Risposta alla newsletter: lettera all’ ex amante di mio marito. “Ricordiamo a lungo chi abbiamo amato, meno a lungo chi ci ha amato” (di Gesualdo Bufalino)
Ciao Cara. Io sono l’amante.
Non quella di tuo marito, ma l’amante di un altro. Anzi scusa, non chiamarmi amante, chiamami “seconda”, oppure diciamo che sono quella che si è sostituita a te. Perchè non sono venuta per caso. Ma forse sono venuta anche grazie a te perché, tuo malgrado, lo hai voluto anche tu.
Grazie alla tua distrazione, al tuo affaccendarti, giusto o sbagliato che sia stato, o al tuo egoismo. Non sono stata io ad aver cercato una serie di emozioni o una avventura. Sei stata tu a non esserti curata di ciò che avevi, hai dato per certe molte cose e non l’ hai “ascoltato” .
Mi domando perché non lo hai fatto, perché hai permesso che impelagasse me o mi impelagassi in ciò. Perché non credo che lui non ti abbia dato dei segnali. Così come tu hai sicuramente dato dei segnali a lui, allo stesso modo io ne ho colti tanti. Oltre ai miei problemi, ti sei aggiunta tu.
Un’avventura, una storia, non nasce mai per caso. Ed io non sono un caso. Credo di essere molto più di un caso. Credo di essere stata “voluta”, ed io ho preso ciò che stavo cercando, certamente non avrei mai desiderato un uomo apparentemente disimpegnato, tanto meno con figli, ma è andata così, molte cose non si possono premeditare. E’ certo che tutto viene mosso dal folle motore del bisogno di emozioni, di affetto, dalla profonda solitudine e dal bisogno di essere amati.
Ho le mie colpe, certo. Ho toccato un campo minato, è vero. Un campo di dolore dove tutti, nessuno escluso fra di noi ha sofferto. Un campo minato che crea un vortice che spazza via ogni conformismo e consuetudine. Ti sbatte di fronte ad un dolore cupo. E ci sono caduta in pieno. Completamente travolta. Uno strazio.
Tu dici che io non ho mai costruito niente. Tu dici che io non ho avuto rispetto dei tuoi figli.Forse però tu hai solo costruito una “favola”, dove i tuoi figli sono o erano esclusivamente la ragione del tuo esistere .
Ebbene, la favola forse ce la avevi nella tua mente, non nella tua coppia. Ed i tuoi figli sono il frutto di un amore, indipendente da me e da lui. I figli sono da amare e rassicurare. Non una catena dell’ unione.
Io invece ho solo costruito un ideale: la complicità in un rapporto. Perchè la comunicazione fisica e verbale è importante, secondo me. Ma è un ideale, il mio; discutibile, certo. Solo che non ho incontrato ancora l’uomo giusto, a parte tuo marito, eh, oops, la combinazione ha voluto che lui abbia trovato me per scappare e poi ritrovare te…
E se poi vuoi saperlo, sono figlia di una coppia “scoppiata” che dice di essere rimasta unita per me, per i figli e che invece mi ha resa infelice e insicura. Perchè la catena della famiglia unita deve “coinvolgere” le aspettative di tutti i componenti. Non “rispondere” al conformismo degli altri, altrimenti gli altri cosa dovrebbero dire? Un modo come tanti per distruggere e condizionare mente e cuore.
Quindi ancora mi chiedi o mi accusi del perché l’abbia fatto??? Perché invece non ti chiedi perchè è successo? Se stare con qualcuno per un “contratto” o per i figli, finisce con il consumarti dentro o toglierti l’aria, forse non è una bella “favola” .Perché se uno sta bene dov’è e con chi è, non ha bisogno di andare a cercare altro. O di cercare me . Ti do un consiglio: non scaricare su di me colpe di cui sei responsabile anche tu. A nessuno sembra, ma è solo questa la verità.
Il tuo matrimonio è nato quando voi credevate di essere arrivati , invece era l’inizio di un altro percorso. E non è colpa mia se lui ad un certo punto ha preso un bivio o si é rinsavito. Non è nemmeno colpa sua, nè colpa tua, ma a volte nella vita ci sono dei passaggi obbligati, quasi come delle verifiche dell’ autenticità delle cose che abbiamo o che pensiamo di aver costruito.
Ma non mi sento per questo una eletta verificatrice o dispensatrice di sofferenze, anzi quelle sono tutte le mie, non solo le tue, anche se ognuno pensa solo alle proprie.
Così come il matrimonio, alla partenza: stesso sogno, stessi bisogni e ideali. Così il bivio è l’arrivo ed ha evidenziato che qualcosa era cambiato o stava cambiando. Già prima di me. Non per me. Solo che a questo cambiamento non ci si era abituati. Alla monotonia invece sì.
Era il segnale che nel percorso che avevate intrapreso insieme anni prima, non stavate più andando nella stessa direzione anni dopo. Mentre io, passavo da quel bivio nello stesso istante suo, convinta che al mio posto ci sarebbe potuta essere sicuramente un’altra, forse diversa da me, ma comunque un’altra. Tu dove eri ? Punto.
E sono d’ accordo che andare a caccia di emozioni lascia dentro di sè tanto vuoto. Ma se vai a caccia di emozioni significa che quello che hai non ti emoziona più.
Ed è questo il vuoto. Ed è proprio quando lo capisci che ti “svegli”, non c’è nessuno e sei sola, e comunque non è un piacevole risveglio… Perchè scopri che le fondamenta di quello che credevi “assoluto”, invece di svilupparsi verso l’alto e di crescere, sono precipitate verso il basso o rimaste là dove erano. Ognuno per conto proprio. Ossia a prima della data del fatidico “si”. E poi ti risvegli.
Mi chiedi se un giorno imparerò ad amare? Veramente scusami ma credo di saper amare già. Al punto di lasciarlo andare e ritornare da te e al punto di ringraziarlo delle emozioni che mi ha dato. Questo è amore, sì. Amore, ma non amore per me. Che sono travolta e impotente. In conflitto con me stessa per quello che voglio e che non posso avere.
Perchè la differenza tra me e te è esattamente questa: io non metto catene.Non uso i figli come ricatto.Non dò la colpa agli altri per quello che io non ho saputo evitare e di cui ciecamente sono responsabile anche io.Tu invece forse saresti anche tutto questo.
E vuoi sapere una cosa ??? Io soffro da cani. E di questa mia sofferenza dovresti ringraziarmi.Perchè un uomo che non ti lascia per non farti soffrire, o ti ama per davvero o lo fa per non far soffrire la famiglia .
Mi auguro che lui oggi ami la persona giusta, ma io lo invito ad amare sempre più se stesso, così come faceva con me.
Io e lui saremmo i colpevoli agli occhi del conformismo. Siamo gli egoisti. Tu invece quella che ha sofferto. E pur essendo anche la causa di tutto questo non sarai mai additata per quello che è successo.
E grazie a questa ipocrisia rimarrà solo rabbia.E ti assicuro che in confronto alla rabbia che provi tu, la mia è devastante, ma saprò vivere e andrò avanti, non so tu.
Sappi solo che sei fortunata: lui è tornato da te.Hai una grande occasione, non capita sempre.E allora sfruttala! Questa è l’unica vittoria che hai su di me.E forse un giorno invece di odiarmi, mi ringrazierai.
Buon risveglio moglie!E addio.
L’amante
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