L’ attività fisica produce antidepressivi naturali, le endorfine
Contrariamente a quanto si possa pensare una malattia molto diffusa ma subdola è proprio la depressione.
Ne soffrono in Europa 60 milioni di persone e in Italia oltre 8 milioni. L’OMS considera che nel 2020 sarà la seconda malattia più debilitante, immediatamente alle spalle della cardiopatia ischemica.
Dalla miriade di studi effettuati sull’argomento risulta che dietro la depressione non ci sia una sola e univoca causa scatenante, bensì un cocktail di influssi genetici, biologici e psicologici, combinati tra loro da eventi stressanti.
Una cosa è certa non è provocata né dalla scarsa buona volontà, né tantomeno da una debolezza caratteriale, come in molti pensano. Spesso la sfida più grande nel mio lavoro è proprio quella di far capire al paziente e ai loro familiari quali sono i confini tra loro personalità e la malattia.
In virtù di queste casistiche molto preoccupanti, nel corso degli ultimi anni sono stati fatti molti passi in avanti nel trattamento e nella cura della depressione, sia in ambito farmacologico che psicoterapeutico, ma un aiuto in più può arrivare anche dall’esercizio che viene inglobato come strumento ausiliario nel trattamento psicoterapeutico.
Anche se all’inizio può sembrare complesso coinvolgere un depresso in un programma di attività fisica, proprio a causa della tendenza alla passività, il movimento ha la grande capacità di risvegliare il corpo e di combattere proprio questa inerzia, il non aver voglia di fare nulla.
Diversi studi hanno dimostrato come l’associazione di attività fisica a un percorso psicoterapeutico, possa produrre un benessere maggiore rispetto a trattamenti che non prevedono l’esercizio fisico.
Sembra inoltre che l’apporto di un allenamento soprattutto di tipo aerobico, se mantenuto con costanza nel tempo, riduca il numero delle ricadute. Per la persona depressa il movimento quindi è un toccasana perché lo aiuta a riattivarsi, a recuperare l’energie e l’interesse per qualcosa.
Un aspetto da non trascurare è il grande ruolo che la psicoterapia e l’esercizio fisico svolta in gruppo svolge nella socialità: partecipare a percorsi di gruppo permette al depresso di creare nuove relazioni, rompendo così quel muro d’isolamento.
Ed è proprio per questo che viene fortemente consigliato ai nostri pazienti di fare sport per superare però forme lievi o moderate di depressione. Per depressioni più importanti bisognerebbe trattare un capitolo a parte. Il Dr. Madhukar Trivedi, autore principale dello studio dimostra ‘scientificamente’ come l’esercizio fisico possa essere un potente antidepressivo. Ma come è possibile che avvenga ció?
Fare attività fisica promuove innanzitutto il rilascio di due importanti tipi di neuromediatori: l’acetilcolina e le endorfine, molecole che producono sensazioni di analgesia e benessere.
Questi due ormoni, definiti per l’appunto della felicità, hanno la funzione di:- contrastare l’effetto negativo che alcune sostanze hanno sul sistema immunitario producendo sintomi depressivi; – di contrastare gli effetti fisiologici dannosi prodotti dallo stress che, se accumulato e protratto nel tempo, stimola la produzione di cortisolo; – di prolungare la vita dei neuroni.
Ma le conseguenze benefiche sono anche emotive e psicologiche. Spesso quando si è depressi si ha la sensazione di non potersi prendere cura né di se stessi, né degli altri.
Ebbene, lo sport aiuta a riacquistare autostima nel momento in cui riesce a raggiungere un obiettivo anche se minimo. Aiuta a distrarsi e a incanalare la tensione in modo da sollevare la mente da preoccupazioni e pensieri negativi.
La depressione tende a isolare, mentre la psicoterapia e lo sport ci apre al confronto con il mondo, e ci aiuta a esprimere la aggressività che nelle depressione è rivolta verso se stessi. Questo ovviamente non significa che la depressione va curata con la sola attività fisica, ma che se affiancata e guidata da un percorso psicoterapeutico può rivelarsi uno strumento di supporto valido.
Se ci pensiamo le ultime ricerche scientifiche non fanno altro che confermare qualcosa di noto già da molto tempo a Giovenale: “Mens sana in corpore sano “.
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Dott.ssa Alessandra GRASSO
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