Settimanale Psicologo Roma : Workshops Mindfulness
Tre incontri per perdere lo stress
In cosa consistono i Workshops Mindfulness proposti presso lo studio BURDI ?
I workshops sono un’introduzione alle tecniche Mindfulness, messe a punto alla Massacchusetts Medical School dal Prof. J.Kabat Zhin sin dal 1979 e oggi diffusissime in tutto il Mondo.
Il workshop consiste in 3 incontri consecutivi di circa due ore ciascuno, in cui impareremo insieme alcuni strumenti di base per pilotare la nostra attenzione e diventare i padroni della nostra mente.
Scopriremo degli esercizi per imparare ad osservare:
1 il nostro corpo, questo prezioso amico, che spesso ci parla inascoltato. Impareremo a sentirlo, a percepirlo e a scaricare le tensioni in esso accumulate.
2 le nostre emozioni, per vedere come funzionano in noi, quali pensieri e stati d’animo sono in grado di scatenare.Diventare capaci di osservare l’emozione quando la stiamo provando, ci permette di abbassarne l’intensità e andare alla sua reale radice.
La pratica quotidiana degli esercizi Mindfulness aiuta piano piano a prendere consapevolezza dei propri condizionamenti, a scoprire nuove risorse in sé stessi e nel potere straordinario del momento presente.
A chi possono interessare?
A chi, affetto dai disturbi associati all’ansia e allo stress, vuole affiancare un valido aiuto strumentale e pragmatico alla psicoterapia.
Per info e contatti rivolgersi alla Dottoressa Laura Cecchetto tel. 333.166.42.33 , laura.mbsr@gmail.com
ContinuaORFANA DI UN GENITORE VIVENTE
Essere figli di se stessi
ORFANA, DI UN GENITORE VIVENTE.
Essere figli di se stessi
Qui di seguito la storia di Carla nel suo viaggio tortuoso di inseguire invano, per sedici anni, l’affetto di un padre assente come l’isola che non c’è. Carla, tenace, lottando, ritrova comunque la sua serenità :
Sono orfana di un genitore vivente e solo oggi riesco ad afferrare questa consapevolezza, dopo anni trascorsi a rincorrere, a sperare, ad aspettare di essere figlia di mio padre.
Mio padre, l’uomo che mi ha dato la vita, se l’è ripresa, per anni ad inseguirlo, per l’ennesima volta, di nuovo si è rifiutato di essere tale, negandomi il suo aiuto ed insieme ad esso il suo amore.
“Va a chiederlo a tua madre l’aiuto”, “tornatene dalla tua famiglia materna”, così mi ha detto.Solo che questa volta ci ho creduto.
Questa volta non ho voluto dar voce a quella bambina in lacrime che dentro di me diceva: “non lo pensa veramente”, “prima o poi si renderà conto e si farà perdonare, tornando ad essere il mio papà”.
Ho l’impressione di vivere un lutto, vive, ma per me oggi muore, ma non è mio padre che piango, quanto piuttosto la scomparsa di quella bambina, degli anni ad inseguirlo invano e delle sue speranze verso quell’uomo che non ho più voglia di chiamare papà.
E’ stato un percorso lento ed estenuante quello che mi ha condotto quest’oggi alla rottura definitiva. Dopo sedici anni, solo ora riesco infatti a sentirmi libera di distaccarmi da questo dolore, che nasce dalla consapevolezza di essere orfana di un genitore vivente.
E se da questo dolore riesco a trarre forza e determinazione, più che apatia e disperazione, è soprattutto grazie al percorso di psicoterapia intrapreso nell’ultimo anno, che mi ha consentito di maturare la profonda e precisa convinzione che è necessario essere innanzitutto genitori di se stessi.
Volersi bene è la chiave per essere liberi, liberi dagli affetti imbalsamati, inesistenti e malsani, dal giudizio degli altri, dai condizionamenti esterni.
Così, seppure addolorata per aver perso quella piccola me, desiderosa dell’affetto incondizionato di suo padre, oggi posso dire di essere una donna più serena, perché non serve elemosinare mai ed attendere l’ amore, ma darselo.
Libera dal fantasma di mio padre, ora non sono più orfana di un genitore fantasma.Sono prima di tutto figlia di una giovane forte donna, determinata ed entusiasta. Sono FIGLIA DI ME STESSA. Carla
giorgio burdi
ContinuaSettimanale Psicologo Roma : L’ INFLESSIBILE
C’è chi non si mette mai in discussione
L’ INFLESSIBILE – C’è chi non si mette mai in discussione.
Ci sono personalità comprensive implosive, altre intolleranti esplosive, le prime si pongono come reclute sottomesse, quelle dalla buona educazione, le seconde ai comandi, non si sa di cosa, ma dominanti.
Il profilo psicologico dell’ inflessibile ha come caratteristica principale quella di essere un legislativo, il dialogo non gli è di casa, la sua voce, il suo sguardo, non lasciano scampo a nessun dubbio, è direttivo.
L’ autorità non può essere messa in discussione, ad essa non sono mai ammesse forme di debolezze, cedimenti, flessibilità, è imparziale, anafettivo, asettico in coppia, mai compromessi, punta il dito, sguardo fisso, è quasi un “asperger”, o come un dipendente, chi fa uso di cocaina, è accelerato, frettoloso, non da tempo a nessuno, guarda dall’alto della sua onnipotenza artificiale, verso il basso, non ha mai torto, ha colpa chi non si adegua, ha sempre ragione perché è un disperato.
Il suo punto di forza è quello di non mettersi mai in discussione, ma fa palestra nel mettere sempre il mondo in discussione, il prossimo è un peso, l’uomo è un limite, una miseria, un cencio della natura, un difetto rispetto al suo essere dominus.
L’ inflessibile, è intollerante, è giudice a suo vantaggio, è un Wikipedia, ha inventato il sapere, lascia e prende le sue prede, bacchetta, decide il pensiero degli altri, tutto è lecito, nulla è dovuto, è un narcisista beato, fiero del suo delirio divino, mostra il suo Rolex come il potere di una fondina, è un voyeur esibizionista.
Ha dovere di parola, gli altri di silenzio. Hai davanti un muro, altro che femmina o maschio alfa, misogino sodomita,misandrica fallica, è profondamente omosessuale in quanto omofobico, maschilista dal gentil sesso, sindacalista del femminismo.
Se lo interroghi, ti fa domande, non puoi parlarci, è concentrato sul suo specchio, è un telefono fuori posto, addita tu, tu, tu. Se gli parli, ha sempre una idea migliore, fa finta di sentire, se parli, si prepara già cosa dire, non accetta regole altrui, ti impone le sue, ritorna sulla sua folle trottola, sminuisce le scienze, le professioni o qualsiasi sapere altrui, è il genio della lampada che edifica la sua eterna solitudine, si giustifica continuamente, la sua arroganza, sminuisce.
Spesso chiede cosa vuoi fare, ma decide, lui stesso è il suo peggior nemico, ha poche crisi, ma quando le ha, sono profonde, non le ammette mai, e non lo lascia intravedere.
La malattia, il sintomo è una condanna da nascondere, sta sempre bene, carcerato nella sua stessa solitudine, la riflessione farebbe breccia in lui, solo se gli capitasse il peggior dolore.
Le persone inflessibili, non sono quasi mai presenti in un punto di contatto, della geometria preferiscono i vettori e le tangenti, esse vanno lasciate, perché prima o poi mollano, vanno fatte soffrire, cotte nel loro stesso dolore, è l’unica strada verso la sensibilità e il cambiamento, una opportunità di ritorno dal proprio specchio, alla realtà .
giorgio burdi
ContinuaL’ AMORE CHE AMA, NON CHIEDE
Chi ama, non ha interesse
L’ AMORE CHE AMA, NON CHIEDE
Chi ama, non ha interesse
Sembra una provocazione, un sacrilegio, una cattiva verità, ma quale amore ama solo per il piacere di farlo, se non per ritrovare un corrispettivo o, tanto meno una minima risposta ?
L’ amore che ama, non chiede, se è c’è, attende, è paziente, non ansima, ne biasima, non conosce angosce, non strappa i capelli, tanto meno pressa, non si aspetta nulla, è gratuito, ogni supplica, ogni richiesta a tal fine, è bisogno. Il contrario, sarebbe l’ atteggiamento di una persona serena con se stessa.
Un amore chiesto, non si ottiene mai, perché se c’è c’è, o va lasciato il tempo che venga espresso, affascina chi non chiede, ma da, perché ama chi ha risorse, chiede, a chi mancano.
Chiedere una risposta, coinvolge in un percorso di illusioni, si ottengono parole, a volte prive di essenza, ce ne accorgiamo di quante parole divoriamo che sono prive di essenza, ma facciamo finta di nulla.
Non ci sono risposte, ne domande, se vengono formulate, perdono il nettare del dono, divengono una stipula, un dovere, un atto notarile, amare per dovere è una ingiunzione paradossale, come dire, sii spontaneo, mangia, bevi e dormi, non si può avere il dovere di amare, ne il diritto di riceverlo.
Quando l’amore viene supplicato non è più tale, si supplica un bisogno atteso e non soddisfatto.
È pronto ad amare, qualsiasi persona che farebbe volentieri a meno di essere amata. Il vero amore è tra persone che stanno bene, nel loro equilibrio emotivo, come stazionare sulle proprie gambe senza asta di equilibrio. Ognuno non può riempire i vuoti dell’altro, si osservano e si attraggono se si è sulle proprie spalle e nei loro sorrisi.
Quando ci sono conflitti, in tali circostanze sarebbe molto complicato poter dire, ti amo, nei periodi di tregua forse , quando non lo si chiede più è molto più probabile e se poi ami tu, se senti tu l’amore , te lo dice. Se si vive in questo senso è diviene tutto possibile , se si insiste su una posizione ossessiva, è già rottura. L’amore è spontaneo, se lo insegui, lo manipoli, costruisci una illusione e se lo pressi, lo perdi.
L’ espressione mi manchi, alle volte, è una ammissione di qualcosa che non si ha. Può rappresentare una richiesta implicita di soccorso, equivale a dire,sei quel pezzo che reggi il mio puzzle, ma per amare, dovremmo poter avere il nostro puzzle già a posto.
Nelle dipendenze affettive, l’ altro è sempre un pezzo ibrido della nostra costruzione precaria. Un mattone di polistirolo al posto di laterizi . In questo modo l’ altro rappresenterebbe l’estensione di tutto ciò che avremmo voluto essere avere e fare.
A volte si è bimbi di 30, 40, 50 o 60 anni, se non si è mangiato affetto o realizzati in tempo, ci si sente sempre spesso a digiuno.
Si costituiscono molte relazioni stampella, carrozzella o barella. Noi non siamo in grado di aiutare nessuno che non lo voglia per se stesso, chi è abituato ad appoggiarsi.
Può amare, chi decide di farsi aiutare non di trovare nell’amore l’ aiuto. Si farebbe aiutare l’umile, colui che si sente uomo, il saccente no, o il timido che abbassa la testa e si nasconde, chi basta a se stesso.
L’ amare, è un richiamo nel dover fare qualcosa di importante prima per se stesso. Non si può amare, se prima non ci si ama.
Persone soddisfatte di se, che si sono sacrificate ed edificate prima soddisfando la capacità di riuscire a stare bene da sole, sono abilitate ad amarsi, tutte le altre sono un problema, si prendono cura di molti problemi altrui nel tentativo di risolvere i propri. Chi sta bene con se sta bene con gli altri.
L’amore non è dato dalla propria metà, ma da due persone intere, non è l’ anima gemella, ma la contemplazione del totalmente diverso, non è la metà del proprio cuore, ma due cuori che trascinano e combattono per la vita, l’ altro non è la propria spalla, ma ognuno sulle proprie. L’ altro è semplicemente un Dono e il dono resta tale solo se è imprevisto non commissionato e se resta gratuito cresce.
C’è soltanto un metro d’ Amore vero, disinteressato, che è un punto di riferimento al quale potersi riferire, ama davvero chi soffre, ed è Amore ciò che si prova per i propri figli, li non c’è ombra di interesse, ma interesse per la crescita e per la vita di ognuno, in aggiunta, l’ attrazione con il partner, ne fa la differenza che rende l’ amore ancora più rinforzante.
giorgio burdi
ContinuaSettimanale Psicologo Roma : IL QUI ED ORA
Abbracciare il presente, per vivere Bene
QUI ED ORA
Abbracciare il presente, per vivere Bene.
Facciamo in modo di realizzare e di lasciare traccia e memoria del presente, sempre, non c’è nient’altro di così gestibile, modificabile, determinante e reale come il nostro presente.
Il passato è già determinato, immodificabile, subìto, determinante il presente prossimo. Un qui ed ora vissuto da presenti, determina un pensiero sereno sul passato. Il qui ed ora è l’ antidoto al rancore, al chi me lo ha fatto fare, al perché l’ho detto o perché non l’ho fatto. Allora eravamo assenti, o il nostro numero due predominante. Un qui ed ora non vissuto, determina pentimento, rimorso o nostalgia.
Tutto ciò che non è presente, è solo pensiero, interpretazione, proiezione, rimuginazione, ricordo, irrealtà, iperspazio, fade, fotografia fugace, tutto ciò che è andato, fumè.
Un istante prima che diviene già ricordo, a volte viviamo per archiviare non per vivere, facciamo molte più fotografie più di quanto vivere ed assaporare la diretta, viviamo in differita, sempre tutto dopo anche quando il dopo è adesso, viviamo spesso nella scia di un qualcosa che sta sfumando ma che è ancora presente, quasi per volerlo già dimenticare ed archiviarlo nel ricordo.
Se è stato denso quell’ intenso presente, lascia traccia solo se si è immersi nel suo senso.Abbiamo una speranza per stare bene, vivere con maggior consapevolezza il presente, perché tutto verrà allocato nel passato. Ma un buon ricordo necessita che ci sia l’obbligo di vivere uno straordinario ordinario ed eccellente presente.
Una rincorsa materialistica, per l’accumulo futuro, fa godere il presente ? il potere di adesso consiste nel fermarsi, fermarsi,f e r m a r s i per far caso e godere delle emozioni presenti, di una amicizia, degli affetti, che hanno il valore inestimabile perché non si possono comprare da nessuna parte, hanno lo stesso valore del nostro tempo, che non lo puoi acquistare da nessuna parte dell’universo .
Gli altri che incontriamo in ogni istante sono il presente, perché gli altri ci riportano alla realtà, per contro, esistono i pensieri, ovvero, i nostri ricordi, essi rappresentano la negazione di noi alla vita e la negazione degli altri.
Ció che ora abbiamo, è il senso di tutto, è l’ indispensabile, l’ unica cosa più importante ed assoluta, perché è tangibile , materia e anima stanno insieme, viverlo con densità ed intensità di forma lascia la traccia e la mappa dei piacere dei ricordi gradevoli.
Tutto diventa inesorabilmente passato, è rapido il passaggio, il tempo scorre rapidamente dal presente al passato come se spalassimo neve, abbiamo una sensazione di nevosi ed irrequietezza frenetica, ma ciò accade, solo perché il tempo lo contiamo, abbiamo una nevrosi del tempo che passa, ma in realtà esiste una sola dimensione e non c’è ne sono altre, non ci sono compromessi , è la sola entità tridimensionale, quella del qui ed ora, e non ce ne sono altre.
Siamo proiettati continuamente a fare click, foto per ripercorrere la mania del ricordo, più di quanto siamo immersi nel presente, perché in quel presente il più delle volte non ci siamo. Abbiamo bisogno di incantarci di più su di una foto, che sulla diretta emozione dell’ evento, tanto da dirci a volte, ma io c’ ero ? e dove ero ? ero a fotografare, raccoglievo ricordi senza ricordare se c’ero.
Questo è un meccanismo tale da formare personalità rmuginative, che sviluppano sensazioni di derealizzazione e paranoidee.
Le personalità a basso contenuto di nevrosi, sono quelle che interagiscono con la diretta, quelle ad alto rischio di nevrosi, interagiscono prevalentemente col passato e col futuro.
Vincolati al passato, realizziamo la palestra dei ricordi, la palestra dei doveri e dei rancori, sviluppiamo la competenza alla chiusura, all’ isolamento, perché il presente non si interferisca con chi si isola. Abbiamo la tendenza a fare questo, per via degli allenamenti continui in questa palestra .
Per questo amiamo la solitudine, riaggpmitolati nei vissuti, frenati nelle catene neuronali, in spazi inter sinaptici dove si è bloccata e scatenata la biologia del dolore o del piacere.
Vivere il passato è gettare nel cesso la propria vita.
Abbracciare il presente, per vivere Bene.
giorgio burdi
ContinuaNOI SIAMO IL TALENTO
Il mio, non un lavoro, è la mia stessa passione
NOI SIAMO IL TALENTO
Il mio, è molto di più di un lavoro, è la mia stessa passione.
La bellezza di un opera d’ arte viene apprezzata per l’ incanto del piacere che suscita, è assolutamente soggettiva come la contemplazione dinanzi ad una persona come una meraviglia per le sensazioni che suscita.
Ognuno, è una griffe, è un prezioso, un’ opera assoluta, un numero uno, un esemplare, è un’architettura d’ arte irreperibile, è stile, eleganza, originalità, ognuno fa la differenza, è una lirica, un concerto, è una immersione in un abisso, un cosmo di stelle inesplorato ispiratore del piacere di esplorarlo.
Oltre alla categoria, non ci sono uguaglianze, ognuno è un colore differente, tinte di luci emotive variegate, sapori diversi, voci e suoni celestiali, possiamo percepire che tutte le diversità sono armonia e ci amano o possono rappresentare un fastidio.
Ogni diverso che entra in noi, in empatia, si fa simpatico, un numero uno col nostro numero uno, l’empatia ci conduce al piacere di immergerci, in una comunicazione eterna senza fine, non fatta solo di parole ma di sensazioni afferrabili.
Cosi come non c’è tinta che tenga, bianco, giallo o di colore, non c’è viso o sorriso uguale, esistono personalità totalmente differenti, siamo tutti irreperibili, totalmente altri, meritevole ognuno di un capitello, di una cornice dorata, di un piedistallo o di un fregio, ognuno è uno stemma di un casale.
La totale diversità mi affascina, la normalità non esiste, è un concetto livellatore, bonifica, rastrella, appiattisce, ci rende tranquilli per la paura del nuovo, ma anche molto chiusi, isolati e soli.
Quando osiamo varcare la soglia oltre la nostra solitudine e ribaltiamo il pensiero al fuori di noi, intraprendiamo un viaggio vacanza, una avventura dolorosa o piacevole che sia, ma pur sempre in una prospettiva espansiva, più ampia e moto più ricca di noi.
Varcare la soglia oltre il se, rappresenta l’estensione di noi, oltre e aldilà delle nostre ombre, attraverso l’illuminazione degli altri.
Gli altri non ci creano problemi, li allontaniamo perché ci ricordano quelli che abbiamo, dimenticando che il più delle volte li abbiamo cercati. Riconciliati con il mondo.
L’uomo è la mia passione, pertanto è molto di più di un talento. Ogni persona che incontro è una novità, faccio reset delle precedenti parole ed espressioni, pronto ad entrare in un nuovo mondo fatto di bui e colori differenti, è un viaggio meraviglioso oltre se, è un viaggio all’ infinito, oltre la propria solitudine, un viaggio ineguagliabile nelle storie ed avventure del nostro centro dell’ universo, nell’ abbattere ostacoli e lottare per liberare il talento che è ognuno.
giorgio burdi
ContinuaSettimanale Psicologo Roma : MINDFULNESS, ESSERE QUI ED ORA
La consapevolezza di “adesso” è il risveglio alla vita
MINDFULNESS, ESSERE QUI ED ORA
La consapevolezza di “adesso” è il risveglio alla vita
Dalla notte dei tempi i piu’ grandi saggi ci dicono che il segreto della gioia risiede nella capacità a coltivare uno stato d’animo incline ad “apprezzare” a “gustare” il qui ed ora e a sostituire i dubbi e le domande sul futuro con il potere di questo istante.
Abbandonare l’idea di dover avere ed essere di piu’, di essere da un’altra parte in futuro e sviluppare la capacità di vedersi completi ora, presenti ad un’abbondanza illimitata e ad una luce che è sempre presente “in questo istante”.
Affidarsi alla sorgente della vita che provvede ai nostri reali bisogni, significa purificare lo sguardo e imparare a cogliere le reali opportunità che la fatica dei nostri continui combattimenti ci impedisce di vedere.
I percorsi Mindfulness ci possono aiutare ad acquisire una maggiore consapevolezza dei nostri pensieri, delle nostre emozioni, delle nostre reazioni automatiche di fronte alle situazioni della vita, aprendoci ad una vita piu’ ricca-proprio adesso- e ad un maggior grado di benessere.
laura cecchetto
Per info e contatti sui
CORSI MINDFULNESS – Studio BURDI – contattare
laura.mbsr@gmail.com – tel. 3331664233 –
Dott.ssa Laura CECCHETTO (PhD)
“Practicum” e”Teacher Development Intensive”Professional Education and Training – Oasis Institute, University of Massachusetts Medical School –
https://www.umassmed.edu/cfm/oasis/
CHI SPERA FRENA, CHI CREDE VOLA
CHI SPERA FRENA, CHI CREDE VOLA
Sostanziali differenze per progettare
Il bisogno di sperare che accada un evento auspicato, è insito nel vettore uomo. Gli auguri rappresentano quel buon auspicio, quasi un presagio per esorcizzare le forze avverse per il raggiungimento di un obiettivo, tale che tutto vada nella giusta direzione.
In bocca al lupo, in culo alla balena, o varie locuzioni di questo tipo, sono tracce di pensieri magici ancestrali, sono insiti ed interconessi nelle galassie dei nostri sistemi neuronali, anche chi giura di non essere superstizioso, si trova comunque a lasciar fluttuare nel proprio oceano di pensieri, un suo totem.
Chi più o chi meno, dipendiamo un po’ tutti da mantra filosofici, educativi, meditativi, soggettivi, politico religiosi. Comunque sia, la nostra esistenza è appesa a rituali automatici, più di quanto noi potremmo immaginare.
Il rituale coatto rappresenta l’asta del funambolo, senza di essa, si cadrebbe, si scivolerebbe sulle proprie incertezze. Ma il vero problema sono esattamente le proprie incertezze. Diciamolo francamente, chi non ha mai fatto un pensiero scaramantico ? Non costa nulla è gratuito e può essere un gioco simpatico, anche se quel gioco potrebbe reggere una illusione.
Sperare, potrebbe essere un atteggiamento scaramantico, essa lascia aperti alle illusioni, procrastina l’ immobilismo, lo status quo, rappresenta l’ attesa, un sogno forse realizzabile.
Il vero problema è esattamente quel forse, ci stende al tappeto, in una attesa spesso interminabile, ci lascia piano piano moribondi nella stasi, il forse è pericoloso, rappresenta semplicemente la perdita del tempo. Forse nasce da qui il detto ” chi di speranza vive, disperato muore ” .
La speranza è sorella dell’ immobilismo, entrambi, sono figli dell’ attesa, i precursori acerrimi della noia.
Chi attende, si annoia sempre, aggancia la sua malinconia, entrambi educati dal “non osare mai”, sono ad intraprendenza zero.
I genitori della speranza credono che sia la vita a determinare gli eventi, che noi potremmo determinare poco. La vita ci rende sfortunati o fortunati, deve andare così, non si puó far nulla, per essi c’è chi nasce senza camicia e c’è chi ha culo.
Per i genitori della speranza, non c’è nulla da fare, è una questione il carattere, di destino, capacità d’azione e determinismo zero. L’ accezione cristiana persino ammette, che sperare non basta affatto, ma “aiutati, che Dio ti aiuta”.
Chi spera, è morto, chi invece crede, vive. Accettare certe verità è molto più attivo che attendere che i cambiamenti capitino. Sperare va bene, ma dopo una serie di azioni.
Chi spera, lascia passivamente che accada, ma ciò che di solito accade, è riconoscere il protagonismo altrui, subendolo.
Chi crede è un osservatore attento, vede, non guarda solo, tira le somme, riesce a distinguere l’ impossibile dal possibile, il soggettivo dall’ oggettivo, magari si impegna anche per l’ impossibile, ma sulla base dei dati di fatto, ha radici, i piedi piantati per terra, egli è intanto un diagnosta, decripta l’ ambiguo, è un ricercatore delle cause, un attivo decodificatore delle illusioni.
Chi crede non si azzarda a voler cambiare gli altri, ad attendere le loro metamorfosi o sanare le altrui amputazioni, è realista, accetta che la realtà sia quella, non è sopito nel suo sogno, si lava la faccia, si sveglia dal sonno. Chi crede, non si ama perché lo amano gli altri, è un uomo, si ama a prescindere.
L’illusione di chi spera, è nella convinzione e nell’ attesa che gli altri cambino, però spesso gli altri non lo sanno su cosa vorrebbero o dovrebbero cambiare o non lo ritengono nemmeno opportuno.
Il desiderio di cambiamento prevede l’ affidarsi al proprio talento del saper dubitare, delle proprie ed altrui convinzioni ed atteggiamenti. Chi non sa dubitare mai, ignora, è insufficiente e insicuro, anzi è un sufficiente, saccente, nega gli altri, deficia, frena e arena il suo tragitto. Non cresce.
Chi crede è nelle proprie mani, chi spera è sempre nelle mani altrui.
giorgio burdi
ContinuaLA SINDROME DI MUNCHAUSEN
La sindrome del “The Medical Shopping”
SINDROME DI MUNCHAUSEN
The Medical Shopping
Faccio il medico con internet, con un click sono già laureato, veloce, pratico, schiaccio, so e il mio titolo è già sulla parete.
La mia clinica si chiama google, è il mio personal primary , riservato, confidente, pertinente, perspicace e competente, comprende, risponde, è vero, schietto, veloce, preciso e compendioso.
Google è il medico addosso, come l’ angelo custode o il medico della morte. Sono un fanatico del dubbio, non mi basta mai, saprei con lui come istruire i medici. È il mio personal diagnostic, più fedele ed affidabile della mammà, con la tastiera, mi tasto subito il polso, mi tolgo il pensiero, o me lo metto.
Google le trova davvero tutte, è amorevole, vicino, a letto, in auto o sulla tazza, mi stimola la frenesia ma anche di più, l’ ansia del dubbio. Google proclama l’ epopea della civiltà del dubbio, afferma tutto e il contrario di tutto.
C’è padre Google, egli è l’ esempio della vera comunicazione e relazione perfetta. L’ indice comanda, google obbedisce. Ops, google comanda e l’uomo obbedisce. È il nuovo genitore affidatario, il delegato per eccellenza dei tutori.
È il miglior partner immediato, nessuno mai così vicino. È la relazione col maggior tempo dedicato, ad ogni sintomo una malattia, una terapia, sempre un riscontro.
Poi c’è mamma Siri, la dottoressa OS, discreta ma decisamente competitiva è l’ operatrice Voice, lei ti sussurra sensualmente che hai un linfoma di king kong, che per L’ epatite B c’è bisogno di kaspersky o per la disfunzione erettile devi comprare un hard disk mentre devi acquistare una RAM, per i disturbi della memoria.
Google e Siri, sono i migliori fomentatori ipocondriaci. Occhi gonfi e lucidi, riflessi del monitor, ricoveri virtuali domiciliari, trans ipnotiche cibernetiche ipocondriache, incantesimi sul l’angoscia del disco ipnotico dei sintomi, non più case abitative, ma case circondariali, una civiltà imprigionata nella Rete a diagnosticare.
L’ Ipocondria è una malattia, che auto induce a malattie temute, una fissazione che induce sintomi, un impegno mentale su ciò che viene ostinatamente evitato, diviene ossessivamente cercato, un temuto, attuato. Siamo in grado di autoprodurci dolori attraverso la fissazione.
La causa: inconsce richieste affettive ed attenzioni all’ accudimento.
A tale scopo si fingono traumi o malattie, senza alcuna forma di consapevolezza, allo scopo di attrarre a se attenzioni, comprensione, compatimenti affetti e pietà, detta sindrome di Münchhausen .
Accade come esattamente per l’ipocondria, è detta anche sindrome da dipendenza da ospedale divenuto casa. Un tour ospedaliero, in un effimerato medical shopping, che garantisce un picnic, il viaggio e la miglior vacanza per ottenere serenità sospirata, tenerezze, considerazione ed affetto, dilapidando denari e patrimonio, nella finzione di una vita efficiente, ma in realtà carica decisamente di frustrazioni tutte da risolvere.
giorgio burdi
ContinuaSettimanale Psicologo Roma : MINDFULNESS PER SALVAGUARDARE LA NOSTRA ENERGIA VITALE
Corso di Mindfulness, per iscriverti, chiama o invia la mail.
“MINDFULNESS” PER SALVAGUARDARE LA NOSTRA ENERGIA VITALE
Corso di Mindfulness, chiama o invia la mail per iscriverti.
Riproponiamo una serie di articoli inerenti una giovanissima, ma consolidata tecnica, per l’ apprendimento relativo alla riduzione dello stress, nell’ intento di informare ed invitare ad iscriversi al percorso formativo. Lo
Molto spesso quando siamo stressati pensiamo di poter ritrovare il nostro stato di equilibrio, rimuovendo la situazione esterna, fonte di stress, finché non se ne ripresenta un’altra ed un’altra ancora.
Per smettere di sprecare tante energie preziose, è importante capire che molto del nostro stato, dipende dal modo in cui noi interagiamo con la realtà e che di modi di pensare e di interagire ve ne sono tanti.
Imparare a scegliere “quale”, significa imparare a ridurre il nostro stress e aumentare il nostro grado di benessere, riducendo lo spreco di risorse.
L’approccio MBSR (Mindfullness Based Stress Reduction) è un percorso guidato verso una maggiore consapevolezza dei nostri pensieri, delle nostre emozioni, delle nostre reazioni automatiche, di fronte alle situazioni della vita.
Reazioni che diamo per scontato, che scambiamo per spontaneità, ma che sono spesso il frutto di condizionamenti profondi.
Imparando a riconoscere i nostri automatismi, ci apriamo ad una vita piu’ ricca di scelte, ci liberiamo dall’ansia e ci concediamo un maggior grado di benessere.
laura cecchetto
Sono aperte le iscrizioni per la Puglia e per il Lazio. Per informazioni e contatti sui Corsi Mindfulness Studio BURDI, contattare:
Laura CECCHETTO (PhD)
laura.mbsr@gmail.com – tel. 3331664233
Insegnante Mindfulness e Mindfulness based stress reduction. Practicum e Teacher Development Intensive Prossional Education and Training , Oasis Institute, University of Massachusetts Medical School
https://www.umassmed.edu/cfm/oasis/
giorgio burdi
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