
Chi sta bene, non si sente solo
Se ti senti solo, va al suo centro: Tuffati nei tuoi disagi, se vuoi uscirne
Chi sta bene, non si sente solo.
Se ti senti solo, va al suo centro: Tuffati nei tuoi disagi, se vuoi uscirne
Chi sta bene, non si sente solo. È geloso del suo tempo, non gli basta mai, non lo disdegna e non disdegna nemmeno gli altri, anzi è socievole e sereno, non teme la critica, ne il giudizio, anzi, lo ricerca per migliorarsi.
La solitudine è un segreto formativo, è l’ unica rampa di lancio per l’ auto realizzazione.
Chi è solo, ci fa sentire soli. Perché ha il suo vuoto da contemplare, non sa ascoltare, ne parla, tanto meno sa perché fa così e se gli chiedi come sta, si scrolla le spalle.
Per chi vive bene la solitudine, il giudizio non è soltanto indisponente, ma è un punto di vista sconcertante per migliorare.
Il giudizio suscita la ribellione degli schemi statici che possono mobilitare lo tsunami del cambiamento.
La crescita si sfionda sugli errori, è il suo miglior nutrimento, bisogna errare, è inevitabile, è necessario, volutamente non vengono cercati, ma accadono di continuo e se capitano, sono la benzina dell’ autonomia e dello sviluppo.
Il dolore per gli errori, non andrebbe schivato, esso basa le fondamenta della stabilità emotiva, ma bisognerebbe immergersi in esso.
Una vita che accumula errori, deprime e scoraggia, a volte si rischia di identificarsi con essi, la vita diventa una stasi.
Non dovremmo mai dire speriamo che vada bene, ma, credo che andrà bene.
Sperare è passivo, è attesa, di tempi migliori che magicamente nel’ illusione, dovrebbero poter trasformare la vita.Sperare è pensare, pensare e pensare, per non fare mai.Sperare è almeno sognare, ma di sogni non si cambia.
Credere è invece attivo, creativo, avere prospettive migliori per le quali prodigarsi, è soffrire, lavorare per autodeterminarsi.Autodeterminarsi è fare per realizzarsi.
Credere è darsi due mani, non una sola se poi ne abbiamo due è avere motivazione, è non avere aspettative sugli altri, non rimproverarli mai, ma essere rigorosi con se. Chi crede, ha motivi in più di riuscire,
Sperare è aspettare, aspettare sempre ed ancora aspettare rigorosamente gli altri, rimproverarli per le proprie assenze ed attendere di essere determinati da loro.
Chi crede è necessariamente solo, crea nuovi problemi per trovare nuove soluzioni. È dentro ai problemi, che si cercano i vettori risolutivi.
Chiedere consigli è cercare le stampelle per farsi aiutare, a volte si arriva alla carrozzella o in barella, equivale a cercare le soluzioni, le strategie e le strade ripercorse solo da altri.
Solo se si è coraggiosi di essere soli, si cerca e si trova la propria strada.
Allora, tu sei solo, speri o ci credi ?
giorgio burdi
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Essere Genitori di Se Stessi
Essere genitore di se stessi
Quando si ha una famiglia apparente
L’ambiente familiare esercita, inevitabilmente, un’influenza sul nostro modo di essere, sul nostro sviluppo psicologico, lasciando una traccia probabilmente indelebile su quello che sarà il nostro percorso di vita, la nostra personale maniera di affrontare il mondo, gli altri, noi stessi.
La famiglia è il primo contesto sociale nel quale ci troviamo, il primo filtro fra noi ed il mondo esterno.
Senza che nemmeno ce ne rendiamo conto, almeno quando siamo troppo giovani per farlo, il modo di ragionare, di comportarsi dei nostri familiari, gli schemi mentali propri del loro modo di essere, di vivere, tracciano il percorso mentale che segnerà il nostro sviluppo individuale ed, inevitabilmente forse, il nostro modo di rapportarci con l’altro.
Una dipendenza emotiva dalla quale, forse, non ci libereremo mai completamente. Così almeno è stato, è per me.
Il clima che si respirava dentro casa, una freddezza di fondo, la mancanza di vero, reale contatto emotivo fra i componenti della famiglia, pur formalmente unita, un’estrema attenzione alla forma, anche dentro le mura domestiche, come se non ci si sentisse mai davvero liberi da barriere, da ombre, da un giudizio esterno, liberi di esprimere se stessi.
Un innato atteggiamento di sospetto, di diffidenza, di chiusura verso l’’altro’, verso il mondo esterno, verso tutto ciò che si trova fuori dalle mura domestiche.
Da qui un guscio, una corazza che si forma attorno al nostro essere, senza che nemmeno ce ne rendiamo conto, che ci impedisce di arrivare a noi stessi, di conoscerci davvero, e ci rende così difficoltoso il contatto con le altre persone, un contatto vero, aperto, autentico, senza riserve, emotivo e fisico.
Tutto questo non deve però assolutamente diventare un alibi, una scusante per non riuscire, o almeno mettercela tutta, a rompere il guscio, ad imparare a camminare sulle nostre gambe, rompendo le catene che ci legano alla parte più deteriore del nostro passato.
Stefano
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Settimanale Psicologo Roma : L’ IPOCONDRIACO
Ho 80 anni e da 50 credo di essere malato e di morire Una vita inutile dedicata alle malattie.
COS’È L’IPOCONDRIA?
La paura è una malattia
Cosa fa nascere il pensiero che il mio corpo generi qualcosa di “male”? L’idea di essere malata produce una serie di atteggiamenti volti ad indagare il mio corpo, percorrerlo, ossessivamente, con lo sguardo, il tatto, centimetro dopo centimetro per cercare quel che non va, trovare quel “danno”. Ma la sua origine è nell’animo.
Il mio corpo si ammala quando il mio pensiero si cura troppo degli altri e poco di me. Immagino quel “male” e quella solitudine trasposta nel mio corpo quando permetto gli altri di trasmettere di me un’immagine debole, fallibile e dunque volta alla disgregazione, alla rottura, alla malattia.
I rimproveri, la mancata stima, la mancata fiducia ci portano a rimproverarci, a non stimarci a non fidarci delle nostre stesse sensazioni, a non sentirci un tutt’uno , aggregato e stabile. Ci convinciamo di non “saper funzionare” e sentiamo la malattia crescere in noi, come unico modo possibile per giustificare la nostra incapacità di riuscita.
La percezione della mia “disgregazione” è sintomo del non essere all’altezza, del sentirmi “fuori luogo”, inadatto alle relazioni, al sostenere un’opinione, a gestire un conflitto, incapace di salvaguardare il mio spazio. Se non mi fido di me, non mi fido degli altri e il mio rapporto con l’esterno matematicamente fallisce e insieme fallisce il rapporto con il mio corpo.
Mi sento in disordine e questo genera la paura di sbagliare e di ammalarsi. Se credo di non meritare “cura”, attenzione, rispetto sentirò la malattia crescere, prendere possesso del mio corpo e soprattutto dei miei pensieri. Avrò paura di me.
La “malattia” è “l’alterità” (l’altro da me che percepisco come estraneo). Quando riesco a ponderare il rapporto tra la mia identità e l’estraneità mi faccio del bene, il diverso da me diventa nocivo quando nella relazione che pongo con questo ho il mancato riconoscimento di me. La mia individuazione è la mia volontà. La mia mancata individuazione conduce a relazioni dannose in cui mi lascio scivolare perché perdo la capacità di valutazione, mi faccio assorbire come cosa neutra.
Diversamente il rapporto con l’altro diventa accrescitivo quando mi riconosco. Quando tengo fede al mio senso. Se perdo senso mi ammalo. Gli altri avranno rispetto di me solo se avrò senso (che è a sua volta il rispetto profondo delle mie sensazioni). Solo così potrò cominciare a riporre fiducia negli altri, questo mi condurrà alla perdita della paura, alla perdita del controllo (come informazione ossessiva sui miei stati fisici); perché se non mi amo, non avrò cura di me, e avrò paura (del mio corpo e degli altri) e facilmente qualcosa potrà farmi del male. Se mi amo, avrò cura di me, muterò la paura in prudenza, e sarà più facile riconoscere quel che è bene per me.
Sara
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Settimanale Psicologo Roma : SE PENSI TROPPO, TI AMMALI
Non pensarci, vivi
SE PENSI TROPPO, TI AMMALI
NON PENSARCI, VIVI
Alle radici della malattia e delle indecisioni. Frenare il pensiero calma e realizza.
“Come sei saggio”, “Come sei coscienzioso”, “Io questi ragionamenti non li facevo alla tua età”… “hai ragione”…”giusto”…
Quante volte me lo sono sentito dire, sin dall’adolescenza. In prima battuta possono sembrare frasi gratificanti, apprezzamenti al tuo modo di essere, alla tua persona. Lo sono, certamente, riferendosi a qualità che ti vengono riconosciute.
Però…L’emisfero cerebrale destro, quello deputato alla percezione emotiva degli stimoli che quotidianamente la realtà circostante ci propone, chiede di fare finalmente la sua parte, di scendere in campo. Si sente una vocina di sottofondo, ci sono anche io…
Per motivi caratteriali, per le influenze dell’ambiente familiare nel quale sono cresciuto la mia forma mentis è sempre stata estremamente razionale, il mio approccio alla vita sempre di tipo rigorosamente logico, ragionato.
Il troppo pensare, se non diretto verso uno specifico campo di applicazione, può essere dannoso, estremamente dannoso. La continua ricerca di un senso, in relazione a quello che fai, a quello che ti capita, rischia di farti restare pericolosamente a bocca asciutta.
L’animale razionale, definizione aristotelica, non vive troppo bene, almeno per quella che è la mia personale esperienza. Ha una vita probabilmente comoda, lineare, esente da strappi, da picchi, in negativo e in positivo.
Perde però tanto, tanto. Perde i colori più accesi, i sapori più forti, le emozioni più intense, perde il bello della vita. Il costante, incessante rollio del motore/testa copre tutto, come una coltre che si posa sul mondo nel quale viviamo.
Se è vero che il buon senso è una regola valida che dovrebbe sempre, o quasi, far parte della nostra condotta, saper dare spazio alla nostra emotività, alle nostre percezioni sensoriali, sapersi buttare nelle cose, nelle situazioni, lasciandosi andare, vivere su più livelli, saper essere anche leggeri, senza dover filtrare tutto con la ragione, credo sia una delle condizioni imprescindibili per poter dire di aver vissuto veramente. Sopravvivere è una cosa, Vivere un’altra.
Stefano
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Settimanale Psicologo Roma : LA FAVOLA DEL RANOCCHIO E DELLA ROSA
Chi ti INVIDIA ti rende più PREZIOSO, quelli che ti augurano il PEGGIO devono sopportare che ti capiti il MEGLIO !
LA FAVOLA DEL RANOCCHIO E DELLA ROSA
Chi ti INVIDIA ti rende più PREZIOSO, quelli che ti augurano il PEGGIO devono sopportare che ti capiti il MEGLIO !
LA FAVOLA DEL RANOCCHIO E LA ROSA
In un giardino c’era una bellissima rosa
pero nessuno la tagliava,
perché al suo lato c’era un grande ranocchio grasso e brutto.
Un giorno la rosa molto arrabbiata gli disse:
” Perché non ti allontani da me? “
Il ranocchio, molto triste si allontanò.
La settimana seguente,
passando da quelle parti il ranocchio chiede alla rosa :
” Che cosa ti è accaduto?
Perché i tuoi petali si stanno appassendo? “
La rosa rispose:
” Le formiche mi stanno mangiando giorno e notte ” .
Il ranocchio le rispose:
” Quando io stavo vicino a te, anche se tu nn volevi,
io me le mangiavo,
per questo eri così bella e splendente ! “.
Molte volte siamo come la rosa,
non ci rendiamo conto del bene che ci fanno
le persone che stanno al nostro fianco,
non le apprezziamo, le trascuriamo
e facciamo in modo che vadano via,
senza renderci conto che ci stavano proteggendo.
NON ESSERE COME LA ROSA.
APPREZZA LE PERSONE CHE TI CIRCONDANO
PERCHÈ ANCHE SE TU NON TI RENDI CONTO,
LORO STANNO LÍ PER DIFENDERTI.
Chi ti offende ti rende FORTE,
Chi ti critica,
ti rende IMPORTANTE,
Chi ti invidia,
ti rende più PREZIOSO,
ed alcune volte è divertente sapere che,
quelli che ti augurano il PEGGIO,
devono sopportare
che ti capiti il MEGLIO !
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Settimanale Psicologo Roma : L’ ANSIA PARLA DI TE, E DELLA TUA INTIMITÀ
Dialoga con essa e comprenditi, se vuoi che non urli e non ti faccia male
L’ ANSIA PARLA DELLA TUA INTIMITÀ.
Dialoga con essa e comprenditi, se vuoi che non urli e non ti faccia male.
“Ho iniziato il mio percorso di analisi circa un mese e mezzo fa, esasperata dai miei attacchi d’ansia alla guida.
I sorpassi più lunghi, il buio, le gallerie sono state il mio tormento per tre anni: ognuna di queste situazioni facevano insorgere in me una fortissima tachicardia, difficoltà nel respirare, iperventilazione.
Si affacciava nella mia mente l’idea spaventosa che stessi per morire da un momento all’altro.
Non mi sono data per vinta da subito, non ho mai smesso di guidare, ma dovevo sempre mettere in conto che tutte le volte avrei dovuto affrontare questo mostro che viveva nascosto dentro di me.
Cercavo di ignorare la voce della mia testa che mi metteva sempre in allarme, ma era più forte della voce dei miei pensieri.
Col tempo ho imparato a gestire la situazione, a contenerla in qualche modo, ma dopo mi rimaneva solo un gran senso di stanchezza e spossatezza.
Esaurivo tutte le mie energie in pochi secondi. Nonostante tutti i miei tentativi, le mie prove e i miei sforzi non sono riuscita a trovare da sola la strada per venirne a capo; per tutti questi motivi ho deciso di rivolgermi ad uno psicologo psicoterapeuta, il Dr. Burdi.
Durante il mio primo colloquio, il dottore mi ha subito chiarito che i miei attacchi d’ansia non avevano nulla a che fare con la guida in senso stretto, ma che evidentemente c’erano delle “luci nel mio cruscotto” che erano accese e che stavo ignorando da troppo tempo.
Il semplice fatto di aver chiesto aiuto, di essermi data la possibilità di farmi ascoltare è bastato a farmi superare, dopo tre anni, in appena 2 sedute, i miei attacchi d’ansia alla guida.
E’ stata un’emozione immensa guidare, sorpassare file di camion, e farlo sorridendo, commossa, perchè ero di nuovo io…!
E’ stato come se mi fossi seduta a dialogare con la mia ansia, compagna fedele di tutta la vita, e le avessi detto che ero disposta ad ascoltarla, non doveva più urlare per farsi sentire…
Ho aperto il vaso di Pandora con un po’ di paura, ma fiduciosa che questa fosse la scelta giusta per me.
Ho capito che la domanda che dovevo pormi non era “Come posso eliminare gli attacchi d’ansia?”, ma “Perchè?”.
Oggi, proseguendo il mio percorso di analisi, ringrazio la mia ansia per avermi obbligata ad aprire gli occhi, a curare le cose che non andavano nella mia vita e a volermi più bene. E ringrazio di cuore il dottor Burdi, avrei voluto incontrarla già tre anni fa!”
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INNO ALLA PUGLIA
La Puglia Terapia, lasciarsi amare dai sapori
INNO ALLA PUGLIA La Puglia Terapia.
Lasciarsi amare dai suoi sapori.
Casolari, strade ombrose soleggiate, tra i pini adriatici profumati,aromatici morbidi aghi, sul ciglio dei muri di pietra, sotto i cieli tersi,fanno festa le cicale al tuo passaggio,cantano il tuo tragitto,il tuo passo diviene una danza,per tutto la strada è una festa.
Respiri serenità,solo passeggiando per le terre di Puglia,sospira la tua anima se sai confondertialle sue meraviglie.
Fumo del tabacco una foglia,mi porta dentro la natura, mi sento grano, fiori di campo, vite, corteccia d’ ulivo e frutta,mentre il profumo del fumo delle stoppie arse, mi inebria come un incenso, in questa natura cattedrale, che mi dilata d’immenso.
La gente cordiale, vicina,solare, splende, se le stringi la mano, sai già il lavoro e se le parli col cuore, ti offre anche l’ altra.
Dire cozzalo è poco nobile, solo perché prima della famiglia,orgoglioso, viene la sua terra, lavoratore tenace, non disprezza se gli dici contadino,perché non c’è festa, ne domenica che tenga, non c’è niente da fare,torna tardi sul trattore, come un cardiopatico, Il suo cuore è sempre simbiotico con le sue zolle.
Stratega del magico potare, del troncare i pesi, per alleggerire e dare slancio ai frutti.
Vive per essi, con i piedi tra la terra arsa o sudici di pioggia,sotto il freddo penetrante o il torrido caldo, convinto, con sacrificio e pazienza assiste, come una ostetrica, alla nascita delle sue gemme sperate .
Amo la Puglia, perché come lei siamo a tutti vicini, con cadenza e ospitale dizione, coccola, avvicina ed accoglie, con la sua inflessione attraente.
Il pettegolezzo delle strade popolari, mi fa morire, col il mio sorriso divertito che lo biasima e lo spegne.
Siamo gente con il pathos, creativi, intuitivi, a volte folli per passione, ma quando non è follia è genialità artistica, è lettere e scienze.
Amo la mia puglia delle viti sulle case non più alte di un piano, rinfrescate a calce, abitare il bianco nel blu.Amo la puglia dei tratturi e dei cordoli di muri a secco, quella delle chianche di piazze, delle fresche case di tufo a volta
nella brezza dei freschi paesi silenti,
i paesani che del marciapiede fanno salotto, tra loro si chiamano fratelli, si sfottono, si invidiano, sorridono, ma si aiutano.
La puglia è terapia di colori, profumi e sapori, è la terra dei socievoli, familiarizzi con tutti, è la festa delle fiere e delle sagre, tra illuminazioni, fuochi, faló e processioni, artifici pirotecnici, mercati e bancarelle, comicità risate a crepa pelle e gag.
La puglia è l’ amore di una donna, che danza una taranta a piedi scalzi intorno a te, mentre le porti il ritmo con le mani.
Banchettari, insaziabili festaioli, con buttate interminabili di pietanze di terra e mare.
Tra legumi, riso patate e cozze, peperoni fritti e panzerotti, scampi al ghiaccio, polpo alla cipolla e spaghetti allo scoglio,sporcamussi, sospironi e lemoncello ghiacciato, inebriati e drogati dai profumi,nelle notti di stelle sul mare,sforano il cielo dei palati, perché qui non è troppo lontano, ma è paradiso.
Amo la puglia delle sue coste, disordinate, ma lasciate ancora vergini, senza industrie, al Bahia dovremmo dire, come il mare nostro della Puglia, così sempre generoso di ricci, taratuffi, pelose e paranza, fritturine croccanti, al sapore di fresco, cozze, provolone, cacio, caseari di tradizione e peroni,da assaporare sul maestrale in riva al mare.
Che terapia, e quale vacanza !!!
E dove la metti
la focaccia, la sfogliata, i calzoni acro dolce di cipolla e il pane casereccio, croccante, fragrante, con la parmigiana tra una fetta e l’ altra, dopo una nuotata ed un’ altra ancora, con i capelli al mare, che delizia un polpo stracciato, condiviso come la pace e gioito tra gli amici, sotto i tramonti che si specchiano sulle pietre ocre dei palazzi.
Amo la puglia della cultura, di chi ha fatto la gavetta, di chi ha mangiato pane duro, dalla valigia di cartone al curriculum manageriale, la profondità della nostra gente, sincera, ingenua e scaltra,che si guarda nelle emozioni degli iridi luccicanti, perché la gente colta viene dal dolore, non ha paura, vive e scrive, si entusiasma di continuo, a volte si chiude, ma sempre condivide ed è felice per poco, perché in quel poco, c’è tutto il suo infinito.
Ogni posto è unico, ma questo non lo cambierei mai.
Rispetta e ama le tue origini, la tua gente, perché, tu sei la loro meraviglia,
questa è la puglia terapia.
giorgio burdi

Il craffen che ti cambia l’umore
Endorfine per chi gode gli atomi della vita
Il craffen che ti cambia l’umore
Endorfine per chi gode gli atomi della vita
Mi sono svegliato, mi son detto, ciao, buondì, come è il risveglio oggi ? Boh non so, ci vorrebbe energia, non ti basta quella che hai, no, ne vorrei altra, non mi basta mai. Allora va, ucciditi con un craffen di quelli che piacciono a te ed un vero caffè . E vaiiiii .
Crema alla vanilia e limone, profumo di festa in un involucro delicato di morbida pastella fritta e dorata, ricoperta di zuccheri croccanti.Che delizia insieme al profumo di una crema di caffè espresso appena tostato e macinato.
Aloni di profumi, dolcezze e fragranze che lasciano il sospiro prima del sapore.
Si gusta molto di più desiderando prima che consumando dopo.
Il profumo è il preliminare del sapore, il gusto è la consumazione di un piacere, che lo disintegra e lo sfinisce. L’ assaporare deve essere lento per rimanere eterno.
Meditare, contemplare e Deliziarsi al sapore perché diventi ipnotico anche una colazione che ti cambia la giornata.
È importante iniziare bene la giornata volendosi bene, ti cambia l’ umore, una giornata uggiosa risplende.
Volersi bene Prima di tutto, non serve chiederlo, chi se ne vuole generosamente lo da.
La vita va assaporata come un craffen, lentamente gioita, in lunghi istanti fugaci, fissati in fotogrammi indelebili.
Chi gioisce vive, si aiuta, produce endorfine, antidepressivi naturali, mette in moto neuroni e sinapsi, collega ed interagisce con la vita e in un cerchio senza fine produce ulteriore sapore per la vita.
Come una frusta Schiocca la lingua sul palato di un bimbo sbalordito della sua oralità.
Rallenta, frena le vorticose voracità che non lasciano traccia.
Rallentare è sentire è godere, vivere il senso, velocità è fuggire, perdere l’ occasione dei particolari del significati.
Se non sei sensuale corri, muori lì, fagociti, ingrassi su automatismi vertiginosamente divoranti.
Chi corre pesa, chi rallenta alleggerisce.
Divora chi riempie vuoti incolmabili, chi gusta è longevo, leggero, ferma il tempo indelebile in ogni istante.
Sensualità è distacco per immergersi in atomi di energia.
L’ insignificante non esiste per chi sa starci dentro, e comunica chi osserva, e chi sa ascoltare vede, gioisce chi gusta gli infiniti colori di ogni atomo di vita.
giorgio burdi

Settimanale Psicologo Roma : Studio BURDI è www.psyonline.it : PSICOTERAPIA E CONSULENZA PSICOLOGICA ONLINE
PER GLI ITALIANI NEL MONDO E IN ITALIA
PSYONLINE.IT : PSICOTERAPIA E CONSULENZA PSICOLOGICA ONLINE
PER GLI ITALIANI NEL MONDO E IN ITALIA
www.psyonline.it – Editoriale Scientifica dello Studio BURDI è in rete da più di un anno
Lanciato in rete, il nuovo network per gli Italiani nel Mondo presenti nei Cinque Continenti, gestita da un Team di psicologi e di psicoterapeuti. www.psyonline.it
Mercoledì 10 Aprile 2013 alle ore 17,00 è stato inaugurato il nuovo portale scientifico, dedicato, in modo esclusivo alla Consulenza e alla Psicoterapia ONLINE.
psyonline.it si aggrega alla famiglia
– www.burdi.it , geolocalizzato per il suo contesto psicologico e psicoterapico pugliese;
–www.psicologo-psicoterapeuta-roma.com interamente centrato su Roma Capitale e sul Lazio, con contenuti completamente diversificati rispetto al primo;
– www.sessuologoclinico.com , interamente dedicato al tema della sessualità clinica ed esteso a tutto il territorio,
– www.psyonline.it , rappresenta l’ ultimo portale nato, interamente dedicato alla consulenza psicologica e alla psicoterapica OnLine con uno stile e con la paternità dell’ Editoriale Scientifica dello Studio BURDI.
Il portale si presenta attraverso una grafica luminosa, intuitiva, semplice nei suoi colori rilassanti e a pastello e si presente con contenuti sintetici per una comunicazione immediata e facilmente fruibile per stabilire contatti con lo Studio BURDI, al fine di poter richiedere subito una psicoterapia o una consulenza psicologica online, a servizio di tutti gli italiani sparsi nel mondo.
Il network, è stato scritto completamente in linguaggio php 5, ultima generazione della programmazione dei siti web, per poter soddisfare tutte le più svariate tecnologie di accesso a internet, tramite pc, smartphone e tablet.
I Contenuti del sito sono stati completamente curati e selezionati dal Team, sulla base di una individuazione di un bisogno di Consulenza OnLine per tutti gli italiani e per quelli emigrati nel mondo.
L’ utente navigante dall’ Italia o trasferito all’ estero, ora possiede l’ opportunità di richiedere Consulenza Psicologica o Psicoterapica, tramite videoconferenza tramite Skype, Lynk, ooVoo, Face Time, Google+, Hangout, tramite messaging con iMessagge, Facebook g+, Linkedin, Watsapp o semplicemente tramite Mail.
Oltre all’ opportunità di effettuare consulenza e psicoterapia individuale per situazioni gestibili online, si effettuano consulenze e psicoterapie NetGroup Analytic, una vera novità nell’ ambito della terapia online di gruppo con utenti sparsi nel mondo raggruppabili sul monitor setting come e luogo di incontro terapeutico.
Si ringraziano, Alessia Potere Psicologa, Alessandra Grasso psicologa psicoterapeuta, Marco Loprieno per il Seo Direct e tutti gli Amici specialisti per la loro collaborazione ed il loro pratico sostegno e per la pazienza per la realizzazione del portale , per i contenuti selezionati, per gli argomenti prodotti e per la scelta dei pattern comunicativi adeguati adoperati.
Si prega di divulgare il servizio attraverso portali, testate online e non, per aiutare ad abbattere le barriere del disagio psicologico a vantaggio di un miglioramento della qualità della vita degli immigrati e non .
giorgio burdi
Direttore Scientifico di
www.psyonline.it

Settimanale Psicologo Roma : AMORI A METÀ
Una vita disorientati tra metà ombre e metà entusiasmi
Amori a metà
Una vita disorientati tra metà ombre e metà entusiasmi
Amata a metà o forse anche meno. Da una madre che non desiderava un figlio a 18 anni e da un padre che ha dovuto sopportare il peso di una responsabilità così pesante a soli 19 anni…..come dargli torto….una vita compressa in età troppo giovane, una giovinezza rubata da una vita che non doveva mai esistere: un errore; discoteche mai più godute, divertimento negato, matrimonio ed unione indesiderata ma costretta. perché c’era un figlio. perché non c’erano abbastanza soldi per dire basta. e litigi. tanti litigi, ogni giorno, fino a far somatizzare ogni dispiacere alla piccola anima che non ha mai chiesto di nascere.
Colite spastica, dolori lancinanti al ventre, ansia, paura, angoscia. voglia di andare via, di avere un altro papà ed un altra mamma, più calmi, più comprensivi.
Amata ma a metà. Perchè se lei non fosse nata le strade che avrebbero intrapreso i suoi genitori sarebbero state diverse. migliori. più divertenti., senza troppi sacrifici, senza sopportarne il peso in età così giovane, ed allora questa bambina è cresciuta con i sensi di colpa perché se non avesse vinto la sua “prima corsa” già da allora, oggi la sua mamma ed il suo papà avrebbero di meglio da raccontare..
E quella bambina convita e dispiaciuta di essere responsabile della giovinezza spezzata ai propri genitori, è diventata donna con ferite nel cuore. Dona tra l’indifferenza di una madre e di un padre troppo occupati a litigare e a rinfacciarsi ogni cosa. Anche per i biscotti di una forma non gradita la voce in casa assumeva toni severi.
E quella donna pur di togliere il disturbo ha lasciato che un uomo la punisse ancora amandola a metà. Era convinta di dover ancora espiare una colpa che in realtà non ha mai avuto.
Aveva rovinato due vite importanti.Doveva rovinarsi anche la sua. Era colpevole. Lo è ancora. Oggi con marito che non comprende mai il suo senso di vuoto ereditato dalla mancanza di affetto dei genitori.. un Marito che non perde occasione per ricordarLe che forse non la ama e comunque non la ama abbastanza e che sta con lei perchè ha un legame con la piccola figlia avuta con lei. Lei accetta che il marito non la desideri….quasi mai.
Non la cerca mai. Lui, che del sesso ha fatto il motore della sua vita, le dice che riesce tranquillamente a praticare l’astinenza. Lei non gli crede ma rimane lì. Non si muove. Ma soffre e spera in un futuro diverso, un futuro migliore e pieno di amore. Amore totale! Tutto per me!
Anna
Continua