
EVENTI | Nasce www.sessuologoclinico.com – Studio BURDI – per la Capitale e la Puglia
Lanciato online, nel web, il nuovo network di sessuologia clinica, la risposta del sessuologo psicologo e psicoterapeuta, ai quesiti sul solo tema della sessualità.
Lanciato online, nel web, il nuovo network di sessuologia clinica: la risposta del sessuologo e dello psicologo e psicoterapeuta ai quesiti sul solo tema della sessualità.
Ieri 12 ottobre 2012 alle ore 12,47 è stato lanciato online il nuovo portale scientifico, dedicato in modo esclusivo, al tema della sessualità clinica e non.
Una grafica del tutto accattivante e rinnovata rispetto ai precedenti portalii clinici in tema di psicologia e di psicoterapia, www.burdi.it interamente dedicato alla realtà pugliese sulla cultura psicoterapica e www.psicologo-psicoterapeuta-roma.com interamente dedicato alle stesse tematiche, rondomizzate su Roma Capitale e sul Lazio, con contenuti completamente diversificati.
Il network, completamente scritto in php 5, ultima generazione della programmazione dei siti web, per soddisfare le più svariate tecnologie di accesso ad internet.
I Contenuti del sito sono stati completamente selezionati secondo lo stile dell’ Editoriale Scientifica dello Studio BURDI, sulla base di quelle problematiche sessuali prodotte da un attuale tessuto etico economico sociale, dando rilevanza agli interventi attraverso la “sex therapy” come modalità di recupero del singolo , della coppia e della famiglia, nel tentativo di partecipare culturalmente ad una autoriconfigurazione sociale migliorativa, per una società in continua evoluzione e che sollecita emancipazione in tema di sessualità .
Particolare attenzione viene posta ai processi educativi e ai fattori di inibizione ed di imbarazzo sessuale famigliare, o al contrario alle condizioni estremizzate dalle posizioni no limits, che fanno della sessualità e del suo soggetto, il suo tragico o fluido destino
Si invitano i lettori a rendere ricco questo portale attraverso l’ invio di racconti relativi alle proprie esperienze di vita, con critiche e commenti , si chiede di porre tutta una serie di quesiti oggetto sulla sessualità, ai quali si vorrebbe poter ricevere una risposta.
Si ringraziano, Francesca Sanó, Alessia Potere, Angela Palumbo, Alessandra Grasso e Marco Loprieno per il Seo Direct e tutti gli Amici specialisti e non, per la loro collaborazione ed il loro pratico sostegno e per la pazienza nell’ elaborare i contenuti selezionati, per gli argomenti prodotti “a porte aperte” e per la scelta dei pattern comunicativi adeguati adoperati, per un tema di così grande importanza quale è quella della sessualità .
giorgio burdi
Direttore Scientifico di
www.sessuologoclinico.com

Evento: Orientamento sessuale e identità di genere
Tavola Rotonda
Eventi:
Il 10 ottobre 2012 psicologi, psicologhe, psicoterapeuti e psichiatri della città di Bari e provincia, si incontreranno presso lo studio Burdi per partecipare alla giornata di studio su: “L’orientamento sessuale ed identita ‘ di genere: implicazioni psicologiche’.
La tavola rotonda è composta da psicolgi,psicologhe, psicoterapeuti e psichiatri che affronteranno le seguenti tematiche:
– Identita’ di genere e orientamento sessuale: componenti biologiche,psicologiche e socioculturali. Inquadramento diagnostico e sostegno psicologico.
– Il trattamento psicologico nella disforia di genere in età evolutiva.
– Il trattamento psicologico dei disturbi della identità in eta’evolutiva.
Tale iniziativa e’ assolutamente gratuita. Non costituisce alcuna offerta formativa ma costituisce per chiunque ne fosse interessato, professionisti e non, un confronto e spunti di riflessione psicologica su tale tematica: orientamento sessuale e l’identita’ di genere.
Tale iniziativa nasce dalla necessità di dare importanza,informazione e dignita’ a una realtà psicologica, corporea e sociale che stenta a essere riconosciuta come “sana e normale” ma bensi’ etichettata come patologica e anormale.
Un ringraziamento speciale va a tutti i miei pazienti che mi hanno permesso di approfondire e crescere assieme a loro in questo arduo percorso che però comporta una seconda illuminante rinascita.
Per informazioni e/o adesioni: 335 8302009.
Posti disponibili: 30 max.
Studio BURDI
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Io Don Chisciotte, King Lear e Velazquez
La vita è sogno e i sogni sono la vita. La psicologia tra eros e pathos: amare è soffrire, ne vale la pena ?
Arriva di nuovo la tempesta dopo la quiete,arrivanoi sottotoli alla fine di un film e l’ultima pagina in fondo ad un libro e poi arrivano quei finali chenonti aspetti un po’ improvvisi e dal sapore freddo perché non hai fatto in tempo a sognare e immaginare che già ti ritrovi al punto di prima quello in cui con la testa sul cuscino rimpiangi di non riuscire a fantasticare su nulla perché nulla di extra-ordinario sta nutrendo la tua mente e muovendo il tuo cuore.
E poi c’è lui, un sogno appena accarezzato sussurrato a bassa voce per paura che svanisca in un brusco risveglio come quando apri gli occhi sul più bello e rimpiangi di non riuscire a ricordare la voce, a sentire il tocco a portare nella tua mente il suo sguardo che ti penetra fin giù dandoti quelle sensazioni che solo nei sogni puoi provare perché nella vita vera volano via e durano il tempo di una lacrima il tempo di chiudere una valigia di immagini e speranze per dirsi domani tutto come prima.
Questa è la filosofia di chi sceglie di non amare di chi avaro di emozioni si rigetta nel frastuono quotidiano per non ascoltare il silenzio assordante della solitudine quella sensazione che ti lascia indifferente difronte alle scelte della vita, quel liquido amniotico in cui ci sentiamo tutti un po’ protetti perché solo il ventre materno è il nostro posto sicuro, ma che ci rinchiude dietro di un vetro con i sensi ottunditi con i quali sentiamo e vediamo.
Ma da lontano come se tendessimo la mano per afferrare la vita ma non riuscissimo a tirarla proprio come nei sogni, ci dimeniamo corriamo cadiamo senza stancarci, senza il fiatone senza il dolore ma solo con un brusco risveglio in quel attimo di contatto tra l’incoscienza e il conscio, dove le emozioni si fanno liquide e ti pervadono le vene per poi evaporare alla luce del primo sole.
Oggi none stato l’arrivo del mattino a svegliarmi ma il dondolio del tuo corpo che si muoveva sincrono con il battito del mio cuore quando sono sdraiata lo sento più forte a volte vorrei fermarlo perché e come se quel toc toc toc fosse il bussare prepotente di emozioni rinchiuse da una vita che chiedono di essere vissute affrontate svisceratesi di risalire dalle viscere dove si sono ancorate clandestine vendicandosi contro il mio corpo carceriere, punendolo con ferite sanguinanti ogni volta che indossa invano un’armatura per affrontare più scanzonato la vita.
E la vita ti punisce se non sei così riconoscente da affrontare con lo stesso coraggio le gioie e i dolori perché si dice che se non si e disposti a soffrire a patire non si saprà riconoscere mai la felicita che non sta nell’assenza del dolore ma nel suo superamento, e non è assenza di rimpianti ma serenità nelle scelte giuste, quella serenità che a me manca da una vita in bilico continuo fra i se non avessi fatto, ecco come sento il mio cuore come il dondolio delle tue gambe.
Si sposta nervosamente da destra a sinistra dalla ragione all’ istinto dal controllo allo smarrimento in una terra straniera in quel campo sterminato dove crescono selvagge le mie emozioni, quelle furie ineducate che mi hanno fatto cacciar via una lacrima difronte ad un estraneo lo stesso con cui mi hanno fatto fare l amore più completo più penetrante più pervadente di quello che si riesce a fare solo nei sogni l’ unico dal potere così immaginifico che riesce ad annegarti in un mare di piacere senza nemmeno essere sfiorata.
Oggi ho sentito per la prima volta l’ aspetto più bello della solitudine la consapevolezza di poterlo vivere il mio sogno di riuscire a toccarlo realmente a sentire la sua voce un po’ paperina e a volte più graffiante della sua barba vorrei portare i tuoi occhi con me per guardare insieme cosa c’è al di là della nostra solitudine io ho visto te seppure per un attimo e ho bisogno di noi per non farlo fuggire.
Buon viaggio a te e a me sarebbe bello se fosse per la stessa destinazione.
Tiziana
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Il mio regalo ? Dare e ricevere emozioni
La psicologia del regalo tra forma e psicologia della gestalt e psicologia delle emozioni.
Caro dottor Burdi, a proposito della news pubblicata sul suo sito di Bari : ” Chiedere o fare regali, nasconde solo il piacere o anche certe forme di ricatto e di baratto ? ” , vorrei intervenire esprimendo il mio pensiero e chiederle cosa ne pensa come psicologo psicoterapeuta a proposito della psicologia del regalo.
La mia personale esperienza mi porta a dare molta importanza al modo in cui le persone si comportano, da esso io traggo elementi che ritengo importanti per valutare la personalità di chi ho dinanzi. Esistono varie tipologie di persone, quella che usa fare regali solo come simbolo del proprio potere, per mettersi vetrina e dimostrare a tutti il proprio status, perfino a colui che riceve.
Poi ci sono persone che fanno regali per senso del dovere, limitandosi a prendere la prima cosa che capita scegliendola in modo da far bella figura e se possibile cercando di risparmiare per togliersi il pensiero, chi evita poi di fare doni perché lo vive come l’ essere defraudato di una parte di se, persone avare che magari riciclano cose vecchie o ricevute, il cui scopo principale è conservare tutto per se stessi, si inventano di tutto pur di non pagarti un caffè.
C’è chi lo evita per la paura di rimaner coinvolto, di dare un po’ di se è, oppure ti faccio un dono prezioso e tu con ció in qualche modo mi appartieni.
Tute queste tipologie a me non interessano affatto, dal punto di vista emozionale sono vuote. Io apprezzo molto chi non teme di donare perché sa che quando ami qualcuno non perdi mai nulla ma ti arricchisci sempre quando dai e quando non e penso che il dono non deve essere un oggetto da valutare dal punto di vista economico, ma dal punto di vista delle emozioni che riesce a dare e a prendere; un dono è tale solo se ti arricchisce di vibrazioni positive, dovrebbe essere fatto per il puro piacere di esprimere un’emozione.
Ho due sorelle, se una di loro mi dice “che bello questo” io rispondo “prendilo è tuo” e viceversa, mi piace donare piccole gioie a chi passa un momento triste, una telefonata ad una conoscente, un fiore ad un’amica, una poesia a chi non se lo aspetta, un libro che l’ aiuta a stare bene, un cioccolatino ad un anziano o ad un bambino, un po’ del mio tempo per ascoltare qualcuno che si sente solo, si può donare la nostra comprensione, la dolcezza, la solidarietà. Una mia amica davvero “particolare perché fuori dagli schemi” mi ha regalato due presine, che ridere solo lei poteva pensarlo eppure quanto le ho apprezzate .
dopo due gravidanze perse e a poche settimane, una frase terrificante “che dici te lo compro ora oppure aspettiamo il parto perché non si sa mai?”, oppure “che belli quei fiori meno male che non te li ho comprati altrimenti ne avresti avuti due uguali” oppure,“volevo farti un regalo ma ho pochi soldi” .
cosa centra il regalo con i soldi?. Quando ho avuto il mio secondo figlio, sono scesa dal letto, ho preso i fiori che mi aveva appena portato mio marito e li ho messi in mano a una vicina di letto che aveva perso il suo come me anni prima, insieme siamo andate alla Madonnina e l’ho aiutata a pregare, insieme inginocchiate abbiamo donato a lei le rose e i nostri cuori.
ecco questi per me sono i Regali del Cuore quelli che fai ad un estraneo o a chi ami non ha importanza, l’importante è poter partecipare di se. Anni prima in uno dei miei tanti ricoveri, subito dopo aver perso il mio bambino, mentre le altre piangevano e imprecavano io andavo ad aiutare le puerpere vicine di letto a cambiare i loro piccoli e in un momento particolare mentre ero in sala operatoria e tremavo per la paura un infermiere anziano mi mise una mano sulla testa e mi accarezzò i capelli dicendomi di stare tranquilla, sembrava un angelo, quanta umanità, che bel regalo, mi commuovo ancora al ricordo.
Ecco allora io penso che il regalo più grande che si possa fare o ricevere da un essere umano è quello di sensibilizzarsi a dare e ricevere e condividere , con sincerità, sensibilità ed emozioni .
Francesca S.
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L’ estate è dentro di me
Staccare con i pensieri si può, basta ascoltare la musica del corpo.
Sogniamo tutto l’ anno l’ estate, il sole, il calore delle giornate con i canti dei grilli per le strade di campagna, le lucciole nella notte, le stelle che ci fanno sognare, il cielo terso blu che ispira il volo azzurro.
Gli abiti lasciati negli armadi e il piacere della pelle al vento, il caldo col sudore e le docce interminabili, i capelli bagnati, il profumo per strada dei bagno schiuma e i piedi scalzi per la casa, quasi pronti per la danza.
La danza dell’ estate, tra luci, colori e profumi, rinfreschi e sudate, freddi climatizzati e saune naturali, dalle notti insonne alle mattine addormentate, dall’ alba sorridente al tramonto che gira la pagina alla luna, alla notte interminabile, sul mare crespo che profuma di alghe e di stelle cadenti, che quando arrivano in acqua non sai se sono gli sguizzi delle lutrine o dei sogni colpiti e caduti su un olio di mare, sembra un dipinto di un artista fiammingo che spatola la tela col suo acqua di mare col cielo di cielo e il giallo di sole.
L’estate concilia col desiderio della nudità, del ritorno all’ essenza, al contatto con madre natura , con la pelle vellutata, accarezzata dalla brezza della giorno, pelle a pelle con la notte. pelle a pelle con gli altri, dinanzi agli altri.
La nudità dell’ estate ispira il bisogno di mettersi a nudo con se e con gli altri, di svelare i propri bisogni, di lasciarsi andare di più, in un trasporto spontaneo verso la vita, l’eros e la pulsione di se, proiettati in un coitus per la vita, quasi a voler espandere se stessi come in un inno alla vita.
Siamo una continua ricongiunzione alla natura, per quanto la nostra razionalità lo dimentichi, noi siamo natura e la natura nella sua spontaneità vive molto meglio dei nostri pensieri.
Seguiamo il ciclo della natura, le stagioni si alternano, come in primavera, tutto il corpo si risveglia, i semi marciti in inverno, riproducono germogli in estate in una vitalità traboccante ed incontenibile che regala la messe dorata di luglio sotto i caldi raggi del sole.
Come i campi regalano i loro frutti colorati, il corpo geme di voglie incommensurabili, alla ricerca dei pastelli del piacere di esistere e si fa largo inesorabilmente alla ricerca della sua vitalità, facendo breccia e difendendo il suo tracciato, come le radici che difendono il proprio albero .
Ascolta la natura, spegni il tuo pensiero, vivi le sensazioni, sintonizzati con i tuoi sensi, l’estate è dentro di Te
giorgio burdi

La Donna Ulisse e il complesso di Penelope
E se fosse l’ uomo ad attendere e la donna esploratrice ? Non sarebbe migliore emularle entrambe queste due figure mitologiche ?
Simbolo della fedeltà coniugale femminile, Penelope mi ha rappresentata per lungo, lunghissimo tempo.
Donna quasi d’altri tempi, sempre un passo indietro rispetto all’uomo perché affascinata dalla protezione che apparentemente poteva garantire, ho vissuto costantemente all’ombra di questa fragile figura.
Da un po’ di tempo ho iniziato ad addormentare la Penelope che era in me, per dar posto ed incarnare, invece, la figura a cui la stessa è stata devota: Ulisse!
Le caratteristiche di Ulisse, uomo per antonomasia affascinato dall’ignoto, personificazione del coraggio e della curiosità, sono state da sempre attribuite e “concesse” solo alla figura maschile, soprattutto in certe culture.
Ma chi l’ha detto che la spinta ad esplorare ed il coraggio che questo comporta siano necessariamente e solo prerogativa maschile?
Se Jung si è inoltrato negli abissi della psiche affermando la dualità della stessa caratterizzata dagli archetipi di Animus e Anima, che coesistono rispettivamente come la parte maschile e femminile, mi chiedo perché, ad oggi, non si possa accettare la compresenza, in un’unica persona, di queste due figure mitologiche.
Quindi più che addormentare la dolce Penelope, eliminando ogni traccia della sua personalità , sarebbe simpatico far integrare la stessa con la figura del suo amato Ulisse, come due facce della stessa medaglia, lasciando spazio, pero’, all’ incursione di altre affascinanti figure ” mitologiche! ” .
Alessia
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Il Dismorfismo corporeo e la paura di se. Non accettare parti di se è all’ origine delle nostre rabbie, è non accettare di essere nati
“Il mio naso mi ha rotto i coglioni: Durante il lavoro con il mio psicanalista, mi sta venendo di istinto di accettare me stesso, cosi come sono, sono incazzato a vita, devo fare pace con me, con tuuti, col mio passato, i mie genitori e il mio naso”.
Caro Professore sono Maxi, come lei ben sa da un po di giorni, durante il nostro lavoro psicoanalitico, sto rinvangando il mio passato senza alcuno sforzo, mi sta venendo naturale.
La cosa che ho scoperto e che ho passato una gran parte della mia vita incazzato, con uno sfondo di continua rabbia persistente dentro di me, per cercare di essere una altra persona, come se il mio modo di essere fosse sbagliato, ma sbagliato da che cosa, ora mi accorgo che non esiste un modo di essere esattto o sbagliato, si E’ e basta.
Durante il lavoro di psicoterapia con Lei, mi sta venendo di istinto di eccettare me stesso cosi come sono, come se devo fare pace con me stesso e con tuuti gli altri nel mio passato, i mie genitori, il mio naso, tutti insomma, penso che sia il primo passo che devo fare per sentirmi meglio.
Sono giunto a questa conclusione perché mi sono chiesto cosa mi fa stare male, cosa mi fa provare ancora rabbia, bé adesso l’ ho scoperto, è la mia adolescenza non vissuta, o meglio distrutta, quella rabbia di essere considerato oggetto di scherno, quella falsa e distorta considerazione che la gente mi dava a causa del mio naso, quella realtà cosi cattiva e crudele in cui vivevo.
Bé è giunto il momento che questa rabbia o frustrazione del mio passato ha rotto i coglioni, perché poi pensandoci bene, non sarei quello che sono oggi, un uomo che non ha piu bisogno di comportarsi in un certo modo per essere accettato da gli altri, o avere un certo fisico per sembrare attraente.
Credo che la mia vita non sia stata mai banale, anzi per me molto interessante e penso che per difendermi dagli altri, a volte sono stato più banale di loro.
Credo che questo basti, impegnandomi in questa direzione più che badare a ciò che potrebbero pensare gli altri di me, sprecando energie nel difendermi da loro o da me.
Era solo uno sfogo la ringrazio di avermi come sempre ascoltato.
Many Thanks Maxi
Tiziana

Sulla relazione di coppia: La mia vita tra le dita
Elogio del medio alzato, la rivincita sull’ anulare.
Elogio del medio alzato.
Strettamente legato alla simbologia fallica viene utilizzato per la nobile attività masturbatoria femminile e per mandare “a quel posto” le persone!
Entrambe azioni estremamente liberatorie! Dopo aver restituito la libertà al mio anulare sinistro e nello specifico uno splendido anello al mio “baby fidanzato” riflettevo sul paradosso della vicinanza di queste due dita con funzioni così diverse!
deve essere un peso per l’ anulare non poter emulare l’ attività del medio, suo vicino di casa, attività definite “profane” rispetto alla sua sacra funzione di icona del vincolo d amore, costretto com’ è a portarsi attorno un “cappio” dorato e prezioso ( il cui valore economico a volte supera di gran lunga il significato attribuitogli).
Bene mi soffermo su questo aspetto, essendo io per prima una delle vittime del fascino del berlocco o del cece (come si suol chiamare!) ironia della sorte, da persone “serie” ho ricevuto miseri anelli (mi perdonino il materialismo empio della simbologia amorosa) e dal baby-fida un cerchio in platino con brillanti e pietra a cuoricino (altro che ino) degno del nome anello!
Peccato sia tornato al mittente con tanto di medio alzato! Credo fosse abbastanza contrariato nel vedere il suo vicino nell’ insolita veste di promesso sposo, mi correggo non era affatto contrariato, credo piuttosto non credesse minimamente al ruolo assunto dall’ anulare, non gli si addiceva affatto e secondo me lo derideva anche un po, di nascosto!
per la prima volta infatti l anulare sinistro, votato alla verginità in attesa dell’ amore vero e del berlocco autentico, si era corrotto al peso (e il caso di dirlo considerata la grammatura) di una fede pagana, abbandonando ogni velleità di purezza! che fosse stanco di aspettare il principe, un po’ preoccupato che il cavaliere avesse smarrito il suo indirizzo!
O più semplicemente arreso difronte all’ evidenza del motto “cogli i frutti dell’ amore prima che esso sfiorisca”, aderendo alla filosofia stilnovista del “vivi l’attimo o la rosa appassisce!”
Qualsiasi sia il suo pensiero, l’ anulare ora è libero e consapevole di una grande verità, in un momento in cui l’ inno alla libertà di azione e di pensiero si traduce in esperimenti sentimentali e relazionali, esso come la vagina non può avere la pretesa di portare l’abito bianco sull’ altare, con fede annessa, una volta persa l’ esclusiva del primo, unico e ultimo amore!
Se dovessi credere in quella favola dovrei essere la promessa sposa del mio amore diciannovenne, ma ei fu con il nostro bimbo mai nato, altro che sognare l’ abito bianco, la fede al dito e il primo e unico amore!
Per questo ho sempre saputo sin da bambina che indosserò l abito avorio! più di classe, no!? sarebbe un bianco sporco o un bianco meno ostentatore del suo candore, più discreto e consapevole dell’ utopia della perfezione, è tutta una questione di prospettiva, come dice lei, Grazie Dott.
Tiziana

Dagli attacchi di panico si esce
La mia preoccupazione per il cuore e per la mia testa, più volte mi ha portato a fare delle continue visite specialistiche, per sentirmi dire la stessa cosa, non muori, sei sano come un pesce. Non mi sentivo capito, ma solo di impazzire.
Buon giorno dottore,
come Le avevo preannunciato, mercoledì non sarò in terapia gruppo analitica, perchè ho lezione, ma con il cuore sarò lì con voi perchè voglio un gran bene ai ragazzi e a Lei.
Mi avete dato un sostegno incredibile in questo periodo. Io sono a Roma e tutto procede alla grande. Oggi sono particolarmente felice e non succedeva da tanto.
Si ricorda, la prima volta che sono stato in studio da Lei, mi parlava, ma io fissavo il vuoto, volevo stare subito bene, non possedevo la capacità di ascoltare, avevo la paura addosso, l’ ansia a tremila e mi avevano per giunta dato anche uno psicofarmaco, l’ EN.
La mia preoccupazione per il cuore, per la mia mente, più volte mi ha portato a fare delle continue visite specialistiche, per sentirmi dire la stessa cosa, hai un soffio innocente, non muori, non hai assolutamente nulla, sei sano come un pesce. Ma io mi sentivo di non essere capito e solo di impazzire.
Allora cosa mi faceva tremare le gambe, palpitazioni, cardiopalmo, sudorazione o sensazione di soffocamento; a volte avvertivo sensazione di asfissia, dolore o fastidio al petto, nausea, sensazioni di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di svenimento;derealizzazione (sensazione di irrealtà) e di depersonalizzazione, paura di perdere il controllo, paura di morire, parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio), brividi o vampate di calore, ahh, giramenti di testa a morire.
E secondo certi medici non avevo nulla e stavo bene ed ero sano come un pesce !!! A volte i medici prima di dire idiozie, dovrebbero studiare di più o almeno non dovrebbero sparare cazzate su certe patologie, specie se non sono di loro pertinenza, perchè il fatto più increscioso è che un po tutti si sentono psicologi e psicoterapeuti, pur non sapendo un cazzo di niente, quanto tempo mi hanno fatto perdere.
Il mio medico di base me lo aveva pure detto giustamente che era un fenomeno d’ ansia, su questo ci ha azzeccato, ma non avrebbe dovuto mai dirmi di zappare il mio giardino per scaricarla e farmela passare così, perché sono anni che lo zappavo, tanto che non nasce più un filo d’erba, ma gli attacchi di panico invece di diminuire, mi erano aumentati.
Se mi avessero detto di cercarmi un bravo psicoterapeuta, l’avrei piantata molti anni fa con gli attacchi di panico. Già dalle prime sedute di psicoterapia ho iniziato a star meglio, ma il Dr. Burdi, mi ha sempre continuamente riferito che non era abilitato “ancora” a compiere i miracoli, e che una vera psicoterapia elimina gli attacchi di panico ma attraverso diverse ricadute fino alla loro graduale scomparsa.
Infatti, se prima li avevo tutti i giorni, durante la psicoterapia mi capitavano una volta alla settimana, una volta al mese, poi ogni tre mesi, con ricadute di tanto in tanto, fino alla loro totale scomparsa come adesso per me, non mi sembra vero di essermene liberato.
Ora me la sto godendo qui a Roma, ho ripreso il master e tutto procede alla grande. Oggi sono particolarmente felice e non mi succedeva da tanto. voglio un gran bene ai ragazzi e a Lei. Mi avete dato un sostegno incredibile in questo periodo. Grazie di cuore Doctor
Daniele
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Ossessionati da facebook
A lei, che è uno psicologo psicoterapeuta, esperto del comportamento e della comunicazione, l’ ho trovata su internet, sui siti di Roma e di Bari, mi son piaciuti tantissimo, voglio raccontarle la mia storia, la mia relazione con facebook.
OSSESSIONATI DA FACEBOOK
Caro Dott. Burdi, Sono Laura,
a lei, che è uno psicologo psicoterapeuta, esperto del comportamento e della comunicazione, l’ ho trovata su internet, sui suoi siti, quello di Roma e quello di Bari, mi son piaciuti tantissimo, voglio raccontarle la mia storia e la mia relazione con facebook.
Sono iscritta su questo fantastico network da cinque anni, ho 2543 contatti, il mio smart phone e il mio portatile sono sempre con me ovunque, sono la mia sigaretta di compagnia, non riesco assolutamente più a farne a meno, senza f io morirei.
Io mi sveglio e mi collego, sono sul cesso e penso a f, io mi lavo e penso a f, prendo il caffè e penso a te, sembra che nulla abbia un senso senza te, tutto il resto non c’è più. Mia madre parla e non la sento, osservo un film, ma non lo vedo, c’è la musica che non l’ ascolto, il mio sguardo è nel vuoto, ma in realtà io penso ad effe.
Dott. , a parte gli scherzi, mii rendo conto di essere dipendente da f, ma non me ne frega niente, sono felice di esserlo. Io Amo Mark Zuckerberg, è stato geniale, ci andrei a letto con lui e di più, mi ha dato una comunità sempre espandibile con la quale posso condividere, incontrarmi ed organizzarmi. I love facebook, I love Mark Zuckerberg, i love the people, amo internet, google, youtube e tutti i networks.
Dottore, sono grave ?
Laura effe
___________________
Ciao Laura
anch’ io amo internet, facebook e tutti i networks, ma prima di tutto amo la gente.
Mi domando se con i tuoi amici di f ci esci o rimani solo in chat, mail o solo in bacheca, alimentando le tue sole fantasie sugli altri. Sai Laura, abbiamo due modi incompatibili di vivere gli altri: 1 è quello di immaginarli, 2 quello di vederli e viverli nella realtà.
Ti assicuro che le due vedute sono completamente differenti e contrastanti. Ti domanderai perché ? La quantità di tempo che noi passiamo a video, distorce le immagini naturali delle belle o brutte persone con le quali siamo in contatto, qualora non le incontriamo.
Non incontrando gli altri, conserviamo una predisposizione naturale ad immaginarli, per tanto, facciamo attenzione, quella immaginazione o immaginale, così come a chiama jung, è tutta nostra. Ci rendiamo spesso conto, solo dopo tanto tempo, che le persone che immaginavamo, risultano essere tutt’altro nella vita reale.
Ciò non significa affatto che le stesse sarebbero cambiate, tutt’altro, sono esattamente e semplicemente rimaste se stesse, sempre così. Allora cosa succede? Sempre per quella naturale predisposizione fantasiosa verso l’immaginazione, modificheremmo inconsciamente la realtà a nostro uso e piacimento, in modo da soddisfare i nostri bisogni più profondi. Come dire, gli altri li facciamo diventare così come ci piacciono o così come non li sopportiamo, a seconda delle nostre necessità, anche se nella realtà sono diversi.
Magari, se tutti quei contatti un giorno, li facessi diventare occasione e desiderio di incontro, sarebbe per te più soddisfacente e meraviglioso, diversamente diventerebbe un puro collezionismo quantitativo di contatti, come una ossessione ad accumulare, l’ ossessione da facebook andrebbe ad assecondare la falsa illusione di avere molti amici reali, lasciando spazio alla delusione.
Allora Laura, entra di più nella realtà, se la stessa non ti fa paura, perché a volte, diciamolo pure, preferiamo avere gli altri come piacciono a noi, solo fantasticandoli, invece sarebbe più opportuno avere così tanti contatti e tanti ancora, ma con tanta più qualità.
giorgio burdi
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