tal punto privata di tale libertà?
Succede al lavoro quando dipendiamo dall’ ultima parola del nostro capo, a casa quando ascoltiamo/assecondiamo un genitore/genitale o fuori casa, un compagno o un amico?
Le istruttorie hanno tempi di verifica sulla nostra persona, davvero brevi, e noi permettiamo dipenda tutto dalla parola di un nostro pari, non per ultimo pendiamo dalle labbra di uno specialista psicologo psicoterapeuta di roma eur in attesa che proferisca il fatidico via libera alle nostre pulsioni represse assecondando quel vizioso giro che ci ha portato a lui !
Con questo non critico ne giudico con superficialità il lavoro di un professionista a cui ho affidato la mia mente ma soprattutto il mio cuore e che ha il potere di vaticinio per me perchè in grado di anticipare i miei sbagli..a cui cedo consapevole quasi sempre 😉
R: Bello ció che hai scritto. Però non vorrei rappresentare per te semplicemente quel placet per esprimere le tue pulsioni represse, ma una opportunità di dialogo allo specchio, con i tuoi emisferi, la tua estetica e gli altri , che tanto ti affascinano e altrettanto ti stressano. Ma le emozioni costano ed hanno sempre un prezzo da pagare, ma rispetto al non vivere, tramite un garante, credo che ne valga la pena di prenderle nella loro insicurezza. Decidere di vivere con le proprie iniziative, insieme alle proprie insicurezze, alla paura di vivere e di sbagliare, rappresenta la Prima Sicurezza Agita .
dottore mi può prevedere anche la fine del mio morbo bulimico ?:))
R: Quando metterai da parte i tuoi garanti e riuscirai a riempirti più di te, del tuo, e dell’ amore per te, e a non temere di seguirti e di poter sbagliare, solo così avresti meno voglia di bulimia e di bulimizzarti .
La fine della tua bulimia risiede nell’ attenuazione delle tue insicurezze o dei tuoi falsi equilibri, è lì dove e quando riuscirai a dire a te stessa: non accetto più consigli da alcuno, perchè so sbagliare da sola…..
mi rassicura la sua presenza, in questa parentesi di vita la sento come un confidente non un dottore e questo è bello per me….
lei non è un garante ma un futuro Amico !
Flaminia
Continua
Mi gioco tutto: la dipendenza da gioco dell’imprevedibile Peter Pan
Gioco d’ azzardo ? Non mi manca nulla, ma in realtà vorrei perdere il vuoto con un botto di emozioni, per tutto ciò che ho e paradossalmente mi tormenta.
salve , mi racconto
Ero e tutto sommato lo sono ancora un ragazzo normalissimo al quale almeno apparentemente non mancava niente.
Una famiglia onesta sempre attenta all’esigenza di noi figli, un lavoro dignitoso con molte responsabilità ma gratificante dal punto di vista monetario che professionale , una ragazza splendida con la quale ho sempre condiviso tutto ed alla quale ho dedicato molto del mio tempo e del mio interesse senza privarmi mai dei miei spazi con amici.
Come dicevo prima apparentemete non mi mancava niente, se nonchè vuoi per una vincita per me importante a un gratta e vinci vuoi per una perdita subita dopo una rapina e che volevo rimediare o per cause a me ancora da capire ho cominciato ad entrare in mondo per me nuovo quello del gioco, non che non mi sia mai piaciuto giocare magari al lotto o a carte con i miei amici e avere il gusto di vincere ma non in maniera ossessiva come poi è andata a finire insomma ho cominciato prima in maniera di divertimento con i gratta e vinci, poi quasi continuativa ogni giorno . non trovando soddisfazioni ho cominciato a giocare alle slot anche li prima qualche euro al giorno la sera prima di rientrare poi più di qualche euro restando incollato anche ore perdendo ogni sera perchè le poche vincite non fanno testo 200, 300 euro o forse più al giorno .
Ma fin qui non mi rendevo conto di essere ormai entrato in un vortice pericoloso , però vuoi per un pò di risparmi accumulati vuoi per il mio stipendio abbastanza alto riuscivo a non accusare le perdite e continuavo .
Il tutto si è aggravato quando eliminando quasi del tutto i due vizi precedenti ho aggiuto il mio accanimento per le scommesse sportive.
Da qui in poi sono precipitato completamente perchè le mie giocate erano alte e più volte durante la giornata e ogni giorno.
Più perdevo e più alzavo la posta per recuperare e anche se vincevo non ci mettevo molto a rigiocarmeli per raddoppiare la vincita ma cosa che non avveniva mai .
Naturalmente finiti i risparmi lo stipendio non bastava nemmeno due giorni ed allora ho cominciato ad inventarmi qualsiasi cosa con i miei con la mia ragazza per recuperare qualsiasi cosa di soldi per giocare nella speranza di vincere e sanare i debiti.
Ma non funzionava e quando si è aggiuto la decisione di fissare la data del mio matrimonio e l’arrivo di spese naturalmente onerose ho deciso di fare un prestito con la banca e poi con un’ente privato di prestiti personali.
Le rate per me erano insostenibili e ormai ero in tilt non sapevo più come fare , anche perchè sia i miei che la mia ragazza erano all’oscuro di tutto.
Non ero più io pensieroso, distratto sul lavoro, nervoso preoccupato praticamente non vivevo più. Nel frattempo ho perso il lavoro quindi peggio non poteva andare . Un giorno forse oggi dico per fortuna i miei hanno scoperto le pratiche dei prestiti, allarmati si sono informati ed è venuto a galla tutto.
Mi è crollato il modo addosso , quello che avevo costruito in tutti questi anni frantumato in mille pezzi.
La mia famiglia distrutta psicologicamente e anche economicamente perchè mi hanno aiutato a sanare tutti i debiti, matrimonio saltato e lei non ne ha voluto sapere per mesi ed ancora oggi il rapporto resta difficile e complicato .
Ho perso la fiducia e il rispetto di molte persone anche se ne ho aiutate molte di queste in tutti questi anni però mi sono reso conto che di amici non ne avevo così tanti come pensavo ma questo è un capitolo a parte .
Oggi dopo tre mesi di distanza dall’accaduto posso dire che di strada ho ancora tanta da fare per ricrearmi un futuro migliore però con l’aiuto dei miei genitori che non mi hanno lasciato nemmeno un attimo da solo aiutandomi in tutto e per tutto e l’aiuto dello psicologo prof. Burdi con il quale ho intrapreso una strada di psicoterapia, ma fiduciosa, è come se fossi rinato per la seconda volta .
Io sono stato sempre una persona che non ha mai chiesto aiuto a nessuno cavandomela sempre da solo non per presunzione ma perché non mi è mai piaciuto disturbare nessuno.
Oggi mi sento di dire che se solo avessi avuto il coraggio appena avuto il sentore di quello che stava succedendo di parlare con i miei i quali sicuramente come oggi mi avrebbero capito e aiutato anche all’ ora non mi troverei in questa situazione , sono sicuro che con il mio impegno e buona volontà potrò sistemare tutto ma ho rischiato di perdere tutto , e oggi pago le conseguenze sulla mia pelle e non solo.
ciao Michele
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Perchè ho sbagliato ?
Risposta alla mail di Donato, sul problema del tradire, leggi qui di seguito
Caro Donato
più volte ho riferito di jung, ci spiega della presenza di ombre nella nostra vita.
La cosa più importante è farle venir fuori, e tu le hai fatte emergere con l’analisi, ed hai illuminato la caverna.
Una volta illuminati, si ha la coscienza di se e dei pericoli e sai porre le transenne sui dirupi e scrivere danger per non mettere più a rischio la tua vita e sulle cose importanti primarie della stessa.
Che dirti ? Perchè sbagliamo ? So solo che a volte non ci basta mai niente e le caverne oscure inesplorate ci attraggono sempre, come ne vengono attratti gli speleologi che non si stancano mai di osservare e sperimentare nuovi mondi e modi di conoscere la realtà, siamo fatti per conoscerci.
E’ biblica la questione, il voler conoscere da quell’ “albero”, ma il dio che è dentro di noi ci suggerisce che ci sarebbe la distruzione oltre, però il desiderio e la sete di avventarci verso le prospettive geometriche di nuove “conoscenze” e dei nuovi limiti, è più forte di noi, il tentativo è sempre quello di voler stare meglio fino ad affacciarci fino al baratro, ma lo scopriamo solo dopo che stiamo lì per lì per caderci, prima non lo sapevamo del male che ci saremmo o avremmo potuto fare.
La sete di conoscenza è cosmogonica, ci spinge dall’ eternità, distigue l’uomo dalle piante, ma è necessario domandarci fino e a dove sarebbe necessario spingerci.
Ma tu quella caverna l’ hai già conosciuta, stai tranquillo che quelle già esplorate non attraggono come prima e quella esplorazione l’hai pagata per tua scelta a caro prezzo, perché come un giocatore d’azzardo hai puntato grosso, rischiando di perdere tutto, ma hai vinto la sfida ed ha consolidato le tue prospettive, la tua autostima e verificato la grandiosità della tua Donna.
Dalla vostra eperienza, voi due avete dilatato gli orrizzonti delle vostre capacità di tolleranza, siete diventati più forti, capaci e forgiati dalle vostre sofferenze a gestire l’ intollerabile, siete diventati coppia unita e complici più di quello che pensavate di essere, siete passati dalla instabilità al piacere ed alla forza di co-esistere, distruggendo ciò che non avreste mai definito precario, a vantaggio della vostra Stabilità, perché lo avete desiderato entrambi.
giorgio burdi
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Buonasera dottore, come va? Io sono ancora a lavoro, ahime’ questo we mi tocca!A parte i primi 2 giorni di ritorno qui a Londra, la situazione e’ tranquilla e Rosa sta abbastanza bene.
Finalmente per una volta scrivo, non in preda alle preoccupazioni o alle difficoltà che talvolta emergono. Qualche volta penso ai miei “vecchi” compagni di viaggio e mi chiedo come sia andata a finire. Rocco ha risolto il suo problema con la moglie? E Daniela, ha capito qual’e’ la strada giusta per lei? E Angela, Michele e tutti gli altri.
Questa esperienza mi ha insegnato tanto e mi ha dato il privilegio di imparare cose nuove e di cambiare tanto in me, grazie al mio buon senso, alla voglia di Rosa, all’ analisi e alla psicoterapia.
Ed e’ a questo che mi affido nei momenti difficili, riuscendo a trovare del buono in quanto accaduto. Rosa sta sempre meglio e questo mi rende tanto felice, ma ancora oggi non trovo una spiegazione a quello che ho potuto combinare.
Esiste davvero una spiegazione? Perche’ stavo distruggendo quello che di piu’ prezioso avevo? Perche’ stavo allontanando la persona che da sempre mi ha voluto bene e che mai avrebbe fatto a me una cosa del genere? Perche’ non ho saputo godere di mia figlia.
Stare con lei e’ davvero un privilegio e io non capivo a cosa stavo rinunciando.
E poi, uno come me che e’ sempre stato onesto, trasparente e leale, come ha potuto cominciare a raccontare cosi’ tante frottole? Perché non mi rendevo conto di tutto questo? Io che tante volte ho aiutato gli altri.
Ancora oggi, sebbene le difficolta’ di una lingua diversa, la gente mi chiede feedback ed e’ interessata alle mie opinioni/osservazioni.
Ho saputo aiutare e non sono stato in grado di farlo con me stesso! Quando ripenso al passato mi sento in forte difficolta’, provando addirittura vergogna.
Come e’ potuto succedere? Sono certo che non accadrà mai piu’.
C’e’ troppa sofferenza ed e’ tanto faticoso ricostruire per la sofferenza che ho indotto e mi son procurato, ma ne vale assolutamente la pena.
Sono stato fortunato e me ne rendo conto. Ha prevalso l’amore ed i buoni sentimenti. E soprattutto la generosità di mia moglie. Spero Rosa ritrovi la serenità’ che merita, e’ una persona meravigliosa e spero di poterla rendere felice ancora. Se ha la risposta ad alcune delle mie domande, mi farebbe piacere ricevere suo feedback. Ancora oggi mi interrogo tante volte e non trovo una risposta che sia convincente abbastanza.
Un saluto a lei ed un grande abbraccio ai miei vecchi compagni di viaggio .
Donato
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Ipnosi : Esplora dentro di te
Accedere all’ inconscio per curare, conoscere e potenziare se stessi.
Ognuno di noi ha un’attività psichica formata da una parte volontaria che è il nostro Conscio e una parte involontaria che è l’Inconscio.
Il Conscio è la nostra mente razionale che ci permette di elaborare le situazioni, di giudicare, di decidere razionalmente cosa è giusto o sbagliato per noi secondo quelli che di solito sono i nostri schemi mentali, ossia le strutture di pensiero che si formano nel corso della nostra vita .
Nel nostro Inconscio vivono i sentimenti, le fantasie, i sogni, l’intuizione, il passato, il presente, il futuro, la nostra memoria storica, la creatività, l’arte….
L’Inconscio registra le nostre emozioni, quando qualcosa non va, esso comunica con noi per avvisarci del disagio, purtroppo la mente razionale a causa delle strutture di pensiero impedisce spesso di prenderne atto e porvi rimedio, ecco che allora il nostro Inconscio inizia a utilizzare il nostro corpo facendolo esprimere attraverso sintomi o malattie, la persona avverte emicranie, tachicardie, disturbi del sonno, dolori muscolari, disturbi alimentari, disturbi della sessualità, ansia, depressione, attacchi di panico e sono davvero tanti i disagi che possono verificarsi.
Le persone che si rivolgono dallo psicoterapeuta iniziano un percorso di analisi, un viaggio meraviglioso in se stessi. Impariamo a conoscerci e piano piano come un abile orafo egli inizia a ripulire la pietra grezza da tutte le sue impurità, lucida ogni parte con pazienza fino a farla risplendere di quella luce naturale di cui ciascuno di noi è dotato, riportiamo alla luce le nostre potenzialità.
Lo psicoterapeuta affianca l’ ipnosi al percorso di psicoterapia, nello stato ipnotico la persona è sempre cosciente, anche quando l’ ipnosi porta alla trance ipnotica o si fa regressiva, il soggetto si rilassa e in questo stato di coscienza alterato, la mente razionale si fa da parte lasciando libera l’ intimità ed il passato di affiorare.
Finalmente si comunica più liberamente il disagio, si permette alle potenzialità di venir fuori, lasciando che lo psicologo psicoterapeuta individui gli ostacoli ed informi la mente, in sintonia con i suoi obiettivi, delle le sue capacità e potenzialità di superare gli ostacoli.
In tal modo mentre la persona svolge il suo percorso di psicoterapia, al contempo si rilassa e apre la sua mente emozionale, insieme si buttano giù uno a uno inutili e deleteri schemi mentali, si portano alla luce le nostre capacità e potenzialità che sono in grado di condurci al benessere curativo .
Così come possiamo bloccarci, ammalarci, allo stesso modo, possiamo guarire e rifiorire.
Va però sottolineato che una ipnosi senza una psicoterapia, equivale ad una abitazione con i tramezzi ma senza struttura di cemento.
L’ ipnosi ha valore solo all’ interno di un programma di psicoterapia, senza della quale diventerebbe solo curiosità ed esperienza ludica, incapace di avviare benefici e cambiamenti.
Questo Studio conduce percorsi di Ipnosi per la conoscenza di se, ma innamzitutto integrati in un percorso mirato.
Per qualsiasi domanda chiedi allo studio@burdi.it o racconta la tua sull’ argomento.
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Per chi sto perdendo peso ?
La persona in sovrappeso o la bulimica, l’ anoressica o chi offre del disturbo Bed o del comportamento alimentare in genere, nel ripercorrere le origini del proprio disturbo, riscontra in psicoterapia
che con esso vorrebbe dire agli altri qualcosa, anzi col disturbo, ma anche con la dieta, si vorrebbe dire o ricevere qualcosa comunque dagli altri, come le attenzioni o si vorrebbe rimproverare di qualcosa.
Quello che è più interessante è che questo meccanismo risulta essere del tutto involontario, emotivo ed inconscio, ovvero non dettato dalla semplice volontà.
… ” Volevo solo dirle che la seduta di ieri è stata illuminante.ho iniziato a dimagrire prima per poter avere un altro figlio, poi per mia madre, per mio marito, per piacere di nuovo…non ho mai preso la mia perdita di peso per “me stessa”, per il piacere di guardarmi, per il piacere di stare bene con me stessa e di esistere.
Da ieri pomeriggio non è per incanto ma per un serio lavoro di psicoterapia, la fame è sparita !! , solo io so quante ne ho provate e quanti prodotti, ma da stamane è diverso ed ho ripreso a fare esercizio fisico! , ho un bel sorriso stampato in faccia. sono felice perché mi sono resa conto solo ora che io sono importante per me, più di quanto gli altri possano considerarmi o non !! Anzi basta a far le cose per gli altri .
Grazie alla terapia congiunta tra psicoterapia e dieta del dietologo endocrinologo, ho perso 30 kg, a differenza di un tempo, quando con la sola dieta era tutto precario ed altalenante, infatti con la psicoterapia oggi ho stabilizzato il tutto e continuo a comprendere per chi lo stavo facendo.
La psicoterapia è un fenomeno che riporta alla forza di te. ”
Grazie, un abbraccio
Ilean

Dott come risolvo il mio passato ?
L’ Hic et Nunc : come progettare l’esistente ed apprendere il presente…
Inno al presente .
I rapporti e le relazioni andate, relativi al passato, quando perdono la “magia” del loro mistero, in relazione a quello schema consolidato di anni di sintesi neurobiologica dei ricordi, sarebbe preferibile lasciarli, perché inquadrabili sulla base della nostra maturità di quel periodo passato, fondata su quelle circostanze e su quegli anni nei quali ci sembrava allora, ma non più oggi, meraviglioso o terrificante.
Sarebbe difficile Oggi poter dar loro senso, se non nell’ ottica di un miglioramento della nostra vita presente.
Solo quando riusciremmo a star meglio, nel qui ed ora, solo allora avremmo il coraggio di ammettere che il nostro benessere è anche frutto di quel passato e faremmo solo cosi allora un opera di reintegrazione tra passato e presente, da non confondere col recupero o col miglioramento di quel periodo, ma avvertiremmo un opera di grandiosa bonifica solo ed esclusivamente dopo aver migliorato il nostro presente .
Solo allora riusciremmo a dire, paradossalmente, anche grazie al nostro passato, perché il nostro presente nella sua qualità alchemica lo avremmo decisamente migliorato .
Possiamo solo migliorare il presente, ma i rapporti ormai impostati quelli vecchi, il piu delle volte no, a meno che certe persone non abbiamo fatto ricorso all’ analisi .
È necessario legarsi al presente con tutto ció che di nuovo o ci sia, dando senso alle nuove scoperte ed osservazioni, alle nuove conquiste, aprirsi sempre piu ad esse a tutto ció che solo ci ispiri, cercando di far respirare la propria vita, di capire come poter dare piu senso a ció che si È o a ció che si Fa, dilatare il rispetto per se, per gli altri e per gli oggetti mentali ed oggettuali, espandersi alle nuove conoscenze, alla fucina del proprio pensiero che dovrà reggerci, alimentare ció che oggi regge la nostra forza e il piacere di esistere.
Solo in questa strategia di esistere mi piacerà il passato lo amerei di più, senza volerci necessariamente più tornare, perchè non avrei più tempo e testa di volerlo rivisitare, affascinato da un ricco presente, da un io determinato dal protagonismo che dalla comparsa.
Magicamente, come in una ipnosi, il vecchio, diventerebbe Antico e lo scopriremmo come essere le nostre Radici , ma ció che conta sarà di più imparare a custodire e a proteggere con paletti, i frutti di queste piacevoli sofferte patite e gioite conquiste di un presente in divenire . Abbiamo l obbligo nei nostri confronti di migliorare la qualità della vita assolutamente presente, ri-integrando solo così il passato, tutto il resto é solo obsoleto e inutilmente già rivisto .
giorgio burdi

Lui, gli altri al centro ed io a quale posto sono ?
Storia di una depressione, una donna che non vive di se, concentrata sul sentire e il vivere altrui, sottomessa, marginalizzati i propri bisogni e le proprie apsirazioni a vantaggio di quelle degli altri
Caro dottor Burdi, oggi ho avuto una forte crisi di ansia e di paura. piangevo come una disperata. Per calmarmi ho dovuto prendere le gocce di lexotan.La mia testa non riusciva a fermarsi, sono tornati tutti i pensieri negativi, vedo di nuovo il buio davanti a me, ho paura che non riuscirò mai ad avere una vita normale, ho la sensazione di essere inadatta a vivere, tutto mi appare come un ostacolo insormontabile, anche le cose da fare in casa mi mettono agitazione. Credo di avere una forte depressione, sono inappetente, non mangio più, non ho voglia di nulla, oggi la mia bilancia pesava 40 kg, temo di andare in anoressia, ho bisogno di lei e sento che mi sta facendo già bene la sua psicoterapia.
Mi sento fragile e in balia di me stessa. Sono tornata a osservare la vita degli altri e mi sembra che tutto quello che gli altri fanno con gioia, gusto, grinta, ecc… per me è solo fonte di paura, di angoscia. Ho inoltre un forte senso di colpa verso tutti coloro che stanno soffrendo per me e con me, in particolare provo un forte senso di colpa e di dispiacere per lui: la mattina mi sveglio e mi rendo conto che sto pensando a lui che, anche se per cena viene dai miei, poi passa il resto della serata da solo con i suoi pensieri, penso che lo sto trascinando giù con me, penso che lui potrebbe vivere una vita normale e che con me sta solo perdendo del tempo prezioso. Io non so quanto durerà questa mia situazione e che risvolto avrà la mia vita (e quindi il mio matrimonio), e lui nel frattempo? Posso io essere così egoista da tenerlo in questa trappola, in questo limbo ? Lui non sta soffrendo meno di me…E voglio sottolineare che lui in nessun modo mi sta facendo pesare la situazione tanto meno il fatto che sono a casa dei miei. Sono tutti pensieri che sto facendo da sola: probabilmente vedo il tempo passare e se da un lato il pensiero di tornare a casa mia mi fa venire l’ansia e la paura, dall’altro sento l’obbligo di ritornarci .HO PAURA, TANTA PAURA, non riesco nemmeno a respirare, trattengo il respiro.Eppure nei giorni scorsi, grazie alla psicoterapia, ho preso più di una iniziativa: sabato scorso sono stata a casa mia per circa tre ore per fare le pulizie senza sentire il bisogno di scappare via, domenica lunedì e martedì ho avuto iniziative culinarie, mi sono sentita più attiva e diversa, ho pensato: posso farcela con l’ aiuto del mio psicologo .Poi giovedì ad un certo punto ho iniziato a sentire un pensiero pungente: forse sto meglio solo perché sono a casa dei miei, sento meno responsabilità, ma quanto tempo potrò andare avanti così, una decisone la devo prendere prima o poi ecc… questo pensiero evidentemente si è fatto più forte fino a farmi scoppiare. Lui dal canto suo sta cercando di fare del suo meglio. Sta cercando di comunicarmi le sue necessità, le sue opinioni, in un modo molto diverso da come faceva prima: sta cercando in tutti i modi di farmi capire che lui la pensa in un modo ma non per questo io devo pensarla come lui, ma che come io non posso vivere senza essere me stessa la stessa cosa vale per lui. Quindi sta cambiando le modalità di dirmi le cose ma con riguardo ai contenuti no. Semplicemente poi alla fine entrambi capiremo se ci sono punti di contatto o meno e sulla base di questo prenderemo le opportune decisioni. Grazie
Isabella