Perchè ho sbagliato ?
Risposta alla mail di Donato, sul problema del tradire, leggi qui di seguito
Caro Donato
più volte ho riferito di jung, ci spiega della presenza di ombre nella nostra vita.
La cosa più importante è farle venir fuori, e tu le hai fatte emergere con l’analisi, ed hai illuminato la caverna.
Una volta illuminati, si ha la coscienza di se e dei pericoli e sai porre le transenne sui dirupi e scrivere danger per non mettere più a rischio la tua vita e sulle cose importanti primarie della stessa.
Che dirti ? Perchè sbagliamo ? So solo che a volte non ci basta mai niente e le caverne oscure inesplorate ci attraggono sempre, come ne vengono attratti gli speleologi che non si stancano mai di osservare e sperimentare nuovi mondi e modi di conoscere la realtà, siamo fatti per conoscerci.
E’ biblica la questione, il voler conoscere da quell’ “albero”, ma il dio che è dentro di noi ci suggerisce che ci sarebbe la distruzione oltre, però il desiderio e la sete di avventarci verso le prospettive geometriche di nuove “conoscenze” e dei nuovi limiti, è più forte di noi, il tentativo è sempre quello di voler stare meglio fino ad affacciarci fino al baratro, ma lo scopriamo solo dopo che stiamo lì per lì per caderci, prima non lo sapevamo del male che ci saremmo o avremmo potuto fare.
La sete di conoscenza è cosmogonica, ci spinge dall’ eternità, distigue l’uomo dalle piante, ma è necessario domandarci fino e a dove sarebbe necessario spingerci.
Ma tu quella caverna l’ hai già conosciuta, stai tranquillo che quelle già esplorate non attraggono come prima e quella esplorazione l’hai pagata per tua scelta a caro prezzo, perché come un giocatore d’azzardo hai puntato grosso, rischiando di perdere tutto, ma hai vinto la sfida ed ha consolidato le tue prospettive, la tua autostima e verificato la grandiosità della tua Donna.
Dalla vostra eperienza, voi due avete dilatato gli orrizzonti delle vostre capacità di tolleranza, siete diventati più forti, capaci e forgiati dalle vostre sofferenze a gestire l’ intollerabile, siete diventati coppia unita e complici più di quello che pensavate di essere, siete passati dalla instabilità al piacere ed alla forza di co-esistere, distruggendo ciò che non avreste mai definito precario, a vantaggio della vostra Stabilità, perché lo avete desiderato entrambi.
giorgio burdi
____________________________
Buonasera dottore, come va? Io sono ancora a lavoro, ahime’ questo we mi tocca!A parte i primi 2 giorni di ritorno qui a Londra, la situazione e’ tranquilla e Rosa sta abbastanza bene.
Finalmente per una volta scrivo, non in preda alle preoccupazioni o alle difficoltà che talvolta emergono. Qualche volta penso ai miei “vecchi” compagni di viaggio e mi chiedo come sia andata a finire. Rocco ha risolto il suo problema con la moglie? E Daniela, ha capito qual’e’ la strada giusta per lei? E Angela, Michele e tutti gli altri.
Questa esperienza mi ha insegnato tanto e mi ha dato il privilegio di imparare cose nuove e di cambiare tanto in me, grazie al mio buon senso, alla voglia di Rosa, all’ analisi e alla psicoterapia.
Ed e’ a questo che mi affido nei momenti difficili, riuscendo a trovare del buono in quanto accaduto. Rosa sta sempre meglio e questo mi rende tanto felice, ma ancora oggi non trovo una spiegazione a quello che ho potuto combinare.
Esiste davvero una spiegazione? Perche’ stavo distruggendo quello che di piu’ prezioso avevo? Perche’ stavo allontanando la persona che da sempre mi ha voluto bene e che mai avrebbe fatto a me una cosa del genere? Perche’ non ho saputo godere di mia figlia.
Stare con lei e’ davvero un privilegio e io non capivo a cosa stavo rinunciando.
E poi, uno come me che e’ sempre stato onesto, trasparente e leale, come ha potuto cominciare a raccontare cosi’ tante frottole? Perché non mi rendevo conto di tutto questo? Io che tante volte ho aiutato gli altri.
Ancora oggi, sebbene le difficolta’ di una lingua diversa, la gente mi chiede feedback ed e’ interessata alle mie opinioni/osservazioni.
Ho saputo aiutare e non sono stato in grado di farlo con me stesso! Quando ripenso al passato mi sento in forte difficolta’, provando addirittura vergogna.
Come e’ potuto succedere? Sono certo che non accadrà mai piu’.
C’e’ troppa sofferenza ed e’ tanto faticoso ricostruire per la sofferenza che ho indotto e mi son procurato, ma ne vale assolutamente la pena.
Sono stato fortunato e me ne rendo conto. Ha prevalso l’amore ed i buoni sentimenti. E soprattutto la generosità di mia moglie. Spero Rosa ritrovi la serenità’ che merita, e’ una persona meravigliosa e spero di poterla rendere felice ancora. Se ha la risposta ad alcune delle mie domande, mi farebbe piacere ricevere suo feedback. Ancora oggi mi interrogo tante volte e non trovo una risposta che sia convincente abbastanza.
Un saluto a lei ed un grande abbraccio ai miei vecchi compagni di viaggio .
Donato
ContinuaIpnosi : Esplora dentro di te
Accedere all’ inconscio per curare, conoscere e potenziare se stessi.
Ognuno di noi ha un’attività psichica formata da una parte volontaria che è il nostro Conscio e una parte involontaria che è l’Inconscio.
Il Conscio è la nostra mente razionale che ci permette di elaborare le situazioni, di giudicare, di decidere razionalmente cosa è giusto o sbagliato per noi secondo quelli che di solito sono i nostri schemi mentali, ossia le strutture di pensiero che si formano nel corso della nostra vita .
Nel nostro Inconscio vivono i sentimenti, le fantasie, i sogni, l’intuizione, il passato, il presente, il futuro, la nostra memoria storica, la creatività, l’arte….
L’Inconscio registra le nostre emozioni, quando qualcosa non va, esso comunica con noi per avvisarci del disagio, purtroppo la mente razionale a causa delle strutture di pensiero impedisce spesso di prenderne atto e porvi rimedio, ecco che allora il nostro Inconscio inizia a utilizzare il nostro corpo facendolo esprimere attraverso sintomi o malattie, la persona avverte emicranie, tachicardie, disturbi del sonno, dolori muscolari, disturbi alimentari, disturbi della sessualità, ansia, depressione, attacchi di panico e sono davvero tanti i disagi che possono verificarsi.
Le persone che si rivolgono dallo psicoterapeuta iniziano un percorso di analisi, un viaggio meraviglioso in se stessi. Impariamo a conoscerci e piano piano come un abile orafo egli inizia a ripulire la pietra grezza da tutte le sue impurità, lucida ogni parte con pazienza fino a farla risplendere di quella luce naturale di cui ciascuno di noi è dotato, riportiamo alla luce le nostre potenzialità.
Lo psicoterapeuta affianca l’ ipnosi al percorso di psicoterapia, nello stato ipnotico la persona è sempre cosciente, anche quando l’ ipnosi porta alla trance ipnotica o si fa regressiva, il soggetto si rilassa e in questo stato di coscienza alterato, la mente razionale si fa da parte lasciando libera l’ intimità ed il passato di affiorare.
Finalmente si comunica più liberamente il disagio, si permette alle potenzialità di venir fuori, lasciando che lo psicologo psicoterapeuta individui gli ostacoli ed informi la mente, in sintonia con i suoi obiettivi, delle le sue capacità e potenzialità di superare gli ostacoli.
In tal modo mentre la persona svolge il suo percorso di psicoterapia, al contempo si rilassa e apre la sua mente emozionale, insieme si buttano giù uno a uno inutili e deleteri schemi mentali, si portano alla luce le nostre capacità e potenzialità che sono in grado di condurci al benessere curativo .
Così come possiamo bloccarci, ammalarci, allo stesso modo, possiamo guarire e rifiorire.
Va però sottolineato che una ipnosi senza una psicoterapia, equivale ad una abitazione con i tramezzi ma senza struttura di cemento.
L’ ipnosi ha valore solo all’ interno di un programma di psicoterapia, senza della quale diventerebbe solo curiosità ed esperienza ludica, incapace di avviare benefici e cambiamenti.
Questo Studio conduce percorsi di Ipnosi per la conoscenza di se, ma innamzitutto integrati in un percorso mirato.
Per qualsiasi domanda chiedi allo studio@burdi.it o racconta la tua sull’ argomento.
ContinuaPer chi sto perdendo peso ?
La persona in sovrappeso o la bulimica, l’ anoressica o chi offre del disturbo Bed o del comportamento alimentare in genere, nel ripercorrere le origini del proprio disturbo, riscontra in psicoterapia
che con esso vorrebbe dire agli altri qualcosa, anzi col disturbo, ma anche con la dieta, si vorrebbe dire o ricevere qualcosa comunque dagli altri, come le attenzioni o si vorrebbe rimproverare di qualcosa.
Quello che è più interessante è che questo meccanismo risulta essere del tutto involontario, emotivo ed inconscio, ovvero non dettato dalla semplice volontà.
… ” Volevo solo dirle che la seduta di ieri è stata illuminante.ho iniziato a dimagrire prima per poter avere un altro figlio, poi per mia madre, per mio marito, per piacere di nuovo…non ho mai preso la mia perdita di peso per “me stessa”, per il piacere di guardarmi, per il piacere di stare bene con me stessa e di esistere.
Da ieri pomeriggio non è per incanto ma per un serio lavoro di psicoterapia, la fame è sparita !! , solo io so quante ne ho provate e quanti prodotti, ma da stamane è diverso ed ho ripreso a fare esercizio fisico! , ho un bel sorriso stampato in faccia. sono felice perché mi sono resa conto solo ora che io sono importante per me, più di quanto gli altri possano considerarmi o non !! Anzi basta a far le cose per gli altri .
Grazie alla terapia congiunta tra psicoterapia e dieta del dietologo endocrinologo, ho perso 30 kg, a differenza di un tempo, quando con la sola dieta era tutto precario ed altalenante, infatti con la psicoterapia oggi ho stabilizzato il tutto e continuo a comprendere per chi lo stavo facendo.
La psicoterapia è un fenomeno che riporta alla forza di te. ”
Grazie, un abbraccio
Ilean
Dott come risolvo il mio passato ?
L’ Hic et Nunc : come progettare l’esistente ed apprendere il presente…
Inno al presente .
I rapporti e le relazioni andate, relativi al passato, quando perdono la “magia” del loro mistero, in relazione a quello schema consolidato di anni di sintesi neurobiologica dei ricordi, sarebbe preferibile lasciarli, perché inquadrabili sulla base della nostra maturità di quel periodo passato, fondata su quelle circostanze e su quegli anni nei quali ci sembrava allora, ma non più oggi, meraviglioso o terrificante.
Sarebbe difficile Oggi poter dar loro senso, se non nell’ ottica di un miglioramento della nostra vita presente.
Solo quando riusciremmo a star meglio, nel qui ed ora, solo allora avremmo il coraggio di ammettere che il nostro benessere è anche frutto di quel passato e faremmo solo cosi allora un opera di reintegrazione tra passato e presente, da non confondere col recupero o col miglioramento di quel periodo, ma avvertiremmo un opera di grandiosa bonifica solo ed esclusivamente dopo aver migliorato il nostro presente .
Solo allora riusciremmo a dire, paradossalmente, anche grazie al nostro passato, perché il nostro presente nella sua qualità alchemica lo avremmo decisamente migliorato .
Possiamo solo migliorare il presente, ma i rapporti ormai impostati quelli vecchi, il piu delle volte no, a meno che certe persone non abbiamo fatto ricorso all’ analisi .
È necessario legarsi al presente con tutto ció che di nuovo o ci sia, dando senso alle nuove scoperte ed osservazioni, alle nuove conquiste, aprirsi sempre piu ad esse a tutto ció che solo ci ispiri, cercando di far respirare la propria vita, di capire come poter dare piu senso a ció che si È o a ció che si Fa, dilatare il rispetto per se, per gli altri e per gli oggetti mentali ed oggettuali, espandersi alle nuove conoscenze, alla fucina del proprio pensiero che dovrà reggerci, alimentare ció che oggi regge la nostra forza e il piacere di esistere.
Solo in questa strategia di esistere mi piacerà il passato lo amerei di più, senza volerci necessariamente più tornare, perchè non avrei più tempo e testa di volerlo rivisitare, affascinato da un ricco presente, da un io determinato dal protagonismo che dalla comparsa.
Magicamente, come in una ipnosi, il vecchio, diventerebbe Antico e lo scopriremmo come essere le nostre Radici , ma ció che conta sarà di più imparare a custodire e a proteggere con paletti, i frutti di queste piacevoli sofferte patite e gioite conquiste di un presente in divenire . Abbiamo l obbligo nei nostri confronti di migliorare la qualità della vita assolutamente presente, ri-integrando solo così il passato, tutto il resto é solo obsoleto e inutilmente già rivisto .
giorgio burdi
Lui, gli altri al centro ed io a quale posto sono ?
Storia di una depressione, una donna che non vive di se, concentrata sul sentire e il vivere altrui, sottomessa, marginalizzati i propri bisogni e le proprie apsirazioni a vantaggio di quelle degli altri
Caro dottor Burdi, oggi ho avuto una forte crisi di ansia e di paura. piangevo come una disperata. Per calmarmi ho dovuto prendere le gocce di lexotan.La mia testa non riusciva a fermarsi, sono tornati tutti i pensieri negativi, vedo di nuovo il buio davanti a me, ho paura che non riuscirò mai ad avere una vita normale, ho la sensazione di essere inadatta a vivere, tutto mi appare come un ostacolo insormontabile, anche le cose da fare in casa mi mettono agitazione. Credo di avere una forte depressione, sono inappetente, non mangio più, non ho voglia di nulla, oggi la mia bilancia pesava 40 kg, temo di andare in anoressia, ho bisogno di lei e sento che mi sta facendo già bene la sua psicoterapia.
Mi sento fragile e in balia di me stessa. Sono tornata a osservare la vita degli altri e mi sembra che tutto quello che gli altri fanno con gioia, gusto, grinta, ecc… per me è solo fonte di paura, di angoscia. Ho inoltre un forte senso di colpa verso tutti coloro che stanno soffrendo per me e con me, in particolare provo un forte senso di colpa e di dispiacere per lui: la mattina mi sveglio e mi rendo conto che sto pensando a lui che, anche se per cena viene dai miei, poi passa il resto della serata da solo con i suoi pensieri, penso che lo sto trascinando giù con me, penso che lui potrebbe vivere una vita normale e che con me sta solo perdendo del tempo prezioso. Io non so quanto durerà questa mia situazione e che risvolto avrà la mia vita (e quindi il mio matrimonio), e lui nel frattempo? Posso io essere così egoista da tenerlo in questa trappola, in questo limbo ? Lui non sta soffrendo meno di me…E voglio sottolineare che lui in nessun modo mi sta facendo pesare la situazione tanto meno il fatto che sono a casa dei miei. Sono tutti pensieri che sto facendo da sola: probabilmente vedo il tempo passare e se da un lato il pensiero di tornare a casa mia mi fa venire l’ansia e la paura, dall’altro sento l’obbligo di ritornarci .HO PAURA, TANTA PAURA, non riesco nemmeno a respirare, trattengo il respiro.Eppure nei giorni scorsi, grazie alla psicoterapia, ho preso più di una iniziativa: sabato scorso sono stata a casa mia per circa tre ore per fare le pulizie senza sentire il bisogno di scappare via, domenica lunedì e martedì ho avuto iniziative culinarie, mi sono sentita più attiva e diversa, ho pensato: posso farcela con l’ aiuto del mio psicologo .Poi giovedì ad un certo punto ho iniziato a sentire un pensiero pungente: forse sto meglio solo perché sono a casa dei miei, sento meno responsabilità, ma quanto tempo potrò andare avanti così, una decisone la devo prendere prima o poi ecc… questo pensiero evidentemente si è fatto più forte fino a farmi scoppiare. Lui dal canto suo sta cercando di fare del suo meglio. Sta cercando di comunicarmi le sue necessità, le sue opinioni, in un modo molto diverso da come faceva prima: sta cercando in tutti i modi di farmi capire che lui la pensa in un modo ma non per questo io devo pensarla come lui, ma che come io non posso vivere senza essere me stessa la stessa cosa vale per lui. Quindi sta cambiando le modalità di dirmi le cose ma con riguardo ai contenuti no. Semplicemente poi alla fine entrambi capiremo se ci sono punti di contatto o meno e sulla base di questo prenderemo le opportune decisioni. Grazie
Isabella
Bulimia ? Le parole che non ho mai udito
… da una mamma protagonista per una vita mancata da perfezionista
Al mio psicologo
Salve dott. stavo riflettendo sull’ironia della vita… Io sono una bulimica che lavora in un’azienda di ristorazione collettiva!! E mi piace anche smanettare ogni giorno con i menu delle mense ospedaliere, scolastiche, delle caserme, dei ministeri..
Sollecitata da ogni curiosità verso ricette, tavole bromatologiche (ovvero tabelle dei nutrienti), e i colori e le ricette fantasiose per i reparti pediatrici!
C’è del macabro anche in questo si tratta di bambini malati, o bambini costretti a rimanere a scuola invece che essere coccolati dalla mamme che cucinano per loro. Al posto delle mamme, personale gentile e sorridente (così dicono) che serve i pasti..
Lei dice che io sono recettiva agli stimoli, che reagisco e attivo risorse orientandomi nel mondo secondo le indicazioni di una bussola tutta mia costruita sulle esperienze, sugli sbagli, sulle aspettative e sulle illusioni. Allora se la mia indole è dinamica quale stasi mi blocca ad essere bulimica?
Se reagisco alla vita perché, la vita mi sfugge ogni volta che la vomito ? Ho la smania di essere perfetta, che tutto sia sempre soddisfacente e vada sempre al posto giusto come l’ avrei voluto immaginare, ma… quasi sempre non è mai così .
Che si tratti di irrequietezza che mi fa fermare, che mi spinge a cercare il mio posto naturale, quello da cui osservo il mondo senza più rincorrerlo, quella da cui comincio a tracciare la linea del mio orizzonte senza tendere ad uno infinito e inarrivabile ?
Oppure più semplicemente la mia malattia è il semplice frutto di una nonostante tutto, benevola influenza materna che mi ha fatto percepire grossa in qualche maniera e di un comportamento scisso tra un’educazione alimentare fondatasull’affetto di una nonna che rimpinzava (perché cosi fan tutte le nonnine) e l’insoddisfazione di una madre che voleva vedere nella figlia la perfezione a lei sfuggita ?
Non è una resa dei conti per dare colpe.. ma spunti di riflessione arrivati in una mattina di lavoro e buttati giù un furtivamente per non farsi scoprire dal collega di stanza
alessia
Lettera a mio marito
Dopo il lavoro analitico Angela comprende che può superare il tradimento del suo compagno.
Ci sono momenti nella vita in cui vorresti che quanto è sotto i tuoi occhi non fosse realtà, in cui non vorresti credere a quegli occhi che hanno pianto perché ti sentivi sola e trascurata, quegli occhi che hanno dovuto vedere quanto non avrebbero voluto e che in qualche modo sono stati artefici del nostro dolore.
Più volte ho pensato a quel giorno alle possibilità, dieci su una che avevo di non andare a guardare.
In altri tempi non l’avrei mai fatto era tanta è tale la fiducia che avevo in te e nel nostro amore che il tempo ed i silenzi avevano sminuito.
Ho provato a parlarti e a gridare la mia solitudine, la tua distanza, l’importanza di sentirsi amata e desiderata, ma il tuo distacco ed il tuo essere preso da altri mille pensieri e problemi, raffreddava sempre più il tuo cuore e chiudeva gli occhi.
Io non so realmente, cosa tu abbia voluto ed abbia trovato in più in quella “relazione” che ha occupato 7 anni della nostra vita insieme anche se saltuariamente o sporadicamente come tu dici, ma che di certo a mio avviso si è comunque in qualche modo insinuata tra noi, non certo in maniera fruttifera ma disgregante e lenitiva.
Forse quello che per te doveva essere solo un gioco sessuale, è diventato altro, forse la solitudine in cui eri convinto d’essere e che un po’ ti eri creato, ti ha portato a cercare compagnia o forse solo un diversivo altrove e se, forse, avessi compreso che io ero li e che come te avevo bisogno del mio uomo di quell’uomo che ho sposato solo ed unicamente per amore….. e se solo io avessi messo da parte il mio essere un po’ “convinta”, comprendendo che in amore la comunicazione è importante e no la rassegnazione o che nulla nella vita è scontato e che si può dare senza per forza ricevere, ora non saremmo qui a parlare di noi di quel che stato e soprattutto di quel che è e sarà per molto tempo ancora.
Su tutto quello che è successo, ho ricercato i lati positivi ed è su di essi che sono ripartita sin da quel giorno d’Agosto quando ho deciso di rivolgermi in analisi allo Studio Burdi .
In tutta questa vicenda, ho riscoperto, in psicoterapia, soprattutto il mio amore per te forte ed intenso, ho riscoperto un uomo che sa emozionare, comprensivo ed amorevole.
L’amore per nostra figlia credo sia il legame più forte ed indissolubile che ci unisce e che rende noi tre un bel “gruppo”.
All’inizio,spesso mi è capitato ed a momenti ancora ora di ripensare ai momenti, pochi, tanti, importanti o meno non ha importanza ma che hai condiviso con lei e che invece sarebbero potuti essere solo nostri, ho pensato a cosa vi siete detti a cosa le hai comunicato con i gesti o solo con le parole, anche se per telefono, ma questo non mi procurava altro che sofferenza, ma faceva parte dell’elaborazione che ho fatto con lo psicologo di roma dentro di me di quanto avvenuto ed ho compreso che il ripensare non mi portava a nulla di costruttivo per noi. E’ vero che ancora oggi a momenti mi capita di rammentarti l’accaduto ma è solo un esorcizzare dei fantasmi.
I tuoi occhi in lacrime, i tuoi abbracci parlano più di ogni giustificazione, non provo compassione come tu mi hai confidato di temere, sono pienamente consapevole da adulta come credo d’essere che la debolezza è umana, che tutti possiamo fare e credere di fare delle cose per convinzione o meno in quel determinato momento pensando fosse giusto così e scoprendo solo dopo l’errore od il dolore apportato e che il perdono non è dell’uomo, ma la comprensione e l’amore si.
Certo mi sono sentita ferita e di questo spero me ne darai atto, ma decisa a rivalorizzare l’amore per il mio uomo e la nostra famiglia.
L’hai detto tu sono una donna forte e tollerante, ma in tutto questo ho bisogno del tuo aiuto, non sono così forte ho bisogno che tu mi comprenda in alcuni momenti, ma non lo pretendo, ho bisogno di te della tua presenza dei tuoi abbracci delle tue carezze e questo non è metterti sotto esame ma è forse recuperare quanto credo mi sia stato sottratto negli anni trascorsi insieme per via del tuo e del mio modo di fare e conseguenzialmente donarti le attenzioni e le gratificazioni di cui anch’io ti ho privato.
Ti amo
ContinuaLa paura di essere un pedofilo
una storia relativa alla vergogna per la sessualità a causa di una pseudo educazione famigliare e religiosa, che genera il terrore e l”intolleranza per pensieri legati alla sessualità.
Sono cresciuto in una famiglia molto cattolica, in cui tutto ciò riguardante la sessualità è stata sempre vista come qualcosa di cui avere vergogna.
E proprio partendo da questa vergogna che la mia mente ha partorito dei veri propri incubi sessuali che mi hanno devastato l’esistenza per tanti anni prima di trovare il coraggio di contattare il mio psicologo qui a Roma ed entrare in terapia.
In questi film mentali io ero l’orco che abusava di ragazzini, i pensieri più orrendi ed inaccettabili che mai nessuna persona vorrebbe avere.
Una immagine incubo che ricordo abbastanza bene e mi faceva soffrire tremendamente era quello di me che ero diventato padre e non volevo cambiare il pannolino a mio figlio per paura di perdere il controllo ed abusarne.
L’angoscia, il tremore, i sensi di colpa, l’ansia, la paura mi avevano completamente devastato, ogni pensiero mi toglieva un pò di vita.
Dal mio psicoterapeuta qui a Roma ho imparato a non voltare lo sguardo a questi pensieri, a smettere di crederli reali ma a considerarli per quello che sono, degli innocui fantocci di cartone ed oggi tutto è tranquillo.
Paolo.__________
Eiaculazione Precoce
Eiaculazione precoce e la sindrome del velocista
Parlare di eiaculazione precoce significa esplorare molteplici aspetti della propria condizione conduzione di vita. Nella sfera sessuale, così intima e vicina alla propria personalità più “vera” si manifestano episodi così spontanei che riflettono fortemente alcune problematiche più ampie e inizialmente non avrei mai pensato di rivolgermi al sessuologo Dr. Burdi qui a Roma .
L’eiaculazione precoce in quanto atto fortemente connesso alla “rapidità d’esecuzione”, rispecchia moltissimo il mio approccio alla vita: svolgere rapidamente i miei compiti, raggiungere velocemente gli obiettivi (personali e professionali), soddisfare nel minor tempo possibile la curiosità di vedere i risultati di un’attività, di un esercizio, di un’idea sono esattamente i punti chiave che generano come risultante l’effetto di rapidità eiaculatoria. Spesso rivalutando l’intero atto sessuale come ennesimo “compito” da svolgere senza curarne gli aspetti piacevoli, le sfumature, l’atmosfera che può essere creata precedentemente al fare sesso con il proprio partner.
Ho capito che la “sindrome del velocista” deve essere tramutata in un “allenamento del maratoneta“, dove si tratta di imparare a lavorare su se stessi in termini di autonomia fisica del proprio corpo per riuscire a macinare le “lunghe distanze”, ma anche e soprattutto in termini di capacità di mantenere il “ritmo” senza farsi mancare il fiato e… godendosi il panorama 🙂
Ho esplorato nelle ultime settimane il mio rapporto con il tempo, provando a valorizzarne diversamente il concetto. A partire dal ricostruire il “tempo per me”, provando a ritagliarlo dagli impegni lavorativi particolarmente stressanti (che riempiono purtroppo gran parte delle mie giornate) e da una rivalutazione delle necessità del mio corpo (movimento, dieta, ..), lasciato spesso abbandonato a se stesso.
Unitamente, da poco ho iniziato a vivere da solo e inevitabilmente mi sto confrontando con l’importanza di dedicare “tempo” per la casa e quindi nuovo tempo per me.Questa nuova impostazione mentale, unita ad una rivisitazione della figura sessuale della mia ragazza, costretta involontariamente da me ad anorgasmia (focalizzando meglio l’attenzione su cosa può darle maggiore piacere, generando a parole e nell’atto un maggiore erotismo nel rapporto) ha fatto sì che sia riuscito ad ottenere un certo potenziamento della mia carica passionale e a ottenere dei primi risultati in termini di maggiore durata e di ritardo dell’eiaculazione da alcuni a 15, 20 minuti.
Ad oggi vorrei quanto prima riuscire ad iniziare un pò di attività sportiva per sentirmi finalmente più a mio agio e far trovare sfogo alla corporeità non solo nei momenti sessuali e per scaricare un po’ di tensione legata alla quotidianità.Sento inoltre che devo lavorare ancora sulla mia autostima in termini di padronanza del momento sessuale e in genere del rapporto con la femminilità.
Non avrei mai immaginato, se non avessi incontrato questo psicologo qui a roma, quanto fosse importante l’ingrediente sessuale e del suo maggior desiderio nella serenità della vita e mi rendo conto che ho forse trascurato o mal interpretato questo aspetto fin dalla mia adolescenza.Ad maiora?…
Flavio
ContinuaIl vuoto che mi blocca…
Il vuoto, la solitudine che avvertiamo, l’assenza di contatto fisico, l’ anafettività, può indurre blocchi emotivi, dell’ intraprendenza e della interazione sociale e della deambulazione…..
Paura di camminare.
Storia di una ragazza di 29 anni che si rivede in pieno nel bradipo della foto perché incapacità nei movimenti quando è negli spazi aperti che siano giardini, piazze, centri commerciali. Le sue gambe si bloccano e tremanti non le permettono di raggiungere l’altra parte della strada se non strisciando completamente stesa per terra come lui nella foto!!
Un incubo che dura da 11 anni e che la deprime facendole perdere i momenti più belli della sua vita e non permettendole di vivere gli amori a pieno perchè più facile scappare che palesare il proprio malessere per paura di non essere capiti.
Vorrei cercare in voi delle soluzioni e mi piacerebbe potervi aiutare in futuro.
Anna___________parole usate: psicoterapia bari, psicologo bari, psicologa bari, inibizione, blocco, blocco emotivo, anafettività, timidezza, mancata deambulazione, fibromialgia, depressione, ansia, bradipsichismo, ipnosi
Contenuti redatti da Giorgio Burdi