Può l’ immaginale di una mamma lasciare lungo i secoli generazionali sensazioni intime profonde di malessere, apparentemente inspiegabili, tramandabili da madre in figlio lungo il corso della storia? 1 e 2 parte….
1 parte.
Introduzione
Dunque dopo un periodo di analisi , che debbo dire mi ha cambiato in maniera radicale la vita, dallo stare bene e a proprio agio con gli altri, prima soffrivo di ansia quando dialogavo o stavo in mezzo alla gente, allo stare bene sul luogo di lavoro, ora riesco a ridere a e a scherzare con tutti, ad aver riallacciato un rapporto meraviglioso con mia sorella, che era quasi compromesso da quando lavoravamo insieme. Ad avermi aperto nuove prospettive future, su nuovi lavori e sogni non ancora realizzati nel cassetto. Per non parlare del fatto che non mangio più le unghie, faccio sport e ho perso quasi 10 kg. Sono tutti benefici che devo categoricamente imputare all’analisi. Detto questo, in questo anno ho capito e individuato il mio fattore di ansia e depressione. L’ origine è mia mamma, ne ho individuato i modi e anche i tempi, lei fondamentalmente è sempre stata depressa, una persona problematica. Ha avuto mille difficolta nel rapporto di coppia con mio padre, non avendo mai terminato i sui studi universitari, non lavorando e non avendo un minimo interesse nella vita, si addossa agli altri per cercare di occupare il suo tempo. Gli anni passati in depressione l’hanno portata a chiudersi in un mondo tutto suo, a volte si assenta dalla realtà. Lei si trova in mezzo alla gente e si estranea; una persona le parla e lei pensa ad altro si distrae, la sua mente fa dei voli pindarici, che sono agli occhi degli altri incomprensibili. Ha forti crisi di identità, si rifiuta di ammettere le sue problematiche , sicuramente è una sua forma di difesa. Ha quasi sempre una faccia semi-sofferente. Ho individuato una cosa molto importante in questi tempi, la fonte e i tempi della mia depressione. Quando ero all’Università studiavo in una città differente da quella di origine della mia famiglia. Quando nelle festività ritornavo a casa vedevo mia mamma a volte anche dopo mesi, lei peggiorava sempre più in questi anni e questa cosa mi faceva tutte le volte molto male, cercavo di tornare a casa il meno possibile per sfuggire. Questo suo accartocciarsi su se stessa questo suo gettar la spugna , mi scatenava la depressione, questa cosa l’ ho individuata in questi giorni. Paradossalmente se l’avessi vista tutti i giorni della mia vita, come avveniva per mia sorella, che ci viveva insieme, non avrei notato questo suo radicale e progressivo deterioramento, ma averla incontrata a intervalli di mesi, mi ha fatto vedere le sue problematiche in maniera più cristallina, più netta. Ho focalizzato il suo problema e incosciamente l’ho assorbito. Fondamentalmente tutto ciò accade perché nutro per lei un immenso affetto. Questa cosa a livello inconscio mi provoca malessere. Un altro fattore importante nella mia storia è il rapporto non proprio idilliaco con mio padre che sicuramente non attenua la mia depressione , ma ne fa da cassa di risonanza. Il mio problema sarebbe banalmente semplice da risolvere: cercare di vederla il meno possibile, io tra l’altro vivo solo e cerco di fuggire da tutte le situazioni di incontro. Ma questa depressione e questa forma di ansia nel mio caso si manifesta nei rapporti che ho con le ragazze. Analizzando la mia vita e tutte le storie avute con le ragazze da quando ero adolescente. In una storia appena subentra un minimo di stabilità e o di sentimento, o meglio quando inizio ha frequentare in maniera stabile una ragazza, mi si scatena l’ansia e la depressione, la stessa che provo nei riguardi di mia mamma. Che cosa triste! Tutte le volte che incontro una persona che potrebbe essere la persona con cui instaurare una bella relazione, la rimbalzo con decine di scuse e giusificazioni: tipo è troppo magra è troppo alta, ha un brutto carattere ecc. Ma in effetti la causa del mio distacco da queste ragazze è mia, sono io che rientro in questa maledetta spirale. Sono stanco di avere tante storielle senza riuscire ad innamorarmi e ad andare in fondo in una relazione. Sono molto convinto e fermo a risolvere questa mio malessere, è un grosso handicap che non mi fa essere pienamente artefice e della mia vita. Fabio
2 Parte
Il discorso sulle Donne
Come dicevo prima in me c’è una forma strana di amore e rigetto, cerco di spiegare meglio questo mio modo inusuale di relazionarmi a una donna. Andando ad analizzare tutte le mie storie passate con ragazze da quando ero adolescente, in genere c’è una fase iniziale di approccio molto bella dove si conosce una persona, si corteggia e alla fine succede che un rapporto si stabilizzi. Ecco a me questa fase proprio quella della stabilità è quella che mi fa male, mi crea ansia e malessere. Iniziando un rapporto con l’altro sesso tutto va perfettamente, ci faccio l’amore ed è bellissimo, progettiamo viaggi, week-end insieme, cene ecc.. e tutto funziona, poi quando il rapporto inizia a prendere la strada della stabilità a me inizia a salire l’ansia che poi a lungo andare diventa depressione. Tutto ciò, secondo il dottore e secondo l’analisi è da andare a ricercare nel rapporto che ho con mia mamma. Mi vedo molto d’accordo con questa teoria, tra l’altro trovo che i sintomi siano gli stessi, di quando mi relaziono a mia mamma. Però ci sarebbe da aggiungere un episodio che ha fortemente segnato in me il tipo di legame che ho in una relazione. Questo accadimento è successo parecchi anni fà avevo all’incirca diciassette anni. Frequentavo una ragazza che aveva un annetto meno di me, come tutti i ragazzi di quell’età avevamo iniziato ad avere le prime esperienze sessuali, e devo dire tutto andava per il meglio. Con questa ragazza facevo ormai l’amore da un anno anche se in effetti non stavamo proprio insieme, possiamo dire che ci frequentavamo. Tutto ciò che sto per raccontare successe proprio nel momento in cui il nostro rapporto si andava consolidando. Un fine settimana mi ricordo molto bene, mi recai a Milano a trovare un amico rimasi li 3- 4 giorni, al mio rientro la ragazza che frequentavo la trovai strana, quasi persa in un mondo tutto suo, io finalmente mi ero deciso di mettermi insieme a lei, dopo che aveva desiderato ciò a lungo, quindi si doveva presumere che fosse al settimo cielo, ma lei nulla era devastata, distrutta, quasi assente e spaventata. Dopo due giorni che non riuscivo a venirne a capo di questa faccenda, le parlai in maniera molto profonda, quasi paterna. Lei si aprì e mi confidò disperata il suo segreto. Nei giorni in cui io ero mancato, un suo vecchio zio che abitava nella casa accanto e che con lei aveva un bel rapporto, aveva abusato di lei, l’aveva anche penetrata. Lei era devastata, eravamo due ragazzetti non ancora maggiorenni che non sapevano cosa fare e come affrontare questa situazione gigantesca. In me questa notizia scatenò una rabbia e una frustrazione tale da farmi stare male per mesi, c’era poi quella forma di protezione che avevo nei suoi riguardi, per proteggerla da eventuali future violenze da parte di questo mostro, che viveva sullo stesso pianerottolo. Decisi mio malgrado di incontrare sua mamma e di raccontarle tutto, perché prendesse provvedimenti per far si che questo essere (se si può definire tale) non avesse più possibilità di farle ancora violenza. La mamma sconvolta da quello che le raccontai ne parlò con suo marito chiaramente, e presumo che presero i dovuti accorgimenti, io ne rimesi un po’ fuori da tutto ciò. Fatto sta che la cosa non è mai venuta fuori, hanno coperto tutto, non hanno cambiato casa. Le cose sono rimaste come se non fosse successo niente agli occhi di tutti. Il padre della ragazza dopo pochissimi mesi morì di infarto. Sicuramente era gia malato, ma sono certo che una notizia del genere sia andata ad influire molto su una persona che aveva già un ridotto equilibrio fisico e credo che la causa di questo infarto, sia da attribuire alla notizia che aveva avuto due mesi prima da sua moglie . La ragazza da questa vicenda non si è mai ripresa, ora soffre di attacchi di panico, depressione e chi più ne ha più ne metta. Ritornando a me, io continuai a vivere questo rapporto d’amore malato per altri due anni, implodendo in me la rabbia di questa violenza nei riguardi di questa ragazza che forse neanche amavo, ma che alla fine rimaneva pur sempre la mia fidanzata. Mi ricordo in questo rapporto con lei mesi passati molto male, con una angoscia di fondo, con la paura, con ansia e con un terrore che ci assaliva ogni qualvolta le nostre menti ritornavano all’accaduto. Ci chiudemmo in un strano isolamento dal resto del mondo che sicuramente non fece bene ne a noi e ne alla nostra relazione. Avevamo ripreso subito dopo a far l’amore e devo dire dal quel punto di vista non abbiamo mai avuto problemi. Io avrei voluto mollare tutto e scappare da tutto ciò, perché fondamentalmente non era un mio problema, poi per giunta neanche l’amavo, solo che con la morte del padre e con tutte le vicissitudini che aveva subito, non potevo lasciarla al suo triste destino. Ci sono rimasto insieme tanto tempo, vivendo malissimo quel periodo. La via di fuga l’ho avuta nel momento in cui sono partito per l’università che chiaramente ho fatto in una città diversa da quella in cui abitavo. Per me è stata una liberazione andare a studiare fuori. Ero letteralmente euforico, la persona più felice del mondo il giorno che i miei genitori mi accompagnarono all’università e se ne andarono. Li si chiudevano alle mie spalle tutti i problemi che mi avevano angosciato negli ultimi tempi. Fatto sta che in effetti le mie ansie e depressioni sono rimaste, le avevo solo cristallizzate, ne avevo solo coperto i sintomi, ma dentro me continuavano a covare. Con l’analisi sono venute fuori svariate cause, tra cui il rapporto con mia mamma, che continua a farmi star molto male. Con l’aiuto del dottore sto cercando di venire a capo di queste angosce che continuano a non farmi vivere una vita serena. La violenza subita da parte della mia ex fidanzatina forse ha influito molto poco sul rapporto che ho ora con le ragazze, ma sicuramente ha accentuato quelle cause di ansia e angoscia che a volte mi assalgono, nei momenti di vita di coppia. L’aver vissuto mesi con una persona che soffriva e vederla angosciarsi e condividere un segreto di tale portata, soprattutto a quell’età, sicuramente non mi ha sollevato dalle ansie che mi portavo gia dentro. Nei rapporti che sono venuti dopo di lei, facendo una rapida panoramica, rivivo in maniera minore sempre un fondo di angoscia. Ho cambiato decine di ragazze di caratteristiche psico-fisiche molto diverse fra loro, ma fondamentalmente questo mio effetto ping-pong, di saltare da una relazione ad un’altra,o peggio di farle accavallare tra loro è una causa al mio malessere di fondo. Pe fuggire al malessere salto da una donna ad un’altra. Non vivendo bene il rapporto con nessuna.
Fabio (Roma)
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