Cura nell’ altro ciò che si desidera curare in se
LAUREATI IN NIENTE, MA IN SENSI DI COLPA
Due o tre lauree possono non servire per ottemperare ai sensi di colpa. Che cosa è un senso di colpa ? È quell’ atteggiamento di appartenenza dovuta, non volontaria, al prossimo .
È sinonimo del dovere e del senso di responsabilità frutto di un legame, un atto dovuto, in una condizione priva di piacere.
È un conflitto logorante che teme molto il cambiamento, anzi lo auspica parecchio, ardentemente, ma lo teme per la sua lacerazione.
Il motore primo del senso di colpa è il senso del dovere che affonda le sue origini in meccanismi condivisi di accudimento di sofferenze. A volte a questo tipo di senso di colpa, non c’è rimedio .
Dire è peccato, mi dispiace, non posso tirarmi indietro, oltre che rappresentare il più elevato senso di estrema umanità, rappresenta il rinnegamento di se stessi, la propria mancata realizzazione, un sacrificio elevato di se, la propria immolazione.
Quando predomina l’ altruismo sul senso del proprio narcisismo, resta il plauso di un consenso sociale, e ammesso che resti questo, per quanto relativo possa essere, tutto naviga a discapito della realizzazione personale.
Per senso di colpa si fanno molte cose non desiderate, contraddittorie, immonde per accudire l’ altro, oltre ogni logico principio.
Le vecchie generazioni statisticamente ne sono più condizionate rispetto alle nuove da un tale meccanismo, forse per fattori post bellici educativi dove la conquista era solo basata sulla rinuncia, rispetto ad un contesto sociale nuovo che offre molti più benefit e pertanto meno senso del sacrificio
Ma questa interpretazione è una cazzata.
I meccanismi più profondi sono legati a ciò che avremmo voluto ricevere in termini di attenzioni affettive, e le stesse le diamo in quelle circostanze legate al senso di colpa.
Chi dalla vita ha ottenuto con fatica, ha fatto gavetta, vive di sensi di colpa .
Cura nell’ altro ciò che avrebbe desiderato curare in se.O meglio vede nel senso di colpa il prolungamento da se all’ altro, di un bene che in passato non ha ottenuto.
Tutto complesso. Tutto assurdo . Che balle, Andrebbe curato . Non bisognerebbe vivere di sensi di colpa , ma di amore autentico per se e per gli altri.
Si potrebbe vivere per la propria realizzazione e pur avendo le idee molto chiare, invece si convive molto inesorabilmente con esso.
Il senso di colpa più devastante, quello dinanzi al quale sembrerebbe non esserci rimedio, è imbattersi in condizioni generalizzate legate alla salute.
Non voler avere senso di colpa in tali circostanze è sperimentarsi come un “omicida” .
Rappresenta il vortice dei vortici che indurrebbe a commettere qualsiasi comportamento o condizione non desiderata, logorandosi da un senso di colpa ad un altro a catena. Che macello.
Quanto può essere talmente complicato comprendere dall’ esterno, un tale meccanismo, non vivendolo in prima persona, e quanto può essere invece molto facile giudicare, se non si guarda da questo punto di vista .
Si è piuttosto risentiti, offesi, un po’ complici, più che della persona in se, di quell “omicida”, privo del senso di accudimento e di responsabilità , perché le persone in oggetto sono considerate estranee .
Comunque sia è un obbligo per se stessi ed un puro atto d’amore per la propria persona, liberarsi dai sensi di colpa e chiedersi continuamente scusa, piuttosto che chiederlo solo agli altri.
giorgio burdi
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