Non esistono persone sbagliate. Siamo tutti particolari.
Siamo tutti diversi, abili diversamente, accumunati da una umanità incompatibile, opere cromatiche originali, geometrie poliedriche, sfaccettature brillanti di un diamante, ciechi agli altri lati.
Siamo tutti buoni e cattivi, ipercondriaci, o me ne fotto, diffidenti e socievoli, superficiali profondi, Tutti ricchi e paurosi di povertà, affettivi e freddi in petto, melanconici, depressi, rompicoglioni e logorroici taciturni, ringhiosi cazzari, amiamo vivere, morendo ipocondriaci.
Siamo sottomessi e narcisisti, amorevoli egoisti, in discussione messi in croce e quando conviene comprensivi, siamo irremovibili opportunisti, rigidi malleabili e paranoici paraculi, ironici e sarcastici, passivi aggressivi.
Facciamo tutti lapsus, associazioni, rispecchiamenti e proiezioni, incubi, sogni erotici, flirt, flop e coglionate, Siamo ossessivi perfezionisti, del tempo ce ne freghiamo e siamo ritardatari, perditempo o macchine da guerra, perché è sempre troppo tardi, abbiamo tutti dei bug, dei vuoi di memoria, siamo degli sbadati, degli sbandati, distratti e confusionari, tutti affidabili, ci vogliamo tutti bene, ci chiamano fratello, ma allo stesso tempo siamo degli stronzi e poi tanto buoni da morire.
Ridiamo, tutti piangiamo, dissociati e dissacranti, disadattati, dalla rabbia soffocati siamo asfittici, manco suoni, scrivi, parli o fai, che sbagli, tutti idioti ed intelligenti, umani, sensibili e disumani, tirchi e generosi, siamo tutti belli, e brutti da rifare. È sempre colpa nostra o è colpa degli altri, affogati dal senso di colpa, maciullati dall’ ansia e dall’ ossessione di voler essere adeguati ed omologati.
Obbedienti ai doveri, agli obblighi e alle responsabilità, ribelli e smisurati di evasioni, tutte sono giuste, ma prendiamo sempre quella sbagliata. Affogati nell’ angoscia, assetati da boccioni d’ ansia e dopo la minzione ne cerchiamo altra, nuotiamo nelle lacrime con isteriche risate, iperventilati di ossigeno, abbiamo attacchi di panico, perché con esso vogliamo prendere il volo.
Tutto è magico, con chi poi ti fa morire, e quando ti senti la morte dentro, non c’è alcuno che ti faccia vivere, e senti che sei solo se vuoi farcela, se poi soffri si allontanano e se vivi si avvicinano. L’ intimità è nel dolore non è affatto penetrazione, e chi ti penetra soltanto, ti fa soffrire.
Tremiamo e temiamo il giudizio, perché ci temiamo tutti diversi, e se ci scopriamo uguali, se giudichi, sai che poi giudichi te stesso.
Diventiamo tutti matti se non abbiamo comprensione carezze, e abbracci e parole buone tutte da gustare.
Siamo tutti oratori, venditori di parole, se non le realizziamo, non sappiamo ascoltare, ci parliamo addosso e dentro e non parliamo a chi pensiamo, invadenti discreti, pettegoli e riservati che ci ascoltiamo a stento ma tutti in attesa di capire.
Questi soli che noi siamo, siamo uguali in ognuno che rifiutiamo, e l’ altrui disprezzo e il compiatire, è il rifiuto di noi stessi rispecchiato.
Chi si è ammalato, è perso nel buio dei suoi sotterranei, e chi è più sano, ha rischiarito e fatto luce nelle sue profondità, chi più o chi meno, siamo tutti così, sfumature l’ un dell’altro, opere buie o colorate, note sorde, pause, ritmiche e rumori in sinfonie differenti.
giorgio burdi
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