
Settimanale Psicologo Roma : TROVATA MOLECOLA ANTI TUMORE NEL MALTOLO, SOSTANZA NATURALE CONTENUTA NEL MALTO, NELLA CICORIA, NEL COCCO, NEL CAFFE’
PRIMA CHE I GOVERNI E LE LOBBIES FARMACEUTICHE CENSURINO, PER FAVORE CONDIVIDETE E DIVULGATE A PIU’ NON POSSO QUESTO LINK
TROVATA MOLECOLA ANTI TUMORE NEL MALTOLO, SOSTANZA NATURALE CONTENUTA NEL MALTO, NELLA CICORIA, NEL COCCO, NEL CAFFE’ …
PRIMA CHE I GOVERNI E LE LOBBIES FARMACEUTICHE CENSURINO, PER FAVORE CONDIVIDETE E DIVULGATE A PIU’ NON POSSO QUESTO LINK, CHE GIA’ NON SE NE PARLA PIU’.
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http://www.youtube.com/watch?v=kmCrx3yl4WY
Il Dott. Fanelli e il Prof. Fusi hanno individuato nel “maltolo“, sostanza naturale contenuta nel malto, nella cicoria, nel cocco, nel caffè e in moltissimi altri prodotti naturali, la possibilità di utilizzarlo per lo sviluppo di una nuova classe di molecole con spiccata attività antineoplastica. Questa scoperta rappresenta un notevole passo in avanti nella ricerca di nuove strategie terapeutiche contro il cancro tanto da avere ottenuto il brevetto nazionale, nell’attesa di quello internazionale.
Il prof. Vieri Fusi e il dott. Mirco Fanelli
Il team di ricerca del Dott. Mirco Fanelli del Centro di Biotecnologie di Fano è impegnato da diverso tempo nello studio delle mutazioni epigenetiche -modificazioni ereditabili che variano l’espressione genica pur non alterando la sequenza del DNA- nello sviluppo del cancro ed ha sviluppato una tecnica innovativa denominata PAT-ChIP finalizzata allo studio dell’epigenoma direttamente nei campioni derivati dai pazienti e conservati in paraffina (FFPE-tissues: formaldehyde-fixed paraffin-embedded tissues); tessuti derivano dalle comuni biopsie e resezioni chirurgiche e vengono normalmente utilizzati per le procedure diagnostiche di routine e poi conservati per decenni nei laboratori di anatomia patologica.
archivio di tessuti FFPE
Il gruppo del professore Vieri Fusi, invece, si è da sempre occupato di riconoscimento molecolare, dello sviluppo sintetico di recettori e metallo-recettori e degli aspetti termodinamici che guidano il riconoscimento tra due specie chimiche.
Questo lavoro di ricerca è quindi il risultato di questi due team scientifici di estrazione diversa ma uniti dal comune scopo di trovare una cura per una malattia complessa come il tumore. Vieri Fusi e Mirco Fanelli spiegano: “Negli ultimi anni la ricerca in campo oncologico sta affrontando l’intera problematica attraverso una doppia strategia: da un lato cerca di comprendere a fondo le peculiarità molecolari alla base della patologia stessa e, dall’altro, prova a sviluppare nuove molecole come potenziali farmaci (drug discovery). I due approcci non navigano necessariamente su due binari diversi ed è proprio con la scoperta dei meccanismi molecolari alterati nella cellula neoplastica che si gettano le basi per lo sviluppo di nuove molecole atte a correggere quelle alterazioni».
E ancora: “La problematica va necessariamente affrontata seguendo un iter che porta, partendo dall’osservazione macroscopica del problema, all’analisi del processo molecolare sia dal punto di vista eziopatogenetico che nella realizzazione del potenziale farmaco e/o contromisure terapeutiche”.
Ma quindi come nasce questa cura?Il Prof. Vieri Fusi spiega che il maltolo è una molecola spesso utilizzata come additivo alimentare per il suo aroma e le sue proprietà antiossidanti, ma, se opportunamente modificata, può dare origine a nuove molecole con interessanti proprietà biologiche. Due molecole rappresentative di questa classe di composti sono state al momento sintetizzate e caratterizzate nella loro capacità d’indurre alterazioni della cromatina e, di conseguenza, di condurre le cellule a rispondere in termini biologici.
Mirco Fanelli fa eco al suo collega di ricerca e spiega: “Da subito abbiamo monitorato come alcuni modelli neoplastici (colture cellulari in vitro) fossero sensibili ai trattamenti con le due molecole (denominate malten e maltonis): le cellule, in risposta ai trattamenti, alterano dapprima la loro capacità di replicare e, successivamente, inducono un importante processo biologico che le conduce ad un vero e proprio suicidio (denominato morte cellulare programmata)”. Fanelli spiega che queste nuove molecole sembrano agire attraverso dei meccanismi nuovi riconducibili a modificazioni strutturali della cromatina. Tale meccanismo di azione, ad oggi mai osservato in molecole ad azione antineoplastica, è alla base per un potenziale sviluppo di molecole che possano sfruttare strategie alternative con cui bersagliare le cellule tumorali.
Ma forse la cosa ancora più interessante è che la somministrazione delle due nuove molecole altera enormemente l’espressione genica in funzione di una risposta atta a eliminare quelle micro modificazioni che sia malten che maltonis sono capaci d’indurre all’interno della cellula. Vieri Fusi spiega: “Purtroppo non possiamo divulgare i dettagli di quest’ultimi, visto che sono ancora nella fase di sottomissione per la loro pubblicazione e coinvolgono anche altre strutture scientifiche. Possiamo però anticipare che questi composti sembrano essere tollerati in vivo (cosa non scontata) ed hanno dimostrato interessanti proprietà biologiche inducendo una sensibile riduzione della massa tumorale”.
Mirco Fanelli e Vieri Fusi, attraverso questo nuovo studio, sperano di poter sviluppare nuove armi con cui aggredire il cancro con le quali poter migliorare le attuali cure soprattutto per quei tipi di tumore ad oggi sprovvisti di terapia o derivanti da una recidiva. E’ bene altresì sottolineare che attualmente la cura è in una fase sperimentale, che sta dando ottimi risultati, ma ancora lontana dalla sperimentazione clinica. Le molecole attualmente sono promettenti; la futura attività di ricerca dimostrerà se sarà possibile utilizzarle nell’uomo e con quali benefici.
La Redazione di IBTimes approfondirà l’argomento attraverso un’intervista al prof. Vieri Fusi e il dott. Mirco Fanelli.
Da International Business Times
Di Emiliano Ragoni
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Settimanale Psicologo Roma : I NOSTRI MERAVIGLIOSI EMISFERI
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UTILIZZO DELLE CONOSCENZE SULLA DIFFERENZIAZIONE CEREBRALE DA PARTE DELLA PUBBLICITA’.
Le conoscenze sulla differenziazione degli emisferi cerebrali umani sono ormai argomento ben noto alla pubblicità.
Queste sono immagini relative ad una campagna pubblicitaria della Mercedes di qualche anno fa.
IL CERVELLO SINISTRO è quello tipico di uno scienziato, di un matematico. Funziona per categorizzazione, è più affine a ciò che è noto. E’ preciso, analitico, lineare, pratico.
Utilizza con gran maestria parole e linguaggio. E ordine, logica, a perfetto agio con equazioni e numeri.
Sa esattamente chi è .
IL CERVELLO DESTRO è creatività, estro, passione, follia, sensualità, libertà.
E’ la risata che nasce fragorosa e spontanea, è l odore della terra, la sensazione della pioggia sulla pelle, della sabbia sotto i piedi nudi. Il sapore intenso di un acino d’uva. E’ il movimento, è un arcobaleno di colori, è immaginazione senza limiti..
E’ la poesia, l’ arte, la bellezza nel tuo sguardo. E’ intuizione, percezione.
E’ tutto ciò che vuole essere.
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Settimanale Psicologo Roma : COSA RESTA DI NOI NEGLI ALTRI
Chi mi ha conosciuto non dimenticherà mai, ma chi mi ha dimenticato, non mi ha mai conosciuto
COSA RESTA DI NOI NEGLI ALTRI ?
Chi mi ha conosciuto non dimenticherà mai,ma chi mi ha dimenticato, non mi ha mai conosciuto….
Passiamo tanti anni insieme con una persona, condividiamo il respiro, il piatto, il letto, il sorriso, il pianto.
Ci fondiamo in una sola anima,
in un solo corpo, facciamo figli, si combatte,
ci si ama,
si litiga, ci si odia, si progetta,
si fa casa,
ci si impegna in investimenti economici
che espropriano della propria libertà, e dopo un pò di anni, tardi,
ci si domanda,
ma chi sono,
cosa ho fatto,
dove son venuto,
dove sono andato,
da dove son partito,
in mano a chi ho messo la mia vita per ritrovarmi come ora
privo di significati
e di contenuti,
svuotato di quelle piccole risorse, gelosamente messe da parte nel mio granaio,
ho lavorato come una formica
per anni e mi ritrovo
in un inesorabile vuoto di risorse, progetti come il fumo
disconosciuti anche da chi
avrebbe dovuto condividere
amare più di tutti.
Chi mi ha dimenticato, non mi ha mai conosciuto.
E’ una triste verità, lavorare per costruire il proprio abbandono.
Ma chi ci conosce davvero ?
Chi con me non si è soltanto divertito o banchettato in modo
gogliardico, ridendo scherzando, brindando a mille di questi giorni, ma colui che non ha mai disdegnato di dirmi in faccia
tutta la verità, che ha condiviso con me le mie sofferenze
e mi ha sbattuto al muro e
a muso duro ha rischiato di perdermi
per quante botte mi ha dato
per non prenderne altre inutili dalla vita
e che tutto quello che luccicava ha sempre saputo che è stato
solo frutto di grandi fatiche, di sacrificio, di sudore di sangue, di un gladiatore che il più delle volte era reso schiavo delle sue
lotte interminabili ed inesorabili. Bisognerebbe poter invidiare le sofferenze e tutte le pene
prima di invidiare e farsi abbagliare
dai successi luccicanti o dai traguardi gloriosi.
Chi è complice e condivide il dolore, è colui che ci conosce per davvero.
giorgio burdi

Settimanale Psicologo Roma : IL NOSTRO POTENZIALE
poterlo esprimere pienamente
Rainer Maria Rilke:
“Nella nostra voce tutto diventa favola, perché in essa nulla è mai potuto accadere”
“Quando le associazioni non sanno a cosa rifarsi, fioriscono”
Noi aggiungiamo che ciò vale ugualmente per i singoli individui: quando non sanno a cosa o a chi rifarsi, allora essi possono esprimere al meglio la propria identità vera, il proprio mondo interno, la propria creatività. Questa è la base della creatività e della libertà. Questa è anche la base di una vita autentica e felice.
“L’individuo medio dei nostri tempi, che ci crediate o no, vive sfruttando soltanto una minima percentuale del suo potenziale, dal cinque al quindici per cento quando va bene. Chi ha a sua disposizione addirittura il venticinque per cento del suo potenziale viene già considerato un genio.
E così una percentuale del nostro potenziale che va dall’ottantacinque al novantacinque per cento va perduta, resta inutilizzata, non è a nostra disposizione. Suona tragico non è vero?
E la ragione di questo fatto è semplicissima: viviamo secondo dei clichè. Viviamo seguendo degli schemi prefissati di comportamento.
Recitiamo sempre la stessa parte, continuamente. Allora se si scopre come si fa a impedirsi di crescere, di utilizzare il proprio potenziale, si ha modo di accrescerlo, di vivere una vita più ricca, di diventare sempre più capaci di mobilitare le proprie energie.
Ma il nostro potenziale si basa su un atteggiamento particolarissimo: vivere e riconsiderare ogni istante come un istante a sè.
Il “guaio” di chi è capace di riconsiderare ogni istante la situazione e di capire com’è, è che in questo caso la persona non è più prevedibile.
Il ruolo del bravo cittadino esige che questi sia prevedibile, dato che la nostra brama di sicurezza, di non correre rischi, la nostra paura di essere autentici, la nostra paura di stare ritti sulle nostre gambe, e specialmente sulla nostra intelligenza… è semplicemente terrificante.
E allora che facciamo? Ci adattiamo, e in quasi ogni genere di terapia si vede che il fine ultimo è proprio l’adattamento alla società. Se non ti adatti sei un criminale, o uno psicopatico, o un mentecatto, o roba del genere.
Comunque sia sei un indesiderabile, e devi essere espulso dal confine di quella data società.
La persona crede di non poter utilizzare le proprie risorse. In realtà si impedisce di far ricorso alle proprie risorse inventandosi tutta una serie di aspettative catastrofiche. “Gli altri mi respingeranno”.
“Potrei commettere una stupidaggine”. “Se lo facessi, nessuno mi vorrebbe più bene, morirei”, e via dicendo.
Nutriamo tutta una serie di aspettative catastrofiche di questo genere, con le quali ci impediamo di vivere, di essere. Nessuno vuole veramente superare l’impasse che gli assicurerebbe questa evoluzione. Preferiamo conservare lo status quo: preferiamo tenerci lo status quo di un matrimonio mediocre, di un intelligenza mediocre, pur di non superare l’impasse.
Salvo rarissime eccezioni, non si va in terapia per farsi curare, ma per perfezionare la propria nevrosi.
Noi abbiamo l’equazione: adulto uguale persona matura. Ma l’adulto è molto di rado una persona matura. L’adulto è, secondo me, una persona che recita la parte di un adulto, e spesso più recita questa parte, più è immaturo.”
Fritz Perls
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Settimanale Psicologo Roma : Se
L’ Umiltà di chi sa vivere
Se
Se… riesci a a non perdere la testa,
quando tutti intorno a te la perdono e ti mettono sotto accusa
Se… riesci ad aver fiducia di te stesso, quando tutti dubitano di te ma a tenere nel giusto conto il loro dubitare
Se… riesci ad aspettare, senza stancarti di aspettare, o, se mentono a tuo riguardo, a non rispondere con calunnie
o, essendo odiato, a non lasciarti prendere dall’odio e tuttavia a non mostrati troppo buono e a non parlare troppo da saggio
Se… riesci a sognare senza fare del tuo sogno il tuo padrone
Se… riesci a pensare, senza fare dei pensieri il tuo fine
Se… riesci a far fronte al Trionfo e alla Rovina
e trattare questi due impostori allo stesso modo
Se… riesci a sopportare di udire la verità che hai detto, distorta da furfanti per ingannare gli sciocchi, o contemplare le cose a cui tu hai dedicato la vita, distrutte
e, umilmente, ricostruirle con i tuoi strumenti ormai logori
Se… riesci a fare un sol fagotto delle tue vittorie, e rischiarle in un colpo a testa e croce
e perdere, e ricominciare di nuovo dal principio
e non dire mai una parola sulla perdita
Se… riesci a costringere il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi polsi a sorreggerti, anche dopo molto tempo che non te li senti più, e a tener duro quando in te non resta altro, tranne la tua Volontà che ripete… resisti
Se… riesci a parlare con la folla e a conservare la tua onestà, o a passeggiare con il re senza perdere il contatto con la gente
Se… tanto amici che nemici non possono ferirti
Se… tutti gli uomini per te contano, ma nessuno troppo
Se… riesci a colmare l’inesorabile minuto,
dando valore a ogni attimo che passa, Tua è la terra e tutto ciò che è in essae quel che più conta…
sarai un uomo… figlio mio!
Rudyard Kipling
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Settimanale Psicologo Roma : FIDATI DI CIO’ CHE SENTI
Le scelte importanti si fanno sulla scia del sentire ciò che il pensiero non fa il sentire realizza.
Fidati di ciò che sentì
Le scelte importanti si fanno sulla scia del sentire
Ciò che il pensiero non fa, il sentire realizza.
Ho detto fidati di ciò che sentì non di ciò che pensi. Il pensiero distoglie dall’intuito, stressa, forvia se diventa assoluto e prende il sopravvento.
Se una storia importante dipendesse dalla sola logica, diventerebbe un contratto, un calcolo, una transazione affettiva, un commercio emotivo. Il nostro sentire è di una tale importanza se solo viene lasciata al suo naturale fluire.
Attraverso il suo semplice intuito, mano nella mano si trascina nel turbine dei sentimenti impetuosi, inspiegabili, ma carichi di senso. Le scelte importanti si fanno sulla scia del sentire. Se solo avessimo un pochino più di rispetto del nostro e dell’ altrui sentire, avremmo relazioni più intense, senza maschere, assolutamente più soddisfacenti.
Il pensiero dovrebbe essere il garzone del sentire e padrone della ragione. Ma noi occidentali viviamo peggio, perché pensiamo troppo ed agiamo poco e per questo siamo nel mondo i depositari di più problemi mentali. Pensiamo troppo e pur sentendo, sentiamo meno, per poca fiducia in noi stessi e per una maligna tendenza alla poca credibilità ed affidabilità a questo tragitto. Vogliamo capire sempre tutto e meglio, e non ce ne accorgiamo, squalifichiamo l’ emozione che ci da’ il senso delle cose, a vantaggio di un continuo controllo che il senso, il più delle volte, lo toglie.
Il pensiero è malattia, non ci rilassa mai. Magari riuscissimo a lasciarci più andare a non pensarci troppo, saremmo più sorridenti, soddisfatti, goderecci e rilassati, saremmo meno nevrotici, saremmo più svuotati.
Ma noi temiamo il vuoto, perché non sopportiamo i silenzi, la solitudine, non riusciamo a stare con noi stessi, perché continuamente fuggiamo da noi, non siamo abituati ad ascoltarci a sentirci, amiamo i rumori perché ci riempiono, ci distraggono dai pensieri.
Ma il vuoto lancia un ponte verso il corpo contenitore di continue inesauribili sensazioni,sempre pronto nel dire pilsionalmente la sua. Il corpo ha la sua tradizione milionaria nella sua geometria genetica arcaica e siamo tutti eredi.
Sarebbe davvero proprio il caso prostrarsi alla sua ingegneria evoluzionistica intelligente, edificata nel suo cervello viscerale. Il cervello corporeo viscerale, quello della “pancia”, è decisamente il più antico della sua sostanza grigia.
Dovrebbe esserci più rispetto per il saggio anziano viscerale, rispetto al bimbo corticale pensante. Il cervello viscerale emotivo corporeo è il più antico, è il depositario della memoria più remota di noi e dell’ intelligenza collettiva.
Esso è un ponte generazionale che ci fa percepire il percepito collettivo. Andare “a pancia” aiuta più rapidamente nel trovare la propria ed altrui autostrada smarrita, smarrita da una razionalità esasperantemente resistente ingenua e confusa come un giovane arrampicatore di specchi.
Portiamo in palestra il sentire, alleniamolo nei suoi muscoli nel diventar forte.Ciò che il pensiero non fa, il sentire ha già realizzato.
giorgio burdi

Settimanale Psicologo Roma : Prima il piacere poi il dovere
Non far dei tuoi sogni una differenziata ma fa che i tuoi desideri, diventino i tuoi progetti
Prima il piacere poi il dovere
Non far dei tuoi sogni una differenziata ma fa che i tuoi desideri, diventino i tuoi progetti
Per secoli ci siam sentiti dire, fa prima il tuo dovere, poi il tuo piacere.
Una istruzione educativa devastante, cinica, mai stata vera, difficilmente sradicabile dalle coscienze umane.
Quando tentiamo di osare semplicemente il contrario sembriamo imbatterci contro una voce oppositiva, la voce della nostra coscienza, oserei dire non propriamente nostra, ma di un dictat resistente, irrevocabile, irremovibile ed inesorabile come un giudice, pronto a rimproverarci e a vietare ogni forma primaria di piacere o di desiderio.
In tempi bellici, durante le fasi ricostruttive, vi era una sorta di richiamo all’ impegno.
Ma guardate, è una questione di cultura o meglio di sub-culura, divenuta educazione generazionale, un piccolo semplicissimo punto di vista che ci cambia radicalmente la percezione della nostra realtà e la qualità della nostra salute.
Infatti, dire che è un enorme piacere poter ricostruire, sarebbe sicuramente senza ombre di dubbio, entusiasmante e motivante rispetto all’ impegno doveroso coattivo di fare la medesima cosa.
A volte la sola qualità della nostra vita potrebbe solo cambiare, cambiando semplicemente l’ atteggiamento per le azioni che svolgiamo.
Dire, devi studiare, risulta essere molto gravoso e punitivo rispetto al piacere di farlo. Noi specialmente oggi, in una civiltà e cultura della demotivazione fondata su fattori disoccupazionali e crisi economiche, abbiamo rigorosamente bisogno di generatori di passioni, non di rimproveri, negazioni o punizioni.
Abbiamo bisogno di viverci la vita con estrema passione, l’ obbligo la uccide. L’ unico dovere che avremmo è viverci la vita con slancio ed estremo piacere, ricercando sempre il meglio per noi, evitando il senso di colpa di farlo e non sentendoci inadeguati quando ci riusciamo, quasi a vantaggio di chi vorrebbe il nostro sacrificio a vantaggio dei propri piaceri.
Perché, tanto, è sempre così, chi ci chiede un sacrificio lo fa a vantaggio di un proprio piacere, defraudandoci dell’ unico diritto che abbiamo, goderci la vita.
Noi avremmo l’ obbligo di faticare solo per cercare la nostra strada maestra edonistica, proiettata verso la nostra totale realizzazione.
Non lasciamola solo ai furbi.
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Settimanale Psicologo Roma : La spontaneità è intelligenza
Dare retta alla ragione o all’ intuito,Yin o yang
La spontaneità è intelligenza
Siamo un popolo di preparati, non lasciamo nulla al caso, tutto deve esser fatto a puntino, logico, cognitivo programmatico, tutto controllato.
Chi dedica ore a perfezionare per determinati incastri di sincronie da orologiai e si perde nei dettagli, quando il massimo della complessità risiederebbe nell’ architettonica della nostra spontaneità di vita.
Chi l’hal’ ha detto che ció che è preparato è indice di sicurezza o chi controlla non perde nulla dalle mani? tuttalpiù è esattamente il contrario.
Perseguire il perfezionismo è invece indice di insicurezza, snaturalizza ció che in natura è già perfetto, sfigurerebbe il complesso della semplicità, deturpando la natura e la complessità del nostro essere diversi.
Il nostro perfezionismo è omologante, ci vorrebbe rendere conformati a dei modelli unici originariamente piaci enti. Basterebbe imparare ad auto compiacerci per diventare oltremodo modelli da imitare e di perfezione.
Ciò che ci rende perfetti è la mostra spontaneità, il non essere omologabili, considerabili da noi stessi, originariamente perfetti, anzi, piu ci consideriamo rispetto agli altri nulla, piu saremmo perfetti, perché il perfetto è un nulla esaltato per le sue originalità .
Allora chi di noi non e un originale ? È la nostra originalità è tale se non subisce un controllo di qualità. Tale controllo lo eserciterebbero gli altri o il nostro super-id o super-ego. Quest’ultimo verrebbe compromesso da quanto spazio concederemmo agli altri di abitare la nostra mente tale da lasciarla condurre.
La conduzione inconscia della nostra mente dagli altri è uno dei grandi elementi di boicottaggio di noi stessi.
La nostra salvezza della nostra identità risiede nella nostra spontaneità , tutto ciò sembrerebbe nichilismo, ma è talmente così rappresentativo della nostra armonia che ha sede in un sistema talmente complesso chiamato DNA. Il nostro DNA è la nostra forza, ed esso è intelligenza suprema.
Lasciamo vivere le geometrie del nostro DNA spontaneamente, perché la sua spontaneità consente l’ espressione di ciò che di meraviglioso possa esisterci: la vita, e cosa c’è di può così architettonico e complesso che va da sola spontaneamente, se non la vita stessa ? La vita è intelligenza, ed essa volere o nolere, va da sola spontaneamente.
Invece noi, dobbiamo controllare, perfezionare, ma, cosa? Siamo degli insicuri, la vita non va controllata, andrebbe goduta. Invece Abbiamo paura di tanta energia che possediamo e pur non volendo, siamo costretti a metterla a freno.
Allora Sciogli le briglie, non temere che nulla impazzisce, fidati dell’ impresa edile del tuo DNA perché ti guida comunque e a prescindere e non lo devi controllare, se non vuoi che ti blocchi.
La più grande opera di imperfezione è controllare.
Tutto è dentro di te, impara a non controllarlo, fallo defluire, spiana i blocchi e togli gli argini, una botta di vita in piena ti travolge.
giorgio burdi
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Settimanale Psicologo Roma : INSAZIABILE, INGORDA FAME DI VITA
PENSIERI DI UNA BULIMICA.
Così ogni giorno soffro di fame e sazietà,
Di tutto ghiotto e di ogni cosa privo.
William Shakespeare.
Sei di fronte a me, qui nella presenza, e immagine nella mente.
Sei ossessione costante, desiderio implacabile.
Fra me e te, magnetica tensione, implacabile attrazione.
Nell’ aria il tuo odore, irresistibile,subdolo,
fonte continua di voraci appetiti.
Mi cerchi, ti cerco, mi chiami, mi apri le tue braccia,
mi ingurgiti nelle tue infinite spirali, mi ubriachi di te.
Possiedi la mia mente, ti impadronisci del mio corpo.
Lo divori, morso dopo morso. Mi appartieni, fame senza fine.
Entri in me, demoniaco amante,
entri nelle vene, nel sangue denso, nei respiri strozzati.
Ti fermi, amore, nelle mie viscere, le stringi con mani ciniche e sapienti,
godi del dolore, te ne nutri.
E rimani li, ingombrante..amata.. struggente presenza,
illudendo la mia solitudine di vuoti colmati, di sogni recuperati,
di colori riaccesi.
Ma come vento, mi attraversi,
come sabbia che scivola fra le mani, non resta di te nemmeno un granello.
Sei vita che esalta, rende folli,
sei desiderio incontenibile, implosione crescente.
Sei fatuo, sei cenere dopo il fuoco.
Sei nutrimento di sogni perpetui, deludenti attese,
cuore e stomaco che saturi fino allo strazio, tornano al deserto.
Sei albero senza foglie, uccello senza ali, cielo senza pioggia.
Sei vita che attraversa e scappa via, senza voltarsi indietro,senza pietà.
Ed io consapevole vittima, ma immemore ad ogni alba,
torno a cercarti, a reclamarti, a riempirmi di te,
dimentica di un impietoso passato.
E ogni attimo, ogni giorno, ogni anno, ogni nuova vita in me,
torni ad attraversarmi, senza nutrire il mio sangue.
Sei vita che non ama, tempo fermo in una stagnante pozza.
E in te è solo il buio della morte, non luminosa vitale speranza.
Sei tu, maledetto cibo, bulimica presenza.
Sei tu, malessere di una vita,
tu, amato,odiato compagno di tutti questi miei anni.
Tu, che ancora cavalchi il mio cuore rendendo cieca la ragione.
Tu, che, tuttavia, mi insegni il valore della vita.

Settimanale Psicologo Roma : L’ estate è dentro di me
Staccare con i pensieri si può, basta ascoltare la musica del corpo.
Sogniamo tutto l’ anno l’ estate, il sole, il calore delle giornate con i canti dei grilli per le strade di campagna, le lucciole nella notte, le stelle che ci fanno sognare, il cielo terso blu che ispira il volo azzurro.
Gli abiti lasciati negli armadi e il piacere della pelle al vento, il caldo col sudore e le docce interminabili, i capelli bagnati, il profumo per strada dei bagno schiuma e i piedi scalzi per la casa, quasi pronti per la danza.
La danza dell’ estate, tra luci, colori e profumi, rinfreschi e sudate, freddi climatizzati e saune naturali, dalle notti insonne alle mattine addormentate, dall’ alba sorridente al tramonto che gira la pagina alla luna, alla notte interminabile, sul mare crespo che profuma di alghe e di stelle cadenti, che quando arrivano in acqua non sai se sono gli sguizzi delle lutrine o dei sogni colpiti e caduti su un olio di mare, sembra un dipinto di un artista fiammingo che spatola la tela col suo acqua di mare col cielo di cielo e il giallo di sole.
L’estate concilia col desiderio della nudità, del ritorno all’ essenza, al contatto con madre natura , con la pelle vellutata, accarezzata dalla brezza della giorno, pelle a pelle con la notte. pelle a pelle con gli altri, dinanzi agli altri.
La nudità dell’ estate ispira il bisogno di mettersi a nudo con se e con gli altri, di svelare i propri bisogni, di lasciarsi andare di più, in un trasporto spontaneo verso la vita, l’eros e la pulsione di se, proiettati in un coitus per la vita, quasi a voler espandere se stessi come in un inno alla vita.
Siamo una continua ricongiunzione alla natura, per quanto la nostra razionalità lo dimentichi, noi siamo natura e la natura nella sua spontaneità vive molto meglio dei nostri pensieri.
Seguiamo il ciclo della natura, le stagioni si alternano, come in primavera, tutto il corpo si risveglia, i semi marciti in inverno, riproducono germogli in estate in una vitalità traboccante ed incontenibile che regala la messe dorata di luglio sotto i caldi raggi del sole.
Come i campi regalano i loro frutti colorati, il corpo geme di voglie incommensurabili, alla ricerca dei pastelli del piacere di esistere e si fa largo inesorabilmente alla ricerca della sua vitalità, facendo breccia e difendendo il suo tracciato, come le radici che difendono il proprio albero .
Ascolta la natura, spegni il tuo pensiero, vivi le sensazioni, sintonizzati con i tuoi sensi, l’estate è dentro di Te
Continua