Ansia del futuro o del presente?
“tutto sembra instabile. Il futuro si tinge di colori poco rassicuranti e di una forma indefinita”
Riempiamo le nostre giornate di preoccupazioni; ci muoviamo senza una vera consapevolezza, ma con la mente costantemente trasportata nel passato, a ciò che è stato o sarebbe potuto essere o nel futuro, a cosa sarà.
Viviamo così, con un atteggiamento di proiezione costante, assenti dal qui ed ora.
Ci giustifichiamo parlando di obiettivi e progettualità, ma in realtà navighiamo in pensieri negativi, sommersi da ansia ed apprensione; abbiamo paura del futuro (o di vivere il presente?).
“ho paura di non farcela”, “sarà la scelta giusta?”, “cosa potrà accadere?”.
La paura è un’emozione primaria che, attivandosi alla percezione di uno stimolo potenzialmente dannoso, garantisce la propria sopravvivenza e riveste un ruolo adattivo enorme. Di fronte alla minaccia l’organismo effettua una valutazione, dunque, non è importante in sé e per sé quale sia l’evento esterno, ma piuttosto quale sia la valutazione che il nostro organismo ne da.
Quando le emozioni negative prendono il sopravvento, la paura si prepara a difenderci con reazioni comportamentali dell’evitamento o paralisi (effetto freezing).
Quindi, pensare e immaginare che in futuro possa accadere qualcosa di negativo, l’ansia, la paura, ci portano ad evitare la situazione o a rimanere fermi.
Questi atteggiamenti, spesso, condizionano e sono condizionati dagli aspetti di vulnerabilità individuale.
“Vivere l’ansia significa fare le prove su un palco e concludere che la prestazione non raggiunge uno standard richiesto (da chi?). Da qui la preoccupazione per l’esito della gara. Il pericolo non è presente in quel momento, ma lo è nel futuro. L’atleta entra in contatto con un pensiero, una fantasia e vive l’esperienza dello smarrimento, dell’incertezza verso il futuro, diventando difficile per lui vivere il qui e ora. Egli si stacca fisicamente ed emotivamente dal mondo, lascia il presente per andare nel futuro bloccando l’azione.”
In questo modo, come un circolo vizioso, siamo sempre assenti dal qui ed ora perché costantemente in attesa di un futuro che, quando arriva è il nuovo presente.
Così, come la paura di morire può riflettersi nella paura di vivere, chi è proiettato mentalmente nel futuro effettua uno spostamento: la paura del futuro si riflette nella paura del presente.
In questo modo il presente perde di significato e tutto è accelerato. La paura del futuro segnala la necessità di rallentare e godersi il momento, accogliere le proprie emozioni ed elaborarle.
Francesca Scalera
Laureata in Psicologia clinica e della riabilitazione- tirocinante presso Studio Burdi
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