
Settimanale Psicologo Roma : Gli altri sono i nostri specchi
Vediamo gli altri come vediamo noi
Il modo in cui gli altri ci vedono e interagiscono con noi è condizionato dal valore che noi diamo a noi stessi.
Sto male e mi abbandonano, Sto meglio e mi cercano, quando ho bisogno di un conforto non c’è mai nessuno, quando non ho necessità ricompaiono.
La vita delle relazioni è un mistero contraddittorio. Sembra che ci si guardi allo specchio. Se sorridi, la vita ti sorride, se piangi, ti piangono addosso, se lamenti di avere un problema ti rispondono che ne hanno uno più grande di te.
Allora siamo noi davvero che ci attiriamo le disavventure, perché gli altri fanno ciò che davvero noi siamo o vogliamo ?
Se reagiamo ci seguono, se soccombiamo fuggono.
La vita è uno specchio, ciò che facciamo, gli altri fanno.
Non attendere che gli altri ti diano la soluzione, perché gli stessi l’attendono da te.
Ma allora Come si fa?
Cerca di star bene a prescindere. Hai l’ obbligo di badare a te stesso, di star bene di tuo, di splendere di te se desideri che gli altri ti splendano e ti cerchino.
Gli altri non ci sono se tu non ci sei,
ci sono, solo se ci sei tu, innanzitutto per te.

L’ AMORE FRA PARADISO ED INFERNO
Per non assuefarsi, non rassegnarsi, non arrendersi, ci vuole passione. Per vivere ci vuole passione. Oriana Fallaci
Le passioni fanno vivere l’uomo, la saggezza lo fa soltanto vivere a lungo.
Nicolas de Chamfort, Massime e pensieri, 1795
Emozioni primigenie ,risveglio limbico.
Danze dell’anima e della bestia,
che giungono le mani , e incrociano i passi
e danzano nella notte dei tempi.
Fuoco in piccoli zampilli che divampa in incendi, tentacoli di luce nel buio,
infinite candele nel teatro abbandonato degli amori profani.
Calore che disgela la mente, fervore negli occhi,
desideri, appetiti arcani e voraci di una fame senza tempo.
Cuori che pregano divinità pagane,
che fanno l ‘amore con la terra,
colmando i polmoni degli umori dell antica madre.
E gemiti..che si innalzano come gocce d acqua in vapore..
che il cielo chiama a se , ascoltandole in silenzio…
Gemiti come boati, e sussurri silenziosi..densi di parole urlate nel petto.
Emozioni come palloncini si innalzano , spaventati
timorosi di un imminente esplosione,
pur felici di espandersi,di diventare tutt’ uno con il blu che li accoglie,
di prender per mano le stelle.
e di colmare quell’apparente vuoto…di inquietudine e passione..
di impregnare di sè le nuvole fino alle lacrime,
fino alla pioggia.
Amore che bagna i corpi degli uomini, e come piante rigogliose..
li feconda di sangue folle, nutrimento …
Linfa vitale, rami protesi,
radici che cercano l inferno della passione.
Dita che scavano , vogliose, nel terreno…
mani che cercano bramose l anima, in un altro corpo.
Lingue di fuoco, strati di pelle…
Continua
Settimanale Psicologo Roma : L’ ILLUSIONE DI ESSERE AMATI
È una cosa talmente semplice fare all’amore. È come aver sete e bere. Non c’è niente di più semplice che aver sete e bere; essere soddisfatti nel bere e nell’aver bevuto non aver più sete. Semplicissimo. Leonardo Sciascia
Vivo di amplessi continui..
la tazzina di caffè la mattina, quella lenta degustazione della vita, il suo sapore dolce amaro, ma decidi tu lo zucchero con cui renderla gradevole al palato;
il contatto rassicurante della pelle con quella fresca e liscia delle lenzuola, che ogni sera ti accoglie nel suo letto come amante premuroso;
il profumo delle pagine di un libro, e il volo libero dei tuoi sogni fra gli orizzonti che apre nel cuore;
le attese, quegli spazi vuoti ma pieni di te che aprono varchi fra la folla di pensieri.. fantasmi di sè stessi, quei silenzi densi di parole inascoltate;
le emozioni, divampanti, prorompenti, colori abbaglianti per occhi che si credono spenti, disabituati alla luce;
i ricordi, giochi amati, bambole da pettinare cullandole fra le braccia, sapendo che il loro ruolo non è finito, che puoi ancora sentirti bambina in quegli occhi fermi nel tempo;
le immagini, sassolini gettati nelle acque della memoria, cerchi che si espandono senza fine. Domino inarrestabile e a volte doloroso, tuffi a precipizio nel buio, in profondità in cui respirare liberi;
Vivo di amplessi continui, ma non so far l’amore….

Settimanale Psicologo Roma : SGUARDO DI LUCE
L’aspetto delle cose varia secondo le emozioni; e così noi vediamo magia e bellezza in loro, ma, in realtà, magia e bellezza sono in noi. Kahlil Gibran
E se, da esperti fotografi, non cercassimo soggetti nuovi, qualcosa di sorprendente, lontano,
canonicamente rispondente al concetto di bello.
Se non fosse importante esaltarne la magia con insoliti giochi di luce.
Se diventassimo noi la luce che si rifrange sulla superficie delle cose,trasformando anche l’ insignificante,il banale in straordinario, quella che sfiora lieve i volti della gente, illuminandoli in sorrisi.
Quel bianco dietro cui si nasconde ogni colore,quel cielo dal cui ventre squarciato
si liberano infiniti voli variopinti,leggiadre danze coreografiche che celebrano l’ amore fra cielo e terra.
Se il cobalto della notte vestisse la nostra pelle, e le sue stelle come swarovski brillassero fra le dita.
Se diventassimo l’ amore dietro ogni sguardo, ogni gesto. La gratitudine che circonda di sè ogni dono, la spinta vitale dietro ogni parola….
Se fossimo quella serenità che da senso alla vita,la nostra, e che prende per mano le altre condividendone il destino di luce..

Settimanale Psicologo Roma : Imparerai a tue spese che nella vita incontrerai molte maschere e pochi volti
Un carnevale che dura una vita
“Imparerai a tue spese, che nella vita incontrerai molte maschere e pochi volti” – L.P. –
Gli altri chi sono? Ciò che immaginiamo o la semplice rappresentazione dei nostri costrutti?
È molto difficile saperlo.
Sentimenti affermati vis a vis, ma rinnegati e traditi se osservati.
Affetti e simbiosi empatiche condivise come nell’ uno, traditi, per spiegare o per paura.
Le maschere, sono tradimenti. L’ occultamento di se e delle emozioni.
La maschera è il coraggio che non c’è.
Per Vivere, bisogna togliere la maschera.
Il profondo colpisce, segna, il superfluo aborra, uccide.
Seduzione ? No, fascino. Di guardare e guardarsi dentro e di poterlo esprimere senza filtri.
Può far male, molto male, ma innanzitutto far del bene se gestito bene.
La sfida di essere riportati a se stessi è un pericolo, discute sull’ ovvio a vantaggio del nuovo.
Smascherarsi può fare molta paura, si rischia di essere considerati folli trascinanti verso la scia di se stessi.
L’ “interessante” non ha maschere, cerca di toglierle, ma se qualcuno lo scopre, tornerebbe di colpo indietro ad idolatrare la propria icona. Piuttosto rinnegherebbe.
Cosa si vuol fare ? E’ l’abitudine di una vita.
Meglio mentire e continuare ad abitare l’ ipocrisia, che rinnegare i propri moti . C’è una dolce affettuosa affezione, quasi di famiglia.
O forse è meglio, per orgoglio o per codardia, fare di se un obelisco, non cambiando nulla della propria “sacralità”, per non migliorare mai, cercando però di migliorare gli altri riprendendoli e rimproverandoli di continuo, ma così da trasformare in malattie ogni propria cosa autentica e soffocata e spostata sugli altri che, proprio malgrado, dirà sempre e solo la verità.
Due persone opposte, la maschera e la malattia.
La prima nega, la seconda afferma ciò che è vero e irrimediabilmente autentico.
La verità purtroppo è un’ altra, che siamo degli ostinati a vita, condannati a nasconderci per la paura di altri attori, omologati e conformati alle proprie maschere, tribunali verso tutti coloro che la maschera la ripudiano o tendono a strapparla con tutti i suoi sintomi.
Si, perché, se c’è verità non c’è malattia e magari, in corso d’opera, potrebbe riempire certe relazioni svuotate, con il “ rischio “ di migliorarle.
Ahimè, chi toglie la maschera non ha paura, purtroppo chi fa, per cercare di aiutare, rischia di sbagliare, rispetto a chi non vuol far nulla per migliorare e abbattere i sintomi.
Per sopravvivere si è attori, ma per Vivere togli la maschera e continua ad essere Sincera, come hai sempre cercato, io continuerò ancora ad esserlo e forte mi difenderò.
giorgio burdi
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Settimanale Psicologo : Diamo un Nobel a Google
Google ha cambiato la nostra vita, sottoscrivi la petizione dello Studio BURDI
DIAMO UN NOBEL A GOOGLE,
GOOGLE HA CAMBIATO LA NOSTRA VITA
FIRMA LA NOSTRA PETIZIONE.GRAZIE GOOGLE.
Una iniziativa Ideata e firmata Studio BURDI.
Collegati e firma la petizione su
www.googlenobel.it
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GOOGLE HA CAMBIATO LA NOSTRA VITA
rendendoci persone più libere e connesse col resto del mondo. Ha distrutto barriere tra paesi, lingue, culture, migliorando la qualità di vita di più generazioni. Proponiamo l’istituzione di un Nobel per le Telecomunicazioni per assegnarlo a Google.
Firma ora la nostra petizione !
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Settimanale Psicologo Roma : La vita relazionale armoniosa
L’amore e la fiducia sono due elementi indissolubilmente intrecciati se non sono fini a se stessi ma a vantaggio della complicità di coppia
Nei primissimi anni di vita, quando il bambino si trova tra le braccia della mamma, inizia a sviluppare il futuro linguaggio affettivo sincrono che rappresenterà da adulto negli scambi con il partner.
La qualità del futuro linguaggio affettivo sincrono o asincrono, dipenderà prevalentemente dalle competenze affettive della mamma.
Tale linguaggio non si impara, si apprende attraverso questa relazione.
Durante il corso della vita si potrebbe solo affinarlo o complicarlo, dipenderà molto dalla capacità di prendere consapevolezza di determinati linguaggi, strutturando un bisogno ed una azione di modificazione su determinate modalità concepite come non funzionali.
A tale scopo però necessita la maturazione del bisogno di saper mettere in discussione innanzitutto se stessi e non solo gli altri.
E’ nel contatto fisico ed emotivo tra la mamma, o caregiver, e il bambino, attraverso quindi il toccare e l’essere toccato, l’ attenzione alle sensazioni date e percepite, al guardare e all’essere guardato, che creeranno le occasioni per sviluppare le capacità di SENTIRE se e l’altro come modo per alimentare la fiducia in se e negli altri.
I SORRISI e gli ABBRACCI della mamma, rappresentano gli strumenti più potenti di una comunicazione analogica formativa e funzionale per lo sviluppo delle competenze affettive del bambino.
La sinergia futura all’ interno di una relazione amorosa, dipenderà molto dall’ alimentazione del bambino, di questi fattori.
Molto spesso viene erroneamente data più importanza all’ alimentazione da cibo, che alla cura della sinergia come descritta.
Tale processo avverrebbe in una modalità empatica connaturata tra la mamma e il bambino dove il compito della mamma consisterebbe nella sua capacità o meno di sintonizzarsi con se e con il figlio.
Tali fattori interiorizzati dal bambino, determineranno in seguito la sua qualità della futura relazione amorosa.
La capacità di fidarsi della figura che si è preso cura del piccolo, determinerà la fiducia in sé e nelle relazioni nella ricerca di intimità e di affetto.
Capita a volte che questo tipo di esperienze non siano adeguate, ad esempio in presenza di una madre che risponde troppo spesso più ai bisogni fisici del bambino che a quelli emotivi, indurrebbe disturbi sulla sfera del comportamento alimentare.
In tali occasioni, il bambino non si sentirà adeguato per come è, ma svilupperà la convinzione che l’amore bisogna faticarselo, impegnandolo, in una corsa per dimostrare sempre qualcosa agli altri o seguendo la via della perfezione corporea, cercando di compiacersi gli altri pur di essere amato.
Traslato sul piano sessuale quando il figlio avrà modo di vivere momenti di intimità, il timore di deludere e di non piacere caricherà di paura questi momenti trasformando la sessualità su una dimensione meramente relazionale, depauperando la sua spontaneità pulsionale, indispensabile per una sana relazione e serenità sessuale.
Francesco R.

Settimanale Psicologo : LA BELLEZZA
La bellezza non è una qualità delle cose stesse: essa esiste soltanto nella mente che le contempla, e ogni mente percepisce una diversa bellezza. David Hume
E d’un tratto desiderò d’esser vivo. Non solo colori intrappolati in linee e forme di un’altra mente e cuore, ma immagine viva di sè stesso.
Lì nella sala occhi estasiati in sguardi adoranti, ammirazione, venerazione. Tutti parlavano di bellezza, dei suoi canoni, di emozione vibrante, palpitante. Parlavano proprio di lui, dell’arte.
Si concentrò in quegli sguardi, si ritrovò in essi riflesso come in specchi.
Come può pelle mai sfiorata dalle mani di un amante, esser bella?
Di che luce potranno mai brillare occhi che non conoscono il dolce perdersi nello sguardo amato? Che non hanno mai cercato imploranti la luna, la luce pallida della speranza nel domani.
Come posson sorrisi intrappolati nelle linee eterne di un dipinto, che mai hanno regalato gioia, risvegliare intorno a sè un tal clamore.
Immerso nei pensieri, guardava il volto dell anziano signore che stringendo a sè il nipotino cercava di indicargli la via della bellezza nei tratti del suo volto.
E si incantò, si perse fra le rughe di quel viso eroso dal tempo, nei suoi candidi capelli, nel sorriso cosi sgraziato che gli copriva metà volto, e in quegli occhi, pieni dei colori dell amore..delle sfumature di tutta una vita, dei grigi del dolore e del giallo dei ricordi felici di una intera esistenza, trovò la bellezza.
Francesco R.

Il Ringhia Mod
Istruzioni per l’uso su come difendere il proprio territorio psicologico e non
Ringhiare metodo naturale per una sopravvivenza coatta.
Agli esordi della mia carriera universitaria, attraversavo un periodo forti insicurezze e di poca maturità, un periodo difficile derivante soprattutto dalla scarsa conoscenza di me e delle mie potenzialità.
Fu in quel periodo che i compagni o colleghi di corso mi affibbiarono il soprannome di “Ringhio” e, confesso, mai etichetta fu più calzante!!
Ma perchè proprio Ringhio e non Fuffi ? Certo sono consapevole del fatto che entrambi sono nomi adatti ai nostri amici a 4 zampe ed ovviamente sono nomi “parlanti” ovvero esprimono un po la caratteristica, il comportamento dell’animale che li “veste” e, come compresi allora, non ero e non sono ad oggi un tipo che chiamereste Fuffi!
Quindi, continuando il nostro ragionamento, chiediamoci perchè il nostro cane può trovarsi a ringhiare:
beh in primis come tutti sanno è una forma di protezione del territorio, è una forma di protezione verso se stesso, è un avviso, del tipo “Stai attendo, non avvicinarti o ti stacco una gamba, quant è vero che non mi chiamo Fuffi!” in sintesi è la rappresentazione di una costrizione, ovvero è la forma comportamentale che deriva da una catena legata ad un muro, legata a sua volta ad un collare, che ne vincola i movimenti; ne viene limitata così qualsiasi possibilità di difesa, non si lascia altra possibilità all’animale che ringhiare, perchè sa che presto o tardi dovrà combattere, ergo non esiste altra via di fuga.
Spesso la nostra vita è circondata da invasioni di campo, ovvero da qualcuno che fa un giro nel nostro territorio, ci fa una bella pipi, lo marchia e lo macchia e se ne va via; lo fanno spesso gli amici, quelli che non si preoccupano di noi intimamente ma che ci usano;
lo fanno alcune persone nelle relazioni quelle che dicono che ci voglio bene ma poi ci lasciano per l’ennesima novità, le persone lo fanno, a volte lo facciamo noi stessi a noi stessi, rinunciando a spazi vitali intimi.
Le situazioni difficili della vita, le relazioni e le opinioni delle persone che ruotano nella nostra vita formano un anello, formano il collare l’importanza che noi diamo, il grado di influenza che hanno per condizionare le nostre scelte,il nostro umore creano la catena a completare l’incastro , un pizzico di senso di colpa , per non ferire nessuno ed il gioco è fatto , il cane è in catena!!! Fuffi è fregato!
Ci siamo riusciti è bastato pochissimo, un abbassamento dell’autostima , un momento difficile, qualcuno che non ci ha voluto bene ed il gioco è fatto .
Ho compreso nel tempo che rendersi conto di essere in catena è veramente difficile, la gente mediamente guaisce, opss volevo dire si lamenta ma non cambia anzi, con il tempo, piuttosto tende accorcia la catena, tende a ridurre il proprio grado di libertà;
Uno dei miei affetti più cari si è lasciato morire, perchè dopo tanti anni in catena anche le carezze erano diventate per lui bastonate anche il sole era fonte di dolore.Allora no, qualcosa non va bene, qualcosa non quadra, nel mondo di Fuffi in catena c’è un sistema che non funziona!
Le relazioni si determinano nella vita di tutti noi ed inducono involontariamente a dei compromessi ma non è detto che ci si debba annullare per gli altri, siano essi marito, figli, genitori o altro e che ci si debba metter da parte in toto per il fine ultimo del bene altrui o ancor più grave abbandonarsi al flusso semplicemente per non essere giudicati, etichettati o soprattutto per non essere lasciati soli, eh si perchè è questo quello che più fa male, la paura, la paura che gli altri non ci vogliano bene più ;
rimanere soli se non sottostiamo a regole morali non scritte definite e contestualizzate dalla società nella quale viviamo è un rischio troppo grosso che non possiamo correre!
Bene, allora che si fottano io non ci sto , io ho deciso di ringhiare e di farlo anche sentire, io ho necessità di dire esserci perchè lo devo a me stesso.
Allora che si fotta anche Fuffi chiamatemi Ringhio, perchè ringhio ogni volta che qualcuno entra nel mio territorio senza il mio permesso, ringhio ogni volta che qualcuno che dice di Amarmi minaccia la serenità d’animo che sto cercando di costruire e che cerco di mantenere giorno dopo giorno, ringhio perchè la mia individualità è importante perchè senza di questa non mi amerei e ne morirei.
Ringhiare significa esserci, significa dare e pretendere rispetto, significa dire alla vita:”fatti sotto sono pronto”, ringhiare significa darsi opportunità,
tranquilli non morderete mai nessuno, perchè la catena seppur presente non sarà mai corta, ringhiare a volte, è l’unica scelta che hai per una sopravvivenza coatta!
Francesco R.