Che meraviglia, GOOGLE ci ha cambiato la vita
Cosa vuoi trovare? Eccolo Google li ha già tutti tra un po un appl per prendere il caffè in rete e sentire anche il suo profumo
Che cosa studia la psicologia? Studia non la mente, nemmeno il pensiero, tantomeno l’ anima o lo spirito umano, non studia affatto le questioni del cuore, ma il comportamento umano.
Google ha cambiato la nostra psicologia, perché ha cambiato le nostre abitudini di vita e i nostri comportamenti.
Google ha migliorato il nostro tenore di vita , come una guida materna che non chiede nulla e ti conduce sempre ad una destinazione.
Stasera dove andiamo? Avrei il desiderio di andare a teatro qui a Roma e vedere una rappresentazione su Pirandello. Una voce antica del passato mi suggerisce: si, ma dove lo “peschi”? Mi ricordo, ad un tratto, di essere un uomo del presente, l’ avevo quasi dimenticato e : Vuoi vedere che google lo sa? Dunque, digitiamo: Pirandello teatro Roma. Cento milllisecondi en voilà:
Teatro Flavio;L’amica delle mogli;Testo: Luigi Pirandello;Regia: Franco Venturini;Cast: Franco Venturini, Federica De Vita, Chiara Conti, Maurizio Venturini;Dal 5 Dicembre 2012 al 1° Febbraio 2013. Per informazioni: www.teatroflavio.it.
Fantastico, Magia delle Magie, genialità delle intelligenze umane, genio della lampada, olimpo del piacere umano, gratificatore immediato, il coitus del search.
Tutta la ricerca in un semplice suono: click.
Che meraviglia sono nel futuro e non ci faccio neanche più caso, perché google è il futuro, ogni desiderio si fa realtà, è un sogno reale, tutto naturale e semplicemente complesso come la geometria derivata dell’ intelligenza, siamo nel paese di Alice…..
Mai, e dico poi mai, vorrei tornare indietro in un passato senza google, senza comunicazioni così immediate, in cui ogni desiderio stentava a crederci, veniva represso nella sua alba, perché impossibilitato ad esistere nella sua concezione e realizzazione.
Sicuramente nel passato c’era più riflessione, più senso dell’ attesa, ma perché demonizzare sempre il presente con i suoi ingegni, è sacrilego, a vantaggio di un passato che ha il merito di aver sofferto e lavorato tanto per realizzare questi fantastici strumenti, per farci vivere dignitosamente nel presente. Lavoriamo per una vita migliore, ma poi, molto spesso rischiamo di non riconoscercela.
Oggi che cosa ci manca e cosa sottraiamo al tanto osannato passato, insieme alla riflessione abbiamo una marcia in più, la pragmatizzazione della riflessione, è semplicemente tutto meraviglioso .
In un’ epoca di crisi come questa, sarebbe molto facile non accorgersi di tali risorse e fare di tutta l’erba…. una crisi.
Io, invece, proporrei un Nobel a Larry Page e Sergey Brin, fondatori di Google, perché, dal fatidico 15 settembre 1997, hanno migliorato decisamente lo stile e qualità della vita dell’ intero nostro pianeta. Semplicemente geniali.
Grazie di cuore Google5
ContinuaUna psicoterapia che ha dell’incredibile ma vera
Dalla Cina gli psicologi propongono cinque minuti in una bara che ti cambiano la vita
Secondo il filone classico della psicoterapia l’aiuto dato in analisi per “riaffacciarsi alla vita” dopo continue e forti sofferenze è un processo lento e graduale che comporta una adattamento del cervello alle nuove condizioni di vita.
La rinascita psicologica dovrebbe essere tutt’altro che shoccante, ma a quanto, quasi per moda, molti la prediligono è la ricercano.
Avviene cosi’ in Cina, dove è stata sperimentata una nuova tecnica di psicoterapia che consiste nella simulazione, da parte del paziente, dell’esperienza del decesso.
Il “rito” si svolgerebbe cosi’: i pazienti che vogliono sottostare a questo trattamento contro i problemi psicologici, vengono condotti in una piccola stanza dove è collocata una bara e prima di entrarvi devono scrivere un testo con le loro ultime volontà ed emozioni. Il paziente, cosi’, viene coperto con un panno bianco sul volto e in seconda battuta viene chiuso il coperchio della bara.
Per 5 minuti l’apparente defunto puo’ ascoltare un canto funebre e dopo il breve riposo l’atmosfera macabra viene interrotta dal pianto di un bambino.
A quel punto lo psicoterapeuta apre la bara e secondo Tan Yulong, gestore della clinica, il paziente dovrebbe provare immediatamente una sensazione di rinascita con una visione del tutto nuova sulla sua vita.
Il tutto per la modica cifra di 350 euro.
Piu’ che terapia della morte la chiamerei la “clinica dell’orrore”, ma a quanto pare, a volte certe terapie d’ urto, che non so fino a che punto possano definirsi psicoterapie, farebbero acquisire il senso delle cose.
Alessia Potere Psicologa
ContinuaOra vivo tutti i miei giorni non aspettando Godot
La mia perfezione è nella consapevolezza che essere “a metà” – come a volte mi definisco – è essere tutta di un pezzo, se sarò capace di scegliere e di decidere
Le scrivo ancora Dottor Burdi, e non sarà l ultima volta, ma sarà la lettera del GRAZIE. Grazie per avermi accolto, per avermi ascoltato,per avermi sostenuto da vicino e da lontano.
Grazie per i nostri carteggi su whatsapp e per le chiacchierate su Skype… in un unica e piccola parola come può esserlo il GRAZIE racchiudo il senso del mio percorso in cui mi sono sentita presa per mano nel viaggio dentro me stessa, dentro le mie paure e le mie emozioni che ancora oggi convivono con me, non come ombre che mi inquietano ma come i simboli della mia perfetta imperfezione, come espressione di una me completa nell’incompletezza, nella consapevolezza che essere “a metà” – come a volte mi definisco – è essere tutta di un pezzo , completa se figlia di in un divenire continuo, con la spinta a intraprendere viaggi nuovi, nuove esperienze che contribuiranno alla mia crescita!
E mi sento cresciuta e mi sento percettiva e so che quella mano invisibile che mi ha indicato la strada era la sua e la sua voce il mio conforto quando perdevo il senso.
Ho scritto del significato del medio e dell’ anulare.. e pensavo al ruolo dell’ indice..ora si materializza davanti a me il suo di indice che mi indica la mia strada e il suo pollice che mi da l’ok.
Solo che io so che per apprezzare un cambiamento bisogna saper soffrire e saper essere pronti a guardarsi dentro ma soprattutto bisogna essere consapevoli che non esistono mani con le bacchette magiche ma solo mani nude, le nostre, su cui fare affidamento con cui arrampicarsi nella vita per cercare di goderci la vetta.
Ora lo so, busogna mettersi in gioco e scommettere su di noi senza pensare di essere jolly senza pensare che la lotta non esiste, senza aspettare Godot, perché niente di quello che non ci conquistiamo può avere il sapore della vera vittoria.
Non sono perfetta non voglio esserlo.Arriva un momento in cui bisogna cominciare a camminare da soli.
Lei rappresenta per me la mia cassetta degli attrezzi.
Mi ha regalato tutti i mezzi per capire, e sento il mio bagaglio pieno al punto da incamminarmi lasciando la sua mano…
Forse cadrò anzi so che cadrò ma so che non dimenticherò la sua voce e la sua mano e anche quando cadrò non mi spaventerò della mia imperfezione..ma sarà quella esperienza in più che mi porterò dietro, quella sensazione in più che contribuirà a costruire la mia bella, percettiva completamente incompleta e sempre alla ricerca della mia persona!Buona domenica dottore
Tiziana
ContinuaIl lavoro sul corpo un accesso all’inconscio
il corpo che parla
Abituati a comunicare con il linguaggio verbale, ci siamo dimenticati che anche il corpo parla, anzi a volte urla.
Se è vero che la psiche influenza il soma ed il soma puo’modificare la psiche, ad un livello piu’ profondo soma e psiche costituiscono un nucleo unitario, anzi non si distinguono affatto.
Ecco perché si crea una osmosi tra esperienza corporea ed il linguaggio verbale.
Il corpo è la sede dove vengono trattenute le emozioni (esempio: la tristezza a livello della gola, la rabbia nella pancia) ed attraverso il corpo le stesse possono essere elaborate, cosi’ da abbandonarsi alla profondità dell’esistenza, sciogliendo le difese che hanno lo scopo di proteggere l’individuo da cio’ che non vuole riconoscere o fare.
Queste difese se non sciolte comportano un blocco emotivo causando, a volte, effetti deleteri sul corpo.
Attraverso il lavoro di lettura sul corpo, che permette di rintracciare affetti e ricordi antichissimi, facenti parte dell’ esperienza pre – verbale del paziente, si guida lo stesso verso una maggiore percezione e consapevolezza di aspetti del se’ e questo ha notevoli e durevoli conseguenze psicologiche.
In tal modo si puo’ raggiungere uno stato di liberazione : la catarsi.
Alessia Potere Psicologa
ContinuaCos’è l’ Amore ?
Riesco ad Amare solo se mi Amo così come sono
COS E’ L’AMORE ?
La vita di un uomo è scandita dal passare dei giorni, dei mesi, degli anni e tanti sono i periodi in cui mi fermo a pensare, tranquillo sul letto guardando il soffito, provando a capire cos è realmente l’amore…
Guardando il vocabolario, trovo tante definizioni di amore ma, tutte indicano come amore un sentimento verso una seconda persona, animale ed oggetto che sia.
Stando così, quindi, è giusto stare male quando si soffre d’amore, perchè vuol dire che viene meno una parte importante ben chiara e precisa.
Fin quì tutto chiaro e apparentemente lineare come ragionamento, facile da spiegare e da capire. Allora perchè anche quando sento di avere tutto nella mia vita mi accorgo che questo famigerato AMORE non lo sento, non lo provo e non lo conosco?
Per chiarire un pò le idee, ho deciso di guardare qualche film d’amore…. Il risultato?
in due ore e mezza di film tutto è già scritto, presenta una coppia di persone o due perfetti sconosciuti che, dopo situazioni drammatiche, imbarzzanti o per giuta pericolose si baciano e chiudono cn un felici e contenti….. e Poi?
Poi un agghiacciante sipario cala, perchè mi viene voglia di avere una vita come quella dei film, eppure nonostante tutto mi domando, ma senza un l’aiuto di un regista e l’uso di telecamere vivrebbero davvero felici e contenti?
Ritorno alla realtà sempre con lo stesso dubbio e con tante domande in più…E’ passato del tempo, ho scoperto nuovi orizzonti, nuove realtà e ho condotto un importante cambiamento nella mia vita iniziando un percorso psicoterapeutico per imparare a gestire le mie ansie.
Dopo 6 mesi sono ritornato a pormi la stessa domanda da 1 milione di euro….
Per anni mi ero limitato a riempire ed adattare il bisogno di dare e ricevere amore con tante ragazze diverse, cercando la scintilla o il il vero amore…Nel grande puzzle della mia vita nel tassello vuoto dell’amore ho cercato di infilarci davvero di tutto, fingendo o illudendomi di avere il pezzo giusto, ma nn era così..
Ho finalmente capito che l’amore è un sentimento strettamente personale, dove solo se riuscissimo a riconoscere noi stessi, riusciremmo a dare la giusta importanza in ciò che crediamo, che proviamo, riuscendo ad amare tutto ciò che è intorno noi.
Ho imparato ad amarmi, amo come mi muovo, amo come mi vesto, amo come ballo e come corro, amo come vedo tutto in modo diverso ma, soprattutto, AMO come AMO…
Se potessi rappresentare l’amore direi che la vedo come una piantina che coltivo dentro, dove, ogni giorno che passa si nutre di autostima, di gioie, di soddisfazioni e cresce, cresce, cresce ed impianta saldamente le sue radici forti e sicure diventando un albero bello e maestro.
Più è bello questo albero e più la gente si fermerà ad osservarlo, fino a diventare un’attrazione… Si perchè quando sei innamorato tutti lo notano, tutti ti cercano per avere la ricetta della tua felicità e l’essenza del tuo benessere. E quando dici TI AMO ad una persona o ad un amico/a vuol dire che ami te stesso e vuoi condividere con lui o lei il segreto della tua felicità.
L’amore è il bisogno più profondo della nostra psiche di essere accettati da noi stessi.
L’uomo non può vivere senza amore perchè avrebbe una vita priva di senso, senza anima e, fino a quando lungo il nostro percorso non raggiungeremo la giusta consapevolezza, non faremo altro che accontentarci della felicità degli altri.
p.s.Doc le sarei grato se in fondo alla lettera mettesse il mio nome, perchè ho smesso di vivere nell’anonimato e mi piace vedere sempre e cmq la luce del sole ed ora lo apprezzo ancora di più.
Gianpiero
Grazie
Non gettare mai la spugna
Ciao Giorgio,
è da un bel pò di tempo che non ci sentiamo. Ti volevo aggiornare sul mio stato di salute come ai vecchi tempi. Devo dirti che sto MOLTO BENE.
Certo non mancano stress e beghe varie, ma ora le affronto in maniera totalmente diversa. Ricordi quanto mi duravano le relazioni? bene, la storia con quella ragazza procede in maniera spedita e super-entusiasmante.
Abbiamo deciso anche di avere un figlio e di conseguenza l’anno prossimo ci sposiamo. Ti suonerà strano, ma in effetti a volte nella vita il cammino che ti preponi svolta senza volerlo e senza che puoi gestirlo.
Sono molto sereno sto organizzando il mio mitico viaggio in Africa con lei, che a breve spero di fare. Ti scrivo non solo per augurarti un sereno Natale, ma anche per ringraziarti ad avermi fatto ritrovare la strada smarrita o forse mai trovata.
Non è stata una passeggiata l’aver fatto un bel periodo di psicoterapia, fatta con criterio e con un professionista competente ed appassionato come te, può portare a risultati eccezzionali.
Ti Saluto con affetto e ricordo a tutti di non gettare mai la spugna!!
Ti voglio molto bene.
Fabio
ContinuaLa depressione è una malattia?
Una semplice domanda per un quesito complesso
“Mi sento come se fossi sul fondo di un burrone, mi guardo intorno,sono solo e intorno a me c’è poca luce, voglio uscirne, provo ad arrampicarmi ma le pareti sono troppo scivolose e senza neanche rendermene conto mi ritrovo sul fondo.Intorno a me voci confuse e lontane di chi vorrei sentire vicino: reagisci, se vuoi puoi farcela, dipende sola da te…veleno per il tuo udito e la tua mente, ed è proprio in quel preciso momento che capisci che la battaglia è solo la tua”
Si sente spesso parlare di depressione, termine oramai abusato e utilizzato come parola “ombrello” sotto cui si fanno confluire manifestazioni sintomatiche che tutto hanno a che fare tranne che con la depressione vera e propria.
Discorsi generalizzati, diagnosi errate, terapie farmacologiche a tappeto danno vita a fonte di fraintendimenti e sbandamenti senza fine. Una cosa è certa però, non esiste depressione se non in un contesto di una grande sensibilità e fragilità che ci fanno cogliere le diverse sfumature della vita, dalla luce per la speranza, alle ombre della sofferenza.
La nostra vita è contrassegnata nella quotidianetà da indifferenza, egoismo, noncuranza, febbrile ricerca dei beni materiali ma soprattutto dalla violenza che si esprime in mille possibili forme, difficile forse, soprattutto nella società contemporanea non aver mai conosciuto la depressione, non averla vissuta almeno una volta nella vita. Ma cosa intendiamo con il termine depressione? Forse sarebbe il caso di distinguere tra depressione esistenziale, depressione motivata e quella patologica.
La depressione esistenziale in realtà non è una malattia ma espressione di insoddisfazione, ci si sente svuotatati di interessi e iniziativa, non riusciamo più a trovare un senso alla nostra vita perchè quello che facciamo non ci riempe, non ci emoziona non ci gratifica più.
La depressione motivata invece nasce come risposta a una situazione dolorosa (lutto, cambio casa, perdita lavoro) sono dette infatti reattive, in quanto si reagisce a un cambiamento destabilizzante che si riesce con un pò di tempo ad ammortizzare, rientrando nella normalità. Nella depressione patologica è primaria la perdita di iniziativa e l’inibizione che coinvolge anche il pensiero che si arrovella sul senso di colpa, fissazioni di malattia, catastrofi finanziarie.
Manifestazioni vegetative e somatiche si esprimono con insonnia, nausea, disturbi gastrointestinali e cardiaci. Ora questa semplice distinzione sul piano teorico resa tra l’altro molto riduttiva, non è cosi realmente attuabile nella realtà clinica, per questo è fondamentale affidarsi a specialisti preparati e scrupolosi che siano in grado di effettuare la fotografia della mappa mentale del paziente prima di avventurarsi nei meandri della sua mente.
Dott.ssa Alessandra Grasso – Psicologa Clinica specialista in Neuroscienze.
ContinuaLO SAPEVI CHE : William James e il Funzionalismo
Piangiamo perché siamo tristi o siamo tristi perché piangiamo
William James, iniziatore del Funzionalismo come metodo di approccio alla materia psicologica- si contrappone allo Sperimentalismo di TItchner- sviluppa, alla fine dell’ 800 , una teoria sulle emozioni.
La questione è a mio parere molto interessante e vi invito a riflettere sulla “possibilità che sí o possibilità che no”- a voler citare il filosofo Kierkegaard.
James, profondamente convinto della stretta connessione mente-corpo, ci spiega come fa l’uomo a provare emozioni: non sono altro che risposte fisiologiche a mutamenti fisici; tecnicamente, lo stimolo esterno (che puó essere un pizzico, una carezza, uno sguardo, un film, e cosí via) viene percepito dal nostro corpo.
Ora, cosa fa scaturire in noi una reazione, che chiamiamo emoZione? NON LO STIMOLO IN SÈ, NON L’AVVENIMENTO FELICE O SPIACEVOLE, sostiene James, ma la PRESA DI COSCIENZA da parte dell’organismo di un cambiamento a livello fisico. Ma questo cosa significa?
Significa che NON PIANGIAMO PERCHÈ SIAMO TRISTI, MA SIAMO TRISTI PERCHÈ PIANGIAMO!
Cosa ne pensate ?
Cristiana Burdi
ContinuaEVENTI | NewsPsyc
Il sogno il training autogeno psicoterapia dal vivo essere coppia e psicodiagnosi
Eventi inseriti in NewsPsic negli ultimi 15 giorni (ordinati per prossimità di evento).
21/11/2012 Catania 21/11/2012, Il lavoro sui sogni. Open day di presentazione della Scuola di Psicoterapia(SEMINARIO, CT, FREE)
01/12/2012 Corso per la Formazione di Conduttore di Training Autogeno(CORSO, PG)
12/12/2012 seminario gratuito “UNA SEDUTA DI PSICOTERAPIA DAL VIVO. il modello integrato della Psicoterapia Funzionale(SEMINARIO, RM, FREE)
13/12/2012 Nuove prospettive in Psicoterapia: il Funzionalismo(SEMINARIO, FI, FREE)
13/12/2012 Essere coppia: i legami d’amore secondo la PdG. Open day di presentazione della Scuola di Psicoterapia(SEMINARIO, PA, FREE)
12/01/2013 Corso per la Formazione di Conduttore di Classi di Esercizi Bioenergetici (CORSO, PG)
31/01/2013 Corso base di Training Autogeno in Psicoterapia della Gestalt(CORSO, PA, 50 ECM)
16/03/2013 Corso di Psicodiagnosi Generale VI edizione (MASTER, NA)
I collegamenti permettono la lettura di tutto l’annuncio. Ricordiamo che questi sono solo i nuovi eventi inseriti dei 81 attualmente attivi in 1594 eventi archiviati.Sul sito www.newspsic.it si possono visualizzare tutti gli annunci attualmente validi, ordinati per prossimità di scadenza.Sono in corso di cancellazione gli annunci scaduti.La prossima newsletter verrà inviata il 15 dicembre 2012.
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Redazione NewsPsic
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ContinuaNON LO AMO, MA NON RIESCO A LASCIARLO
Amare non significa dipendere da qualcuno
Può sembrare una frase scontata ma è reale: l’amore nasce quando si incontrano due unità, non due metà. L’amore implica equilibrio e reciprocità, un dare e un ricevere, un donarsi senza annullarsi, non certamente un rapporto a senso unico. Eppure capita spesso che si resti bloccati in relazioni disfunzionali dove la presenza dell’altro non è più una libera scelta ma una scelta subita: senza l’altro non si ha la percezione di esistere. I propri bisogni e desideri individuali vengono negati e annullati per nutrire una relazione simbiotica in cui il partner è spesso rifiutante, sfuggente e a sua volta dipendente in forme diverse da altro come gioco d’azzardo o uso di sostanze. La dipendenza genera la paura dell’abbandono ed alimenta il desiderio di essere amati proprio da chi non ci ricambia in modo soddisfacente; tale amore cresce in proporzione al rifiuto, anzi se non ci fosse quest’ultimo, il presunto amore non durerebbe. La persona che ha una dipendenza affettiva di solito soffoca ogni desiderio e interesse individuale per occuparsi dell’altro ma inevitabilmente viene delusa e il suo amore si trasforma in risentimento ma la relazione non termina, in virtù “dell’ amare troppo”, non rendendosi conto che questo comportamento attiva dinamiche distruttive. Rabbia, senso di colpa, vergogna e al contempo una paura ossessiva di perdere la persona amata nutre l’ambivalenza del dipendente che si determina nel : “non posso stare con te” , “ne senza di te”. La dipendenza affettiva affonda le sue radici nel rapporto con i genitori durante l’infanzia, periodo in cui i bisogni emotivi sono stati trascurati. Da adulti, attraverso l’identificazione con il partner, le persone dipendenti cercano di colmare le proprie carenze affettive. In questo tipo di relazioni, paradossalmente, è proprio la “speranza” in un cambiamento impossibile che alimenta la patologia e il cambiamento arriva quando si raggiunge il fondo in quanto rappresenta l’unica possibilità di uccidere le illusioni che hanno nutrito il mostro che inconsapevolmente hanno creato.Dr.ssa Alessandra Grasso – Psicologa Clinica
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