
Settimanale Psicologo Roma : PER POTER VOLARE
Drone che attraversa i Fuochi D’artificio
PER POTER VOLARE
DEVI RITROVARE I TUOI
PENSIERI FELICI…
TRA I COLORI
FANTASTICO: Drone che attraversa i Fuochi D’artificio
Continua

Settimanale Psicologo Roma : GLI INESTETISMI
E il vuoto nell’ auto realizzazione di se
Gli inestetismi e
il vuoto nell’ auto realizzazione di se
Prova costume, cellulite, buccia d’arancia, rughe, taglie forti, snelle e in linea, rimodellanti, punture di botulino, dimagranti, sclerosanti, peso forma e cola zero, senza grassi, senza fibre e proteine, senza cibo, digiuno, dissociata, vegetariano, vegan, chirurgo plastico, lifting, infodtenaggio, liposcultura, rinoplastica, ricostruzione della verginità.
Se ci fosse una gomma, li cancellerei, con una matita mi ritoccherei, fossi chirurgo mi liposculturerei e rimodellerei.
Chi non accetta se, è un giudice, non accetta gli altr, è un severo.
Ciò che si vorrebbe modificare di se, in realtà già lo si vede modificato negli altri.
Siamo miopi, guardiamo il mondo troppo da vicino e ne rimaniamo troppo coinvolti, confusi e poco obiettivi.
Ci guardiamo tra i pori, tra i vuoti di noi.Il vero problema non è propriamente l’inestetismo, ma il vuoto di se, il vuoto nell’ autorizzazione di se, secondo l’ accezione di Maslow della piramide dei bisogni.
Fossimo speleologi dell’ anima, scoprendoli, riempiremmo i nostri vuoti di maggiori meraviglie.
Scopri te stesso se vuoi sapere cosa potrai far da grande.
Nell’ inestetismo cerchiamo la nostra anima e il suo equilibrio, ricorriamo al chirurgo,per rimpiazzare un surrogato equilibrio interiore .
Nel confronto estetico, cerchiamo un pieno di affetto, di vitalità e contenuti mancanti.
Chi non si piace, non piacciano gli altri, l’ imprinting è antico quanto le sue radici.
Chi non si piace solitamente è poco oggettivo, si osserva in modo esasperato ed esagerato, dismorfico e modificato. Possiede un amplificatore interno dei suoi fenomeni. Vi è un esasperatore perturbante che devia la percezione della realtà . Troppa sofferenza è proprio il caso dire, storpia.
Piu profondità, che superficie sul nostro capolavoro.Il vero capolavoro è nel libro e nei suoi contenuti, molto meno nella carta o nella sua copertina, che fa solo marketing.
Un marketing senza contenuti, trova il tempo che trova.
Cura i contenuti, se proprio vuoi apparire, l’ inestetismo, la miopia, decadano se guardiamo più a largo spettro.
giorgio burdi
Continua
Settimanale Psicologo Roma : Ci sono poche persone che tengono a noi, molte altre si legano, solo se ottengono
Attaccati più ai doni, che alla persona che dona
Ci sono poche persone che tengono a noi, molte altre si legano, solo se ottengono.
Attaccati più ai doni, che alla persona che dona
Relazioni viziate, commerciali, affettive o di aiuto ?
Diverse relazioni vengono improntate prevalentemente sul meccanismo del dare e ricevere in termini di assistenza, attraverso il quale l’ uno elargisce continuamente, l’ altro chiede e prende o lo pretende.
Non si sa quale origine abbia un tale meccanismo, e lo potremmo anche studiare, ma è certo che diverse relazioni le possiamo definire esclusivamente di aiuto.
Il rapporto diviene disparitario, l’uno si riconosce nel ruolo e nel dovere paterno di aiutare sempre, l’ altro in quello di prendere e portar via.
L’ uno sente, suo malgrado, il dovere di dare, l’ altro l’ obbligo di prendere e pretendere.
Quando vengono poste ed individuate le condizioni di una tale disparità, quel’ affetto ipotetico, che sembrava essere il motore della relazione, decade, la persona usufruttuaria, cambia o scompare e reclama di aver ricevuto anche un torto ingiustificato nel non ricevere ormai divenuto storico.
Vuoi verificare se hai accanto una persona realmente affettuosa ? Falle il test, sottraile i benefit, cioè, poni il rapporto su una dimensione da pari.
La vera Amica, il vero Amore non ti chiede nulla, non pretende, è autonomo, vive aldilà di ogni prestazione o dimensione materiale, ti cerca e non attende che sia tu a farlo. Non quantifica come avresti potuto farlo, ma ti resta accanto e ti cerca a prescindere. E quando ottiene, almeno dice grazie, perché nella relazione affettiva, amicale o d’ amore, nulla è preteso,
Sogno vero? No, direi piuttosto, Affetto, Amore, disinteresse commerciale alla relazione.
Le relazioni pretenziose andrebbero corrette o mandate a casa, se incorreggibili, perché ognuno fatica ed ognuno avrebbe il diritto alla propria autonomia.
Perché il motto di ” gratis e con pretese”, decada o o venga quanto meno corretto, bisognerebbe rimodularsi sulla dimensione più potente, quella emotiva delle relazioni, linfa dei legami fondamentali.
giorgio burdi
Continua

Amare è Domandare: Come Stai ?
La Felicità è la certezza di considerarsi e rispettarsi di continuo.
Amare, è chiedere instancabilmente, sempre: come stai ?
l’ amore è desiderio e impegno ad accogliere, è una condivisione e una comunione di pensieri, di parole, frasi e sensazioni, sentimenti ed oggetti, è il non aspettare altro che volersi dire, dare e fare.
Nell’ amore il mio e il nostro non esistono, si confondono in un piatto, unico sapore e profumo di buono .
La Felicità è la certezza di considerarsi e rispettarsi di continuo.
Amarsi è desiderio di parlarsi sempre, comunicare idiozie, sentimenti, passeggiare in buie scarpate o solari bagno asciuga, per shopping, in calorose avvolgenti immersioni d’ anima o condivisioni di fantasie e stravaganze di umane ribellioni, mancate retrosie in malattie e sofferenze.
Amarsi è complicità, al limite di un illecito, confine che non verrà valicato, ma osato in una gogliardica risata.
Amarsi è imparare a giocare, a regredire, spogliandosi di se è non avere timore di rimanere nudi, è lasciarsi andare in una danza, in un giro volta di vita, in un volo lanciato e planato tra le braccia di ognuno.
Amarsi è ascoltare, non parlare, e capire, è fare il vuoto, lo sfondo, silenzio, e poi dire, è fare e sapersi fermare, avanzare e saper retrocedere, è un ballo fatto a due sulla scia di movimento unico.
Amare è seguirsi e condividere gli opposti, è il non voler ritoccare il quadro altrui, è far molta attenzione a non sporcare il pensiero dell’ altro con la propria matita.
Amare è rispetto che l’ altro non diventi se, è la promozione di ciò che ognuno è, è il dilatarsi su due dimensioni diverse, è la continuità di diversi orizzonti, l’ integrazione di sistemi logici ed ed analogici operativi differenti.
Amare è domandare sempre come stai, perché in tale sinergia si può sempre sporcare l’ altro di se, e poter rendere spesso più obiettivo il bene di entrambi a scanso di equivoci e del banale scontato, sempre in agguato, dietro l’ angolo.
giorgio burdi

Settimanale Psicologo Roma : MI MANCHI, EI FU SICCOME IMMOBILE
La sindrome del salvatore . Il senso di obbligo e di appartenenza, può essere spesso una prigione dorata
Mi manchi : Ei fu siccome immobile. E’ una prece.
La sindrome del salvatore . Il senso di obbligo e di appartenenza, può essere spesso una prigione dorata.
La sensazione di vuoto che spesso avvertiamo in assenza momentanea di una persona cara, lascia strascici di solitudine che spesso vanno molto aldilà di quella assenza.
Quando non ci sei mi lasci un senso di angoscia, non so stare senza te, avverto la morte nel cuore, un dolore lancinante al petto. Queste sono piuttosto espressioni e rappresentazioni di quel senso abbandonico che nulla avrebbero a che vedere con quella specifica presenza assenza di quell’ istante storico.
Il senso di vuoto che una persona lascia è come quella ipersensibilità epidermica di dolore, che rimanda piuttosto ad una infiammazione tendinea più profonda che così superficiale.
Il mi manchi è un sintomo più che d’ amore, di depressione, rispolverata attraverso quella occasionale assenza che rimanderebbe ad antiche situazioni passate vissute allora con cicatrizzata angoscia.
L’ angoscia dell’ assenza di oggi richiamal’ assenza dei fantasmi di ieri.
Il proiettore spara le sue immagini da ieri sullo schermo di oggi.
Il nostro presente è strettamente collegato al nostro passato come da binari che lontanamente lasciano passare le vibrazioni del passaggio del treno dei nostri vissuti.
I nostri ricordi lontani li sentiamo vivi se non sono mai stati bonificati, tali da lasciarci nel presente una ipersensibilità ad essi.
Basta un piccolo stimolo presente, sfiorato anche solo digitalmente, tale da scatenare ed attivare schemi di sofferenze antiche che ridiventano devastanti nel presente.
Il fatto curioso è che certe reazioni, consciamente non vengono attribuite ai vissuti passati, ma esclusivamente al presente, caricandolo di responsabilità che non ha.
Il senso di morte e di angoscia vissuto nel ” mi manchi ” rappresenta quel vuoto che si affaccia in un tunnel che va dritto in una direzione obbligata verso le fauci lontane delle proprie mancanze.
Le sofferenze non risolte restano così in eterna attesa che qualcuno le prenda in carico, le curi e le allievi.
Il mi manchi rappresenta esattamente l’ ansiosa attesa di quel salvatore sanificatore e bonificatore di tali matasse antiche .
Bella responsabilità, vero ? E anche molte infruttuose aspettative !
Di certi meccanismi non si possiede la minima consapevolezza e certe relazioni vengono impostate sulla base di certe pretese esasperanti e del senso dell’ obbligo nel realizzare un tale progetto sacrificale.
Certe relazioni rappresentano piuttosto la presa in carico del malato, altro che relazioni d’ amore.
A volte diventa irrinunciabile quell’ innata predisposizione alla sindrome del salvatore. Ma quando tentiamo di salvare un altro, in effetti vorremmo difatti salvare noi stessi.
Quando ci fanno sentire in obbligo e si avanzano certe pretese che sembrerebbero evidentemente esagerate, tocchiamo dell’ altro quel vuoto e quel magma antico di insoddisfazioni, che nulla avrebbe a che vedere col presente, causa di sola stimolazione di ricordi rimossi.
giorgio burdi
Continua
Settimanale Psicologo Roma : UNA PERSONA NON CAMBIA SOLO PERCHÉ TU LO SPERI
A volte un sano pessimismo ci salva la vita
Una persona non cambia solo perché tu lo speri, c’è bisogno di impegno.
A volte un sano pessimismo ci salva la vita.
A quelle coppie in forte crisi, convinte del loro amore eterno, molto spesso domando il perché del loro matrimonio ? Risposte ? Pensavo che cambiasse.O pensavo di poterlo cambiare. È evidente in tale risposta la presenza di un concorso di colpa.
Eterno è ciò che viene sperato, ma la speranza senza un impegno verso il cambiamento, diviene un gioco d’ azzardo o di prestigio. Esaurisce, necrotizza .
Ancor prima di effettuare scelte così importanti, ognuno dovrebbe desiderare per se un percorso di crescita tale da non pretendere nulla dall’ altro, quanto poterlo imporre e determinarlo più per se stesso.
Sarebbe un diritto per se ed un obbligo migliorarsi, per non devastarsi e compromettere l’ altro all’ interno del vortice dei propri complessi.
L’ analisi di se non è una scelta, secondo le accezioni più volgari, popolari e comuni, per persone malate, psichiatriche o pazze, ma dovuta e obbligata, innanzitutto per favorire la conoscenza di se ed il miglioramento personale, se non, addirittura rappresenta la scelta, a detta da chi l’ ha già provata, piu intelligente e più pertinente che qualsiasi persona possa intraprendere.
La Chiesa Cattolica organizza, prima di ogni consacrazione matrimoniale, corsi pre matrimoniali imperniati su suggerimenti e buoni propositi per un vivere in coppia in un modo cristiano, ma paradossalmente le richieste di separazione aumentano sempre a dismisura, con riscontri devastanti sul singolo e sui minori. Allora cosa è che non va ?
L’ analisi rappresenta la scoperta di se, è l’ ergere e il consolidare la propria struttura, è la bonifica dell’ io, di un territorio devastato a volte compromesso e sabotato.
L’ analisi è la delineazione della propria topica e della propria di identità, è una carta identità, di imbarco per il volo, per salpare le terre sconosciute dell’ altro, un passaporto per l’ estero dell’ altro, il volo verso la vita e il mondo delle relazioni.
Come sarebbe mai possibile poter affrontare un viaggio senza documenti abilitanti ?
Per poter essere coppia, servono i documenti in regola di entrambi, non può uno presentarsi all’ altro in difetto, senza conoscenza e identità di se, come un clandestino, un profugo, bisognoso di tutela e di asilo politico.
Il clandestino si nasconde e rifugge nell’ altro, gli chiede aiuto e sussistenza, imposta inconsapevolmente più una relazione di aiuto che d’ emozioni.
Servono le carte in regola per vivere insieme.
L’ analisi rappresenta l’ abilitazione alla relazione, il certificato di idoneità, l’ assicurazione contro il rischio. Ma dove pensiamo di poter andare senza assicurazione, certo che si viaggerebbe ugualmente, ma l’ infrazione e il pericolo è a portata di mano ed è molto rischioso.
Questa non vorrebbe essere un tentativo di propaganda a vantaggio dell’ analisi, ma auspicare ed indurre ad una maggiore attenzione e necessità indispensabile di intraprendere una crescita personale, perché se conosci sai cosa vuoi, come fare e se è davvero il caso farlo.
giorgio burdi
Continua
Settimanale Sessuologo Roma : FREUD E LE PASSIONI SEGRETE
Il Film su Freud
Vedi Qui il FILM:
“FREUD E LE PASSIONI SEGRETE” è un film biografico, in bianco e nero, su Freud, del regista John Huston, considerato uno dei massimi maestri del cinema hollywoodiano degli anni ’60, della durata di 1:40 min realizzato nel 1962.
Lo conosco da oltre 20 anni e rappresenta l’ unica produzione cinematografica finora mai realizzata sul padre della psicanalisi.
Il film ripercorre un excursus scientifico da Charcot, attraverso Breuer, Freud sperimenta l’uso dell’ipnosi fino agli esordi del suo pensiero psicoanalitico, sperimentando il suo metodo innovativo, tralasciando l’ ipnosi.
A mio avviso una pessima regia, ma eccellente per il suo genere, considerato che nessuno è mai stato in grado di realizzare un’ opera filmica di una tale portata su questo scienziato.
giorgio burdi

Settimanale Psicologo Roma : LA SINDROME DEL FIGLIO UNICO
Le loro aspettative e la mia solitudine
La sindrome del figlio unico
I tempi cambiano, cambiano le società e di conseguenza anche i nuclei familiari non sono più come quelli di una volta.
I nostri nonni ci raccontavano di famiglie di 7-8 persone che vivevano in una stanza, i nostri genitori ci parlano di come 4-5 persone vivessero in 60 metri quadrati.
Ora non è più così. I ritmi frenetici, la precarietà del lavoro e la crisi economica in cui viviamo hanno fatto si che le famiglie con un solo figlio siano la regola e non l ‘ eccezione come accadeva un tempo.
Se in passato le luci della ribalta erano puntate un po’ qua e un po’ là ora il cono di luce è rivolto quasi sempre nella stessa direzione.
Le attenzioni dei genitori si concentrano tutte sull’ unico figlio; su di lui riversano speranze, aspettative e ambizioni di vita messe da parte. Compiono ogni gesto in buona fede ma sono spesso inconsapevoli di caricare il proprio figlio di ansie e di angosce; quelle ansie e quelle angosce che ci assalgono tutti i giorni se solo accendiamo la televisione o sfogliamo un quotidiano.
Quante volte sentiamo parlare di disoccupazione giovanile?? Il futuro dei giovani è sempre più incerto ed è quasi impossibile realizzare un progetto di vita stabile e sicuro! Per questi motivi non è semplice crescere in un contesto del genere e il rischio di crollare è concreto se non si hanno fondamenta solide.
La gente che ti circonda ti riempie la testa con frasi come: “ senza una laurea non sei nessuno”, “ senza quel pezzo di carta finisci sotto i ponti”, “il lavoro non c’ è”, “il posto fisso è una chimera”.
Questo è la situazione in cui versano moltissimi giovani al giorno d’ oggi e tra di loro ci sono anche io: Ale 29 anni, figlio unico.
Sono cresciuto in una famiglia benestante; ho avuto un’ infanzia felice, un’ adolescenza tranquilla senza particolari scossoni ma si sa crescendo aumentano le responsabilità e si impara a leggere tra le righe ed ho percepito quei desideri fino ad allora celati dai miei genitori che sono usciti allo scoperto e si sono manifestati con tutta la loro forza.
Purtroppo per me questa pressione si è venuta a sommare ad un evento che mi ha segnato e che mi ha tolto molte delle mie certezze. Sono entrato in un loop che mi ha logorato dentro. Sono confluite in me le mie insicurezze che mi hanno paralizzato, il timore di deludere i miei genitori, l’ orgoglio personale che non mi ha permesso di accettare il fallimento e infine la speranza di recuperare la miaautostima. Questa è il vortice in cui mi sono trovato.
Ogni azione di un figlio unico, anche la più banale, è analizzata nei minimi dettagli proprio perché la sola. Nel momento in cui ho visto naufragare i miei progetti ho sentito ancora di più quegli occhi addosso come una luce cheillumina un detenuto che tenta di evadere dal carcere. Essere figlio unico al giorno d’ oggi non è affatto semplice. Non ho saputo gestire le mie emozioni e ho subito tutto questo.
La mia vita è precipitata; la mia storia d’ amore è terminata e anche alcune amicizie sono via via scemate. Sono passati giorni, mesi e settimane in cui la domanda ricorrente era: “ vedrò mai la luce alla fine di questo tunnel?”A questa domanda non so ancora rispondere!
Sto provando ad abbattere alcune barriere tolte le quali mi auguro di poter avere una visuale migliore della mia vita; solo così posso sperare di liberarmi da questa “prigionia”.
Realizzarmi per liberarmi: questo è il mantra che mi ripeto ogni giorno!
In conclusione ritengo che la realizzazione personale, il rendersi indipendenti è il solo modo per allontanarsi da quei riflettori e renderli molto meno abbaglianti.
Ale
Continua
Settimanale Psicologo Roma : ogni emozione ha la sua dignità
Fatti guidare dalla rabbia.. Ma non troppo
Fatti guirdare dalla rabbia
La rabbia come segnaletica stradale che ci esorta ad abbandonare certe strade
Così come esiste un codice stradale con le diverse segnaletiche ed i relativi significati esiste un codice emotivo che, se ben compreso, facilita la risoluzione di difficoltà relazionali.
Dal punto di vista psicologico/emotivo la rabbia potrebbe essere rappresentata simbolicamente come un “divieto d’accesso” ad una strada privata che è il nostro Io.
Osservare un’auto accedere senza scrupoli ad una strada privata, la nostra, che presenta il cartello rosso con la fascia bianca orizzontale, significa vedere violati e calpestati i nostri bisogni o desideri .
Come il cartello stradale protegge dall’invasione di una strada, cosi’ la rabbia ed il dolore accompagnato ad esso protegge l’integrità della nostra parte piu’ profonda. Questo campanello d’allarme segnala che il nostro Io e quanto correlato ad esso ,
speranze, valori, potenzialità, è stato tradito e questo comporta inevitabilmente un senso di depressione e scarsa stima di sè.
Se a generare rabbia sono le relazioni interpresonali nella misura in cui ci sentiamo non protetti, sorge il dubbio di come poter stare in realzione in modo efficace.
In realtà, per stare bene dovrebbe esserci, tra l’individualità e la comunione in termini relazionali, un equilibrio delicato.
In ogni caso, nel momento in cui per differenti motivi percepiamo in noi l’insorgere di questa emozione negativa, che ha pur sempre un suo valore, sarebbe opportuno imparare a sfruttarla per modificare schemi comportamentali fissi.
In tal senso si può iniziare ad individuare la vera causa che genera rabbia, e poi come poterla usare per chiarire i nostri pensieri, sentimenti, priorità e scelte , cosi’ da non restare intrappolati in infiniti cicli di conflittualità; inoltre, si potrebbe cercare di cambiare il nostro ruolo all’interno di costanti comportamentali presenti in una relazione.
Questo perchè molti dei problemi che si hanno nel gestire la rabbia emergono nel momento in cui scegliamo tra avere un modalità di relazione disfunzionale con il prossimo ed avere un proprio Io.
alessia potere
Continua
Settimanale Psicologo Roma : LA ESCORT
La pulsione di vita se diviene oggetto di lavoro finisce per svuotare il senso di se, e del piacere, col rischio di depressione
Escort – Cliente ? Vicendevole bisogno di abuso, sublimato in prestazione con ticket . Un servizio per il disagio.
In psicodinamica è un dato certo il fatto che l’ attività della escort sia relegabile ad esperienze passate di violazioni o di abusi sessuali subiti. Allo stesso modo dicasi per il cliente .
Attraverso il loro incontro, entrambi, mettono in scena l’ atto nel quale verrà riconsumato l’ abuso.
La differenza è che, la escort lo rimette in scena esorcizzandolo sotto forma di indennizzo riparativo attraverso la tariffa, il cliente lo sublima sotto forma di un Edipo erotizzato.
Non è una semplice questione di transfert, ma di bisogno di ripararazione di un abuso subito in passato, attraverso un altro abuso riparativo, che per sua natura è ridistruttivo della relazione. Anche i ripetuti atti di innamoramento, spesso non sono solo dettati da transfert, ma per la loro natura ripetitiva, sembrerebbero essere riparativi ed evitanti rispetto alla molteplicità delle figure maschili.
Comunque sia, il loro incontro, rappresenta la messa in scena, come in uno psicodramma, della frattura di una relazione, di una Elettra e di un Edipo non risolto.
Come potrebbe mai essere considerato un lavoro e pertanto legalizzabile la rappresentazione scenica di una violazione o di un abuso ?
La rappresentazione teatrale fa supporre la presenza di attori, in effetti il piacere offerto viene recitato, quello ricevuto viene ingannato. La tariffa stessa rappresenta il pagamento di una prestazione recitata.
A far gli attori ci si diventa e ci si crede, l’ autentico si perde per strada, ci si identifica con l’ illusione e la menzogna.
Il vero problema non è legalizzare, ma come curare. Uno stato che legalizza è altresì da curare, perché pretenderebbe partecipare alle quote di quell’ indennizzo economico riparativo dell’ abuso subito e reiterato.
In tal senso lo stato, con proposte legislative di legalizzazione, si porrebbe come un ulteriore abusante dei disagi umani.
Che sia il lavoro più antico al mondo, giustifica solo il livello disoccupazionale e finanziario del problema, meno quello psicodinamico.
Su questo lo stato è doppiamente responsabile, perché si fa garante della disoccupazione ed usa le debolezze umane per speculare, così come accade anche per la continua proliferazione dei centri delle slot machine, tutto a vantaggio dei subdoli introiti incentivanti le dipendenze.
La pulsione di vita se diviene l’ oggetto di un lavoro, finisce per deupaperare e svuotare il senso di se, col rischio di depressione.
Dedicato a tutte quelle persone che fanno un lavoro che non vorrebbero e fanno del proprio sintomo, la cura, per barcamenare il lunario.
La sessualità non diviene più slancio, grande bellezza motivante la vitalità, ma accessorio suddito di un trauma subito.
Se alla dimensione privata viene sottratto il piacere autentico della sessualità, la si svuota della sua linfa rigenerante, si ingenera il vuoto propulsore di rabbia.
A volte piace giocare d’ azzardo, facciamo dei giochi sui fondamentali della vita, si mettono in discussione gli assiomi dell’ esistenza, ci piace mettere in discussione il senso dell’ esistenza, di se e del piacere delle relazioni, che in questo modo divengono ingestibili e insopportabili .
La prostituzione è una bugia a pagamento, è l’ ammissione dell’ essere incapaci alle naturali relazioni intime affascinanti ed emozionali, oggetto di un lavoro analitico, ma tra le tante bugie della vita, alle quali siamo abituati, sicuramente essa per niente è la peggiore.
giorgio burdi