Tutto cio’ che non sale a livello di coscienza diventa il nostro destino
Il disagio ci da equilibrio.
Tutto ciò che non sale a livello di coscienza diventa il nostro destino
Attraverso i nostri disagi, che si manifestano nei diversi sintomi, noi permettiamo di integrarci ed interagire in modo da equilibrista con il mondo.
La malattia ci consente di attenuare quei fenomeni devastanti, evitandoci di cadere nel baratro più assoluto.
All’ interno delle nostre abitudini comportamentali di vita attiviamo dei veri e propri rituali esorcizzanti dei nostri malesseri.
Se non li attuassimo ci sentiremmo scompensati.
La loro messa in atto è liberatoria ed equilibrante, il solo trattenimento farebbe esplodere in noi il disagio.
In tal senso sarebbe molto difficile cambiare rotta e abitudini, come un granchio.
Manifestiamo passioni molto grandi per i nostri malesseri, a volte ne andiamo fieri, ne siamo affezionati perchè rappresentano la nostra dimora abituale.
Chi abita il disagio, difficilmente cambia casa. Insana affezione, ripetitore di sofferenze.
Attuiamo rituali comportamentali per lenire le tensioni e le angosce sottese che scompaiono e si riaffacciano come ad un appuntamento programmato.
A volte siamo talmente orgogliosi dei nostri stili di vita da intenderli anche come funzioni sociali.
Quanto più siamo identificati con certi rituali di comportamento, tanto più siamo confusi col nostro malessere, da mettere in moto nuovamente il rituale per lenirlo e ricominciare punto e da capo.
Il disagio è l’ asta dell’ equilibrista, il compensatore e l’ equilibratore tra il se e l’ altro e che prima o poi esplode.
Serve entrarci nel tunnel per uscirne, piuttosto che chiudersi sfuggire o girare i tacchi.
La grotta va visitata per scongiurare le sue paure e le sue angosce.
La passione per il disagio, può essere scongiurata dalla passione esplorativa di essa, affrontando con coraggio il senso di angoscia attanagliante e frenante, alla pari, va scongiurata con passioni simili o più grandi di esso, per poter attuare la metamorfosi.
Metticela tutta, non tirarTi mai indietro.
giorgio burdi
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